2° giorno – Il
Carmelo figura di Maria, Madre e Sorella
I primi Fratelli
della B. Vergine del Carmelo erano per lo più pellegrini che approdando sul
santo suolo della Terra di Gesù Cristo, la Palestina; furono rapiti dalla
ricchezza del suo fascino spirituale che rievocava il mistero di amore e
redenzione di Cristo. La Terra santa bagnata e redenta dal Sangue di Cristo,
figura la nostra umanità visitata e redenta dal Verbo che l’ha assunta,
pacificata e riconciliata al Padre con il perdono scaturito dal suo Cuore
trafitto sulla croce. In un tempo di crociate per la riconquista della terra
santa assediata dai saraceni, i primi pellegrini carmelitani scoprirono tutta
la bellezza di vivere in totale ossequio a Gesù Cristo (Regola carm.), di
essere portatori di pace con una vita di preghiera e di intercessione
sull’esempio di Maria che peregrinando nella fede ha posto ogni sua speranza
nell’attesa della salvezza che solo poteva esserci donata dall’autore della
nostra vita e di ogni altro nostro bene: il Messia promesso. Per questa sua
attesa silenziosa e orante, Maria fu fatta degna nella sua persona umile e
accogliente di portarlo in grembo e di offrirlo a tutta l’umanità, diventando
Madre di Dio, nostra Madre e Sorella. Come nostra vera Madre, Maria ci genera a
Cristo; come nostra Sorella Maria ci precede nel cammino della fede incontro a
Cristo.
RIFLESSIONE
DALLE “ESORTAZIONI DELLA BEATA FRANCESCA D’AMBOISE, Capitoli VI e XVI: La
Visita e l’Obbedienza”.
[…] A quelle che sono difettose si
deve dare il buon esempio in tutto. Nel capitolo bisogna avvertirsi con carità.
I capitoli sono fatti per correggere le mancanze. Una persona non può vedere e
conoscere da sola tutte le mancanze che si commettono in una comunità. Se non
ci si avverte e ci si corregge, non c’è religione né riforma, ma desolazione.
Bisogna fare molta attenzione e stare sempre in guardia e nonostante ciò ci
sarà ancora molto da emendare.
Ognuna risponderà per sé. Tuttavia è
certo che chi porta la carica deve rispondere per tutte oltre che per se
stessa. […]
La sorelle o le sorelle che vengano
in tal modo accusate o richiamate, non devono prendersela a male, ma disporsi a
correggersi. Se dovesse succedere di rimproverare o richiamare in capitolo
tutte le religiose in generale per qualche manchevolezza commessa da una sola,
non bisogna mormorare ma portare pazienza, pensando quanto è meglio che
ciascuna abbia la sua parte piuttosto che una la sopporti tutta da sola. Ci può
essere qualcosa che non si può riprendere, ma è necessario parlare a tutte per
la correzione di una sola. C’è chi è permalosa. Se si vedesse ripresa lei sola,
si sentirebbe troppo colpita e perderebbe la pazienza. Per questo è meglio che
tutte si prendano la loro parte e acquistino così maggior merito.
Bisogna fare molta attenzione in
queste visite, poiché a volte si accusano le più gravi mancanze per invidia o
per maggior vergogna. Accuse del genere non sono fatte per carità. Tuttavia
quella che è stata accusata in questo modo deve pensare che Dio lo permette per
il suo bene, e se si tratta di una cosa di cui non si sente colpevole, si
ricordi come lo Spirito Santo parlò bene per bocca di Caifa, il quale
profetizzò la morte di nostro Signore, anche se non lo fece per i suoi meriti e
la sua bontà, ma per testimoniare la verità di ciò che doveva avvenire.
Perciò quello di cui sarete riprese
servirà per mettervi in guardia per il futuro. Elevate il vostro cuore a Dio
che conosce il segreto della coscienza. Non vi deve importare che si dica di voi
bene o male, ma di essere limpide e pure nell’intimo. Se Dio è per voi, chi
sarà contro di voi? Dovete sottomettervi alle sue divine disposizioni.
Sottomettetevi sempre a ragione e con
umiltà, e che ragione e umiltà siano radicate nella carità. Credete sempre più
al criterio e all’opinione degli altri che alla vostra. Non fidatevi troppo del
criterio naturale che Dio vi ha dato. Alcune sono così ardenti nei propri atti
e nelle parole! Dovete essere moderate, senza turbarvi e dar segno di grande
corruccio.
Se vedete qualcosa che non va bene,
specialmente nell’ufficio divino, nel silenzio, nel parlare troppo e male,
potete farlo notare con dolcezza […].
Circa il lavoro e gli altri
regolamenti, potete riprendere qualcuna in particolare […]. Se vi sembra che non
accetti volentieri ciò che dite e vi porti risentimento o indignazione, non
insistete e cercate di raccogliervi in Dio, a vantaggio della vostra anima.
