AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 7 luglio 2013

BREVE STORIA CARMELITANA



A volte mi chiedo cosa ci sia ancora da dire, riguardo alla Beata Vergine del Monte Carmelo, poiché da quando questo santuario è stato eretto dai Padri Carmelitani, si è sempre parlato di Lei.
Tutti sanno che la Madonna del Carmine è stata venerata fin dal medioevo, quando un gruppo di laici – forse crociati sfuggiti da aspre battaglie contro i musulmani, di certo disgustati dalle lotte tra fratelli in difesa della Terra Santa, ed in particolare Gerusalemme, - decisero di rifugiarsi sul monte Carmelo, in comunità di vita e orazione.
Così, verso la fine del XII secolo, all’epoca della III Crociata 1189-1192, sappiamo che non ci fu un fondatore ben identificato, ma un gruppo di pellegrini-penitenti di origine latina, che si raccolsero sul Monte Carmelo – in Palestina – presso la fonte detta “di Elia” per condurvi vita eremitica. Nel 1238 gli eremiti Carmelitani dovettero abbandonare la culla originaria dell’Ordine per affrontare un traumatico passaggio in Europa. Con la trasmigrazione in occidente, iniziò un periodo di particolare sofferenza nel tentativo di non rinunciare all’impronta eremitica iniziale che chiedeva al carmelitano di “Meditare notte e giorno la legge del Signore e di vegliare nella preghiera continua” mentre le condizioni concrete della vita quotidiana occidentale sembravano negarla. La Riforma carmelitana d S. Teresa di Gesù offrì una soluzione particolarmente significativa. Nell’agosto del 1462, Santa Teresa fondò un piccolo monastero totalmente difeso dal mondo (per mezzo della stretta clausura) ma anche totalmente abbracciato e custodito dalla Chiesa (per mezzo di una sobria ma intensa vita comunitaria). Affinché la riforma si estendesse anche nel ramo maschile, con S. Teresa collaborò S. Giovanni della Croce. Nel 1588 Teresa, con l’aiuto di S. Giovanni della Croce, insegnò anche ai frati carmelitani a coniugare la più alta esperienza contemplativa (vita di orazione) con forme semplici ma fruttuose, di dedizione apostolica.
Dopo di loro, con S. Teresa di Gesù Bambino, S. Teresa Benedetta della Croce, Beata Benedetta della Trinità ed altri Santi e Beati, il Carmelo ha continuato e continua ad offrire alla Chiesa la vivente esperienza mariana della grandezza, cioè della creatura inabitata dalla Trinità e chiamata alla comunione con Dio vivente.
“Esistono delle sintonie spirituali, per cui le anime trovano una patria spirituale, dove il loro cristianesimo e la loro vita spirituale perdono genericità e anonimato e si configurano in preferenze interiori e in scelte intime. I membri del Popolo di Dio, specialmente i più impegnati, i più coerenti, i più seri, non cercano rifugio, ma una “Patria dello Spirito”. E come la cercano? Istintivamente si rivolgono ai Santi. Attraverso la meditazione dei Santi, sorgono delle parentele spirituali, cioè come delle vocazioni che fanno gravitare intorno alle famiglie religiose alcune anime le quali, nelle famiglie religiose, trovano ispirazione, nutrimento e vita “(Card, A. Ballestrero).
Quale Madre, più che la Vergine, può farci sentire “famiglia” tra noi e con Cristo, Suo Figlio, se non Maria?
Tutti sappiamo che la Madonna è venerata con tanti nomi ed in tanti luoghi, dove è apparsa, ma forse perché sono carmelitana e lo sono in quanto mi è piaciuto appartenere a quella che per esteso è la denominazione dei Carmelitani: “Fratelli e sorelle della Beata Vergine del Monte Carmelo”, per me la Vergine è tutto: Sorella e Madre, oltre che Amica. E allo stesso modo, con Lei al fianco, viene spontaneo estendere questo senso di fratellanza a tutti gli esseri umani. Non ci si può dividere tra fedeli alla Madonna di Pompei, di Fatima, di Lourdes, di Czestochowa o altri nomi di luoghi in cui Maria è venerata e da cui prende il nome, così come alla Beata Vergine del Carmelo: resta sempre la stessa Madre di Dio, e madre umanissima del Vero Uomo Gesù.
Ciò che mi resta difficile comprendere, è il motivo per cui, in una parrocchia prettamente carmelitana, il cui Santuario è dedicato a Santa Teresa del Bambino Gesù, non si senta il desiderio di approfondire la conoscenza del carisma carmelitano, pur amandone la Vergine ed i suoi Santi. Ci sono diverse chiamate vocazionali nel Carmelo, verso la vita religiosa maschile, quella femminile di clausura e di vita attiva, e anche quelle laicali, che non richiedono uno stravolgimento del proprio stato di vita, ma esclusivamente un modo nuovo di pregare, di meditare, alla luce degli insegnamenti di S. Teresa. Tutte le persone che appartengono al Carmelo, che siano Frati, Monache o Laici, fanno parte di un unico Ordine e della stessa famiglia carmelitana. Con la protezione della Beata Vergine del Monte Carmelo, ci sentiamo sicuri e in buone mani.
Spero ardentemente che qualcuno, leggendo, si senta mosso dallo Spirito Santo, dall’amore per Maria Vergine e dal desiderio di approfondire la spiritualità carmelitana trovando, magari nel Carmelo, la sua “Patria dello Spirito”.
Buona Festa del Carmine!

Danila Oppio – carmelitana secolare



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