Novena alla B.V. Maria del
Monte Carmelo
Entriamo nel Cuore di Maria:
saremo sicuri di essere
condotti
al porto della nostra
salvezza:
il Figlio suo Gesù Cristo!
in questi giorni che precedono la Festa vogliamo cercare di
conoscere un po’ di più la ricchezza di questa devozione Mariana così diffusa
della Madonna del Carmelo e del suo Scapolare. Ogni giorno metteremo in risalto
brevemente un aspetto di questa devozione così amata dal Popolo di Dio lungo i
secoli.
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1° giorno - Il
Carmelo appartiene a Maria
Il Carmelo è tutto
mariano fin dalle sue radici, il nome dei primi Frati che intorno al 1200
scelsero di vivere una vita di preghiera e penitenza sul monte Carmelo fu
appunto quello di Fratelli di Santa Maria del Monte Carmelo, e a Lei era
dedicata la prima Chiesa nella quale si riunivano ogni giorno per pregare. Ella
era venerata come Signora del luogo, titolo tipico della cultura medioevale, ma
denso di significato anche per noi Carmelitani di oggi. Maria è il decoro e la
bellezza del Carmelo, dell’Ordine Carmelitano a lei tutto consacrato perché
irradi nel mondo il profumo delle sue virtù e la bellezza di una vita rinnovata
da Cristo. I Carmelitani sentivano fortemente la presenza mediatrice di Maria
che con loro pregava come con gli apostoli nel Cenacolo e offriva a Dio la loro
preghiera. Da Maria la cui verginità è la via della bellezza, essi trassero
ispirazione per la propria vita spirituale. Ella è la mediatrice di ogni
preghiera in quanto non solo intercede per noi, ma vivendo in comunione con
Lei, ci aiuta a conformarci ai sentimenti del Figlio suo e il suo Cuore puro
può offrire a Dio la nostra vita e purificare tutto quanto in noi ci mette in
relazione con Lui. Maria è la via sicura di salvezza che ci conduce al Cristo,
Lei che per prima l’ha seguito; è la luce che illumina le nostre scelte
quotidiane e rischiara le nostre coscienze affinché facciamo scelte secondo il
Vangelo, Lei che ha saputo vivere con fede forte e fedele.
RIFLESSIONE DALLE “ESORTAZIONI DELLA
BEATA FRANCESCA D’AMBOISE, Capitolo XVIII: Esortazione”.
Spesso ascoltate questo capitolo che
appartiene alla Regola. Mi piacerebbe che ciascuna lo potesse meditare di
frequente.
Ci istruisce sulla virtù delle fede,
della carità e sul lavorare in silenzio (Regola c. 15). Ma questo silenzio è
difficile da osservare. Si ha un bel dirlo a certune; se non vengono colte sul
fatto e si fa constatare il loro difetto, non serve a nulla.
Bisogna osservarlo specialmente nei
luoghi e nei tempi stabiliti. Non andare e venire per la casa, fermandosi qua e
là e passare il tempo senza far niente. All’uscita dalle ore, ci si rechi
prontamente al lavoro, e altrettanto si faccia prima di pranzo e della cena.
Quelle che hanno incarichi o uffici abbiano molta cura delle loro cose, perché
niente vada perduto per loro negligenza. Ognuna si deve accontentare di quello
che le vien dato. Vediamo che i tempi sono tali che non sappiamo se le vigne saranno vendemmiate e i cereali
raccolti. Per amor di Dio, ciascuna preghi il Signore, in generale e in
particolare, perché voglia che torni la tranquillità. Abbiamo davvero motivo di
rivolgerci a lui.
Il bene della casa sia trattato con
profitto. Guardarsi dall’offendere Dio o la religione. State molto in guardia e
pronte a tornare a Dio, quando a lui piacerà. Che la carità sia sempre
coltivata e custodita, perché senza di essa le nostre opere non sono gradite.
Vi raccomando di non adontarvi facilmente per qualche parola o gesto che può
far dispiacere all’una o all’altra. Se si nota qualche dissapore, ci si informi
di che cosa si tratta per mettere pace. cercate di profittare di tornare a Dio
in molti modi. Vedete quante morti improvvise e le guerre che vi sono tra i
principi. Le tribolazioni sono molto grandi nel mondo e noi ne avremo la nostra
parte se nostro Signore non ha pietà di noi.
Non siate ingrate verso Dio per i
beni e le grazie che vi dona. Considerate lo stato in cui eravate prima di
venire in religione e quello in cui vi trovate adesso. Mantenetevi sempre nei
buoni propositi che avevate agli inizi, quando avete abbandonato il mondo con
tanta umiltà. Siate forti nel combattere e cercate di resistere contro le
vostre cattive inclinazioni
naturali.
Bisogna mortificarsi e fare guerra a
se stesse e non lasciarsi vincere dalle tentazioni. Quando insorge qualche
passione, occorre frenarla. Pensate che è il nemico che vi procura tale
tribolazione, perché quello che non può fare da sé lo fa fare da un altro, per
farci cadere in qualche peccato.
Siate pazienti e benigne e così
potrete vincerlo. Nostro Signore si compiace di starsene con i bonari e con chi
è pieno di buona volontà. Fate in modo che la vostra devozione cresca e aumenti
sempre più. Osservate il fine a cui tendete, come fa l’arciere quando vuole
tirare: tende il suo arco e punta il bersaglio che vuole centrare. Così è
sempre necessario aver la retta intenzione in tutte le opere buone, perché
altrimenti perdiamo il frutto delle nostre azioni.
Quando il carpentiere vuol fare il
suo lavoro, usa il suo regolo per tracciare la linea giusta. Allo stesso modo
anche voi dovete seguire una via diritta con il regolo della discrezione, senza
piegare a destra o a sinistra, dimenticando voi stesse per amor di Dio, come vi
siete impegnate.
Preghiamo:
Siamo venuti a te,
o Maria, perché vogliamo chiederti la grazia di accendere nel nostro cuore la
fiamma del divino amore per iniziare bene questa Novena che intendiamo compiere
in tuo onore e gloria e anche per il nostro profitto spirituale.
Il dono dello
Scapolare è un tuo gesto materno per guidarci nella via della fedeltà agli
impegni battesimali che richiedono da tutti noi l'amore totale a Dio e al
prossimo.
Tu, o Maria, sul
Calvario hai offerto Gesù tuo Figlio, per la salvezza degli uomini, e noi, a te
consacrati mediante lo Scapolare, vogliamo imitarti offrendo al Padre in
sacrificio un po’ di noi stessi per tanti fratelli poveri, che non hanno ne
amore ne pace, ma piangono e soffrono a causa della povertà di spirito e della
sofferenza del corpo. Salvaci, o Madre, per amore del tuo Figlio. Ave Maria.
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