3° giorno – Il
Simbolo dello Scapolare del Carmine: una spiritualità
Nello Scapolare che
nel sec. XIII il Priore generale dell’Ordine Carmelitano, San Simone Stock
ricevette in visione da Maria, è figurato e significato il rapporto di ogni
carmelitano, ma anche di ogni fedele, con Maria. Questo piccolo abito contiene
in sé il pegno di protezione e di aiuto che Maria offre a chiunque si impegna a
vivere in comunione con lei e a incarnare le sue virtù singolari. Amare Maria
significa imitarla nell’umiltà, che è verità e accettazione di sé dinanzi a Dio
e ai fratelli; di qualsiasi cosa Egli disponga nella nostra vita per la nostra
salvezza; nel servizio sollecito e gioioso della carità; nell’abbandono pieno
di fiducia nelle mani del Padre; nella sua verginità che è la via della
bellezza, è vivere alla presenza di Dio nel silenzio di sé, aperti all’ascolto
di Lui; è purezza di cuore nel parlare, agire e pensare con retta intenzione.
Una vita dunque tutta improntata sulle virtù divine della fede, della speranza
e della carità, mettendo in pratica la Parola, vivendo il Vangelo di Cristo che
è pace, luce, via di vita e di salvezza per ogni uomo. In questo modo il
Carmelo mostra al mondo “l’abito di Maria”, cioè la sua presenza di Madre e
Vergine che attraverso una vita di continua preghiera e profonda unione con il
Verbo genera alla Chiesa sempre nuovi figli di Dio nella gioia profonda di
appartenere intimamente a Cristo, di sentirsi amati e scelti da Lui per
irradiare nel mondo il suo amore.
RIFLESSIONE
DALLE “ESORTAZIONI DELLA BEATA FRANCESCA D’AMBOISE, Capitolo V: Voto di
povertà”.
Ascoltate questa lezione che riguarda
uno dei vostri voti. E’ supposto dagli statuti, ma è anche il principale nella
Regola. Lo dobbiamo rinnovare spesso. Ma non basta rinnovarlo senza osservarlo;
non serve a niente. Non possiamo fare niente di meritorio davanti a Dio, se non
osserviamo bene quanto gli abbiamo promesso, vale a dire i nostri voti.
Grazia a Dio, credo che non ci sia
nessuna proprietaria di oro o di argento, però lo si può essere di volontà e di
attaccamento, tanto di piccole cose che di grandi.
A qualcuna sembra che non sia peccato
possedere piccole cose con l’affetto, invece spesso c’è maggior peccato in una
cosa piccola che in una grande a causa dell’attaccamento disordinato che se ne
ha. Non è la cosa che fa il peccato, ma l’affezione e la volontà. Perciò
nessuna deve prendere e trattenere niente per sé di quanto deve essere
distribuito.
Se voi prendete e vi tenete qualcosa
che pure è vostra, ma pensate e avete paura che se lo si venisse a sapere si
sarebbe scontente di voi, e tuttavia ve la tenete e la conservate, vuol dire
che è una proprietà assai pericolosa, perché non volete che si sappia. Perciò
guardatevi dalla volontà propria, perché l’una viene dall’altra.
Vi prego, non riprendetevi quello che
una volta avete dato a Dio. Se glielo togliete, è un furto e una disonestà
riprendere ciò che una volta si è dato. Siete venute in religione per salvarvi
più facilmente che nel mondo. Guardatevi allora per amor di Dio di non dannarvi
per una piccola cosa. Abbiate spesso riguardo per i vostri quattro voti, senza
la cui osservanza non potrete salvarvi.
Curate il silenzio, che è tanto
necessario per progredire molto e ottenere la salvezza. C’è tempo abbastanza
per parlare. Nessuno si è mai pentito per aver taciuto, ma per aver parlato
troppo.
La nostra Regola ci descrive i beni e
i mali che ne derivano. Col silenzio si favorisce, aumenta e conserva la
giustizia (Regola c. 16); nel molto parlare non manca la colpa, e a volte,
parlando troppo, si parla male e si causa dispiacere a qualcuno.
E’ meglio tacere che parlare troppo.
Abbiamo soltanto una bocca e dentro la lingua è chiusa bene da due muraglie.
Vuol dire che non dobbiamo parlare troppo. Abbiamo due orecchi, vale a dire che
dobbiamo più ascoltare che parlare. Una persona stolta non sa mai tacere; parla
sempre e non sa quel che dice. Uno dei mali più grandi che tempo per questa
casa è dovuto al troppo parlare a voce alta, bassa e nel consiglio. Siamo
donne. Si dice che le donne non sanno tacere. Mi sembra che una persona coscienziosa
e timorata di Dio si guardi bene dal dire parole inutili e oziose, specialmente
quelle che possono nuocere altrui. Non vedrete mai persone veramente religiose
che abbondino in discorsi lunghi, inutili e rumorosi.
Spesso venite riprese sul silenzio.
Ci si corregge e lo si osserva per otto o quindici giorni. C’è chi non transige
affatto si guarda bene di parlare in coro e dopo compieta. Ma ve ne sono altre
più imperfette che si lasciano andare alla minima occasione. Bisogna
ricordarvelo continuamente, ma se sarete più attente e fedeli, non ci sarà
bisogno di ripetersi così spesso nel capitolo.
Sapete bene che dopo che si è parlato
tanto non resta che dispiacere e rimorso di coscienza. Siete tenute a osservare
la vostra Regola, i precetti e le disposizioni della Chiesa sotto pena di
peccato. Dal molto parlare vengono le lunghe confessioni. Ma non è tutto.
Occorre riparare: si ripara correggendosi.
Vi dico che i tempi santi non fanno
le persone sante, ma le persone sante, buone e devote fanno santo il tempo. […]
Cercate di elevarvi e di raccogliervi in voi stesse, riconoscendo questi
benefici e queste grazie, abbandonando tutte le cose di questo mondo,
lasciandole passare e scorrere come se non esistessero; avvicinatevi a Colui
dal quale proviene ogni bene e che può allietarvi e consolarvi, unendovi a lui
con devozione e amore.
Non dico di più, ma vi raccomando la
pace, come al solito.
Preghiamo:
Noi sappiamo bene,
o Madre del Carmelo, che grande è il tuo amore per noi e per quanti portano il
tuo Abito, tanto da chiamarci tuoi figli prediletti. Questa tua preferenza ci
impegna seriamente a non venire mai meno ai particolari doveri che ne derivano.
Tu vuoi che il tuo
Scapolare sia segno esterno di quell’abito interiore che è la Grazia,
partecipazione reale della vita divina che è stata donata a noi con il santo
Battesimo.
Ti preghiamo
affinché non ci manchi mai il tuo patrocinio lungo il difficile svolgersi della
vita e perché le avverse circostanze non ci allontanino dalla via che è Cristo.
Tu fa in modo che
possiamo portare il tuo Abito ogni giorno senza macchia così da dimostrarti con
una vita di virtù che vogliamo essere, per impegno di servizio, buon esempio e
testimoni per tutti i fratelli redenti da Gesù, tuo Figlio. Ave Maria.
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