A
volte mi chiedo cosa ci sia ancora da dire, riguardo alla Beata Vergine del
Monte Carmelo, poiché da quando questo santuario è stato eretto dai Padri
Carmelitani, si è sempre parlato di Lei.
Tutti
sanno che la Madonna del Carmine è stata venerata fin dal medioevo, quando un
gruppo di laici – forse crociati sfuggiti da aspre battaglie contro i
musulmani, di certo disgustati dalle lotte tra fratelli in difesa della Terra
Santa, ed in particolare Gerusalemme, - decisero di rifugiarsi sul monte
Carmelo, in comunità di vita e orazione.
Così,
verso la fine del XII secolo, all’epoca della III Crociata 1189-1192, sappiamo
che non ci fu un fondatore ben identificato, ma un gruppo di
pellegrini-penitenti di origine latina, che si raccolsero sul Monte Carmelo –
in Palestina – presso la fonte detta “di Elia” per condurvi vita eremitica. Nel
1238 gli eremiti Carmelitani dovettero abbandonare la culla originaria
dell’Ordine per affrontare un traumatico passaggio in Europa. Con la
trasmigrazione in occidente, iniziò un periodo di particolare sofferenza nel
tentativo di non rinunciare all’impronta eremitica iniziale che chiedeva al
carmelitano di “Meditare notte e giorno la legge del Signore e di vegliare
nella preghiera continua” mentre le condizioni concrete della vita quotidiana
occidentale sembravano negarla. La Riforma carmelitana d S. Teresa di Gesù
offrì una soluzione particolarmente significativa. Nell’agosto del 1462, Santa
Teresa fondò un piccolo monastero totalmente difeso dal mondo (per mezzo della
stretta clausura) ma anche totalmente abbracciato e custodito dalla Chiesa (per
mezzo di una sobria ma intensa vita comunitaria). Affinché la riforma si
estendesse anche nel ramo maschile, con S. Teresa collaborò S. Giovanni della
Croce. Nel 1588 Teresa, con l’aiuto di S. Giovanni della Croce, insegnò anche
ai frati carmelitani a coniugare la più alta esperienza contemplativa (vita di
orazione) con forme semplici ma fruttuose, di dedizione apostolica.
Dopo
di loro, con S. Teresa di Gesù Bambino, S. Teresa Benedetta della Croce, Beata
Benedetta della Trinità ed altri Santi e Beati, il Carmelo ha continuato e
continua ad offrire alla Chiesa la vivente esperienza mariana della grandezza,
cioè della creatura inabitata dalla Trinità e chiamata alla comunione con Dio
vivente.
“Esistono
delle sintonie spirituali, per cui le anime trovano una patria spirituale, dove
il loro cristianesimo e la loro vita spirituale perdono genericità e anonimato
e si configurano in preferenze interiori e in scelte intime. I membri del
Popolo di Dio, specialmente i più impegnati, i più coerenti, i più seri, non
cercano rifugio, ma una “Patria dello Spirito”. E come la cercano?
Istintivamente si rivolgono ai Santi. Attraverso la meditazione dei Santi,
sorgono delle parentele spirituali, cioè come delle vocazioni che fanno
gravitare intorno alle famiglie religiose alcune anime le quali, nelle famiglie
religiose, trovano ispirazione, nutrimento e vita “(Card, A. Ballestrero).
Quale
Madre, più che la Vergine, può farci sentire “famiglia” tra noi e con Cristo,
Suo Figlio, se non Maria?
Tutti
sappiamo che la Madonna è venerata con tanti nomi ed in tanti luoghi, dove è
apparsa, ma forse perché sono carmelitana e lo sono in quanto mi è piaciuto
appartenere a quella che per esteso è la denominazione dei Carmelitani:
“Fratelli e sorelle della Beata Vergine del Monte Carmelo”, per me la Vergine è
tutto: Sorella e Madre, oltre che Amica. E allo stesso modo, con Lei al fianco,
viene spontaneo estendere questo senso di fratellanza a tutti gli esseri umani.
Non ci si può dividere tra fedeli alla Madonna di Pompei, di Fatima, di
Lourdes, di Czestochowa o altri nomi di luoghi in cui Maria è venerata e da cui
prende il nome, così come alla Beata Vergine del Carmelo: resta sempre la
stessa Madre di Dio, e madre umanissima del Vero Uomo Gesù.
Ciò
che mi resta difficile comprendere, è il motivo per cui, in una parrocchia
prettamente carmelitana, il cui Santuario è dedicato a Santa Teresa del Bambino
Gesù, non si senta il desiderio di approfondire la conoscenza del carisma
carmelitano, pur amandone la Vergine ed i suoi Santi. Ci sono diverse chiamate
vocazionali nel Carmelo, verso la vita religiosa maschile, quella femminile di
clausura e di vita attiva, e anche quelle laicali, che non richiedono uno stravolgimento
del proprio stato di vita, ma esclusivamente un modo nuovo di pregare, di
meditare, alla luce degli insegnamenti di S. Teresa. Tutte le persone che
appartengono al Carmelo, che siano Frati, Monache o Laici, fanno parte di un
unico Ordine e della stessa famiglia carmelitana. Con la protezione della Beata
Vergine del Monte Carmelo, ci sentiamo sicuri e in buone mani.
Spero
ardentemente che qualcuno, leggendo, si senta mosso dallo Spirito Santo,
dall’amore per Maria Vergine e dal desiderio di approfondire la spiritualità
carmelitana trovando, magari nel Carmelo, la sua “Patria dello Spirito”.
Buona
Festa del Carmine!
Danila
Oppio – carmelitana secolare
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