Colloquio di lavoro
di Domenica Luise
La suora, forse, sembrava più vecchia di quello che era per la stazza, la pappagorgia e gli occhiali cerchiati di scuro.
Se ancora faceva la preside non poteva averne ottantacinque, nemmeno Monti avrebbe chiesto tanto.
Guardò distrattamente il crocifisso che l'uomo portava appeso al collo ad un sottile laccio d'oro e pensò che l'aveva indossato per l'occasione e pigliarla con le buone.
<Sì, il suo curriculum è magnifico. Complimenti davvero. Io la prenderei, ma domani ho un colloquio con altri due abilitati, un uomo e una donna, che lavorano gratis pur di avere il punteggio>.
<Lei capisce vero? Se l'abilitato oppure l'abilitata accettano, ma in realtà sono disponibili entrambi, preferiamo risparmiare, sa, sono tempi duri per tutti. Peraltro...>.
La suora era un parallelepipedo con gli occhiali. Lui, il giovane uomo, aveva trentatré anni come Cristo, quando i grandi sacerdoti decisero che conveniva toglierlo di torno: troppo bello, troppo intelligente e troppe guarigioni.
<Peraltro>.
<Lei sarebbe disposto a saltare la teoria dell'evoluzione? Sa, le giovani coscienze si potrebbero turbare. Siamo una scuola cattolica: la creazione...>.
Egli pure era cattolico e mai la teoria dell'evoluzione gli era apparsa in contrasto con la creazione in sette giorni, ognuno dei quali, nell'azione divina, poteva durare centinaia di migliaia di anni.
Tuttavia, per sganciarsi da mamma e papà e mantenersi da solo, aveva bisogno di almeno milleduecento euro al mese. Altri due o trecento euro li racimolava vendendo cose su eBay, oppure non avrebbe avuto mai la faccia di dichiararsi alla ragazza che gli aveva ricambiato il sorriso proprio in chiesa, alla messa. Già. Gli piaceva tanto.
Rispose alla suora che non c'erano problemi e avrebbe detto ai ragazzini tutto quello che voleva.
<Se poi viene una signora> continuò il parallelepipedo, <quando finiscono le ore di insegnamento ripulisce la propria aula e i bagni degli allievi>.
Qui, forse, conveniva che egli ripetesse: <Non ci sono problemi, lo faccio io, che ci vuole?>, invece disse:
<Ma non ci sono i bidelli?>.
<Sa, di questi tempi duri. Quindi tra lei e l'abilitato che si accontenta del punteggio, dobbiamo scegliere l'abilitato, ma tra l'uomo e la signora meglio la signora, che ci risparmia la spesa dei bidelli. Peraltro>.
Lo sguardo del ragazzo divenne remoto, ma un angolo delle labbra gli tremò al pensiero che aveva ottenuto quel colloquio con una raccomandazione. Gli scappava da ridere.
<Nel contratto noi scriviamo mille euro, ma lei ne riceverà ottocento, sui quali farà un'elargizione spontanea del venti per cento al nostro istituto>.
<Ho capito> rispose Cristo.
<Le faremo sapere> soffiò la suora restituendogli il curriculum, era quasi l'ora di pranzo e si sentiva deboluccia, soffriva di cali di zuccheri e aveva già mangiato tutte le caramelle mou che nascondeva nelle tasche.
Non lo richiamò mai, ma la ragazza, quella che gli piaceva tanto, la domenica seguente gli sorrise per prima e gli parlò.
Nota: questo racconto è basato su fatti veri.
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