Pregate Dio per quelle che sbagliano, in attesa che si correggano. Sono quelle
che bisogna accusare nelle visite.
Ognuna pensi a se stessa, e cercate
che le mancanze della altre non diventino le vostre. Non guardate il
comportamento delle altre per giudicarlo, ma esaminate il vostro conservando la
carità.
Per l’amore e l’onore della santa
religione che abbiamo qui piantato, osservate il silenzio che è tanto
necessario per progredire e custodire il proprio stato. […]
[…] Ognuna è obbligata a osservare i
quattro voti secondo i quali tutta la religione è stata riformata, ed è tenuta
a vivere secondo i voti questa riforma.
La nostra clausura è larga e
spaziosa. Molte persone che vivono in campagna non ne hanno tanto e quelli che
sono rinchiusi per loro colpa non ne hanno merito e non lo sono per loro
volontà.
In secondo luogo non bisogna avere
niente di proprio. Voi non avete nulla di vostro e non dovete avere alcun
attaccamento ai beni temporali. Deve esservi fornito di quanto vi è necessario,
ma nona volontà e attraverso le incaricate dalla priora, non da altre. Se
ricevete qualcosa dai vostri famigliari o da altri, la priora potrà darla a chi
ne avrà più bisogno; mostrate quello che avete di troppo o ciò al quale
sembrate essere troppo affezionate. Se arriva la povertà la si sopporti e si
abbia pazienza.
Rinunciare e trascurare la propria
volontà, frenando e moderando le proprie passioni, le inclinazioni naturali e
cattive, è il maggior merito che ci possa essere.
La castità credo che sia ben
custodita. Il merito è davvero grande, perché potete guadagnarvi l’aureola
dovuta ai martiri e alle vergini. Non dovete temere né rimpiangere cosa alcuna
che il nemico e il mondo vi potrebbero fare o dire. Siate forti e costanti
nella lotta sino alla fine, siate liete e affidatevi a Dio vostro sposo, che è
sempre con quanti si trovano nella tribolazione delle tentazioni del mondo e
della carne, e il nemico è sconfitto. Il quarto voto è l’obbedienza, ed è il
più difficile. Quando i vostri superiori vi comandano di fare qualcosa e voi
con pertinacia e deliberatamente non la volete fare, restando ferme nella
vostra volontà, voi peccate mortalmente contro l’obbedienza. Non è questione di
sentimenti né di credere di essere più sagge di quelle che comandano e devono
farlo, perché non c’è l’obbligo di obbedire a chiunque. Sappiamo bene a chi
dobbiamo obbedire e chi deve comandarvi. Per obbedire bisogna avere umiltà.
San Francesco aveva due discepoli.
Volendoli provare, li portò con sé a piantare cavoli nell’orto e li fece
mettere con le foglie sotto e le radici all’insù. Uno dei due non si decideva a
farlo. “Padre, gli disse, così no va bene, facciamo così”. Ma il buon San
Francesco gli disse di andarsene: non era adatto per la vita religiosa perché
era troppo saggio.
E’ pericoloso e può creare disordine
in un convento, credere di fare e dire meglio degli altri. E’ necessario che vi
dimentichiate di voi stesse e che non abbiate né corpo né anima; che non
v’importi di finire quel che state facendo, ma di obbedire. Lasciate ogni
attaccamento, perché vi fa perdere l’effetto del merito che potreste
acquistare. Ci troviamo in un campo di battaglia. Il nemico talvolta vi
suggerisce: “Mi caricano di troppi lavori e impegni: perché non lo fanno fare a
un’altra come a me?” Perché questo, perché quello?”. Lasciate tutti questi
“perché” nelle mani della vostra priora e pensate all’obbedienza di nostro
Signore, così grande e decisa che volle patire la morte più dolorosa e
ignominiosa che ci potesse essere, non già per la sua salvezza ma per la
nostra. […]
Preghiamo:
Il tuo Scapolare, o
Maria, è segno di salvezza, non solo del corpo, ma molto più dell'anima. O
Vergine santa, la tua sollecitudine verso i nostri bisogni spirituali ci
conferma che vuoi essere nostra Madre e ci fa crescere la fiducia nella tua
sicura protezione.
Sono molti e
potenti i nemici che da ogni parte ci combattono; tumulti, ansie, paure e
preoccupazioni spesso fanno venir meno la pace del cuore; eppure fiduciosi noi
rivolgiamo lo sguardo a te, Stella luminosa e propizia del Carmelo.
Sotto la tua
protezione troviamo rifugio, santa Madre di Dio: non disprezzare le nostre
suppliche, ma guarda a noi che siamo nella prova e liberaci da ogni pericolo:
Vergine gloriosa e benedetta. Ave Maria.
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