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Il poeta, scrittore e pittore Giovanni De Simone, ha pubblicato una sua recensione del mio lungo lungo racconto Smemoria.
Nel ringraziarlo sentitamente, vorrei dirgli che non mi aspettavo questo suo spontaneo gesto, e le sue parole piene di attenzione riguardo a quell'entità tanto difficile da gestire, che è l'Amore. Per il Signore, per le creature e per la natura in generale. Ho cercato di esprimere come meglio potevo i miei pensieri al riguardo, attraverso un racconto. Il tema non è facile, tenuto conto che si tratta del mio primo tentativo letterario in prosa, oltre alla fiaba Il Paese di Fantasia, che ho pubblicato su questo blog.
Titolo SMEMORIA
Autore Danila Oppio
Genere Romanzo
Casa Editrice Youcanprint
Agosto 2012
Pagine 78
Prezzo € 10
Codice ISBN 978–88 –67513–88-8
Recensione
Oltre a “non so”, chi sono? Chi è? Chi...? Cosa...? Sono le domande ricorrenti di Sibilla, protagonista del romanzo di Danila Oppio. Sibilla, una donna senza memoria o una donna in cerca del perché e del come rafforzare la sua identità, o riappropriarsi di ciò che forse volontariamente o in volontariamente ha rimosso dalla sua mente?
Corrispondenza con Gabriele, l'altro protagonista del romanzo, poesie, personaggi ( J. S. Bach, Spinoza, Montalcino, San Juan de la Cruz, Shakespeare, S. Rachmaninov, altri ) e citazioni collocate nel vuoto gridano, anzi urlano la loro presenza saltando fuori chiare nette e precise. Non sono “schegge" come per il ricordo di Gabriele Moretti (Una lettera un nome che gradatamente prende forma), bensì luce vivida di conoscenze. Ma il personaggio che maggiormente colpisce la Nostra è Sibilla Aleramo. Lei ne adotta il nome come pseudonimo. Il dualismo tra memoria e smemoria non stride, ma si amalgama dando vita ad una narrazione fluida, intrigante e coinvolgente. Prosa e poesia diventano unica cosa sopratutto nelle descrizioni e nelle riflessioni. I fiori poi diventano reali sia nella loro bellezza che nel loro profumo. Sono lì... e puoi prenderli. Occhi, nari e cuore si deliziano e si appagano dando un volto alla vita: la bellezza. Bellezza che prende forma anche nella ricerca di dare un senso alla vita: l'amore. Cosa è mai l'uomo senza amore? (S. Kierkegaard) o per come ha evidenziato Danila “Non sono stata donna, non sono stata spirito, sono stata Amore” -Sibilla Aleramo-). Anche nell'amore tra Sibilla e Gabriele c'è dualismo: amore platonico di S., amore vero di G. Il primo incerto, pauroso, riflessivo, titubante, emozionante, gioioso, ma pur sempre etereo, il secondo sicuro forte, passionale cercano un trait d'union che non possono che trovarlo nell'amore. “Ma in qualsiasi modo definiamo l'amore, la definizione dirà sempre che l'amore è qualcosa di essenziale, che trasforma la vita in destino” (Kundera). In questo dualismo poesia e prosa, come per memoria e smemoria, sono un solo corpo come le belle e armoniose statue greche di Fidia e Mirone. A piccoli passi, dolcemente l'amore vince sull'amore. Quale ? Come? Tocca al lettore scoprirlo. Tengo solo a sottolineare che la Nostra lo immortala creandogli un piedistallo di luce in solo 63 pagine. E ditemi se è poco!
Giovanni De Simone
Autore Danila Oppio
Genere Romanzo
Casa Editrice Youcanprint
Agosto 2012
Pagine 78
Prezzo € 10
Codice ISBN 978–88 –67513–88-8
Recensione
Oltre a “non so”, chi sono? Chi è? Chi...? Cosa...? Sono le domande ricorrenti di Sibilla, protagonista del romanzo di Danila Oppio. Sibilla, una donna senza memoria o una donna in cerca del perché e del come rafforzare la sua identità, o riappropriarsi di ciò che forse volontariamente o in volontariamente ha rimosso dalla sua mente?
Corrispondenza con Gabriele, l'altro protagonista del romanzo, poesie, personaggi ( J. S. Bach, Spinoza, Montalcino, San Juan de la Cruz, Shakespeare, S. Rachmaninov, altri ) e citazioni collocate nel vuoto gridano, anzi urlano la loro presenza saltando fuori chiare nette e precise. Non sono “schegge" come per il ricordo di Gabriele Moretti (Una lettera un nome che gradatamente prende forma), bensì luce vivida di conoscenze. Ma il personaggio che maggiormente colpisce la Nostra è Sibilla Aleramo. Lei ne adotta il nome come pseudonimo. Il dualismo tra memoria e smemoria non stride, ma si amalgama dando vita ad una narrazione fluida, intrigante e coinvolgente. Prosa e poesia diventano unica cosa sopratutto nelle descrizioni e nelle riflessioni. I fiori poi diventano reali sia nella loro bellezza che nel loro profumo. Sono lì... e puoi prenderli. Occhi, nari e cuore si deliziano e si appagano dando un volto alla vita: la bellezza. Bellezza che prende forma anche nella ricerca di dare un senso alla vita: l'amore. Cosa è mai l'uomo senza amore? (S. Kierkegaard) o per come ha evidenziato Danila “Non sono stata donna, non sono stata spirito, sono stata Amore” -Sibilla Aleramo-). Anche nell'amore tra Sibilla e Gabriele c'è dualismo: amore platonico di S., amore vero di G. Il primo incerto, pauroso, riflessivo, titubante, emozionante, gioioso, ma pur sempre etereo, il secondo sicuro forte, passionale cercano un trait d'union che non possono che trovarlo nell'amore. “Ma in qualsiasi modo definiamo l'amore, la definizione dirà sempre che l'amore è qualcosa di essenziale, che trasforma la vita in destino” (Kundera). In questo dualismo poesia e prosa, come per memoria e smemoria, sono un solo corpo come le belle e armoniose statue greche di Fidia e Mirone. A piccoli passi, dolcemente l'amore vince sull'amore. Quale ? Come? Tocca al lettore scoprirlo. Tengo solo a sottolineare che la Nostra lo immortala creandogli un piedistallo di luce in solo 63 pagine. E ditemi se è poco!
Giovanni De Simone
Pubblicato in : , Recensione libri |
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