AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

martedì 12 marzo 2013

CONCLAVE


SOSTENIAMO I NOSTRI PASTORI con la forza della fede e aiutiamoli a portare il peso di questi giorni (Gal 6,2).


Con la preghiera e il digiuno possiamo essere come Mosè ed i suoi aiutanti, che con la preghiera ottennero forza e protezione per l'esercito di Israele (Es 17,8-15).



Come gli apostoli insieme a Maria nel giorno di Pentecoste, IMPLORIAMO LO SPIRITO SANTO (At 1,14) perché illumini i cardinali e li apra alla volontà di Dio, così che pensino i Suoi pensieri, compiano le Sue azioni, dicano le Sue parole. Con tutto il cuore desideriamo che attraverso i cardinali si compia il disegno saggio e provvidenziale di Dio.



VIDEO: VENI CREATOR SPIRITUS - "Lasciatevi guidare dallo Spirito Santo" (Gal
5,16)http://www.youtube.com/watch?v=U9k0QtVSiI4

Signore Gesù, pastore eterno di tutti i fedeli,
tu che hai costruito la tua Chiesa sulla roccia di Pietro,
assisti continuamente il Papa
perchè sia, secondo il tuo progetto,
il segno vivente e visibile, e il promotore instancabile
dell'unità della tua Chiesa nella verità e nell'amore.
Per Cristo nostro Signore.

Amen.

Sodano, l’omelia prima del Conclave e le indicazioni di voto

Il Cardinale decano Angelo Sodano
Il Cardinale decano Angelo Sodano
Durante la sua omelia, il cardinale decano Angelo Sodano ha toccato alcuni punti ricordando le qualità che dovrà avere il nuovo papa: ha ricordato come dovrà costituire una fonte di amore e di carità, e “massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione“, citandoBenedetto XVI dimissionario. Ha ricordato come San Paolo abbia avuto a cuore l’unità della chiesa, unità che è stata messa a dura prova: “tutti noi dobbiamo collaborare ad edificare l’unità della Chiesa“, ha detto il decano. Ha ricordato come “gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale” e ha auspicato che il suo successore sappia fare altrettanto.
Questo il profilo del nuovo papa: evangelizzatorecooperatore internazