Ottobre. Parliamone, ecchesaramai, sono trascorsi cinque anni, sai. Ottobre. E quel suo appressarsi muto, gioco usato, falsato dal tempo, ma in fondo ben conosciuto. Che il silenzio lo sentivi fratello e a suo modo ti faceva più bello. Ottobre. Parliamone, ne converrai, sono passati cinque anni, ormai. Ottobre. E quel suo appressarsi lento, carico d’ogni malinconia e degli umori capricciosi del vento. Con il quale danzavano foglie, imbrattate di ruggine, d’ogni afflitto colore, abbandonate, perdute, smarrite, annullate nel loro infinito dolore. Parliamone, concorderai, perché non ne parliamo mai. Ottobre.Che sapeva di scuola, di grembiuli e fiocchi vivaci. Ottobre. Che sapeva di pioggia, di stradoni bagnati, di timide braci. Di orti intristiti intorno al villaggio, cataste di legna, storie senza coraggio. Ottobre. Che sapeva di noi, dei nostri sogni, del domani, di infiniti istanti strani. Ottobre. Dolce, infingardo. Ottobre. Cortese, bastardo. Ottobre.Che giuro per l’anima mia non avrebbe mai dovuto portarti via.
Rina Brundu, in memoria
1 Ottobre 2007 – 1 Ottobre 2012
1 Ottobre 2007 – 1 Ottobre 2012
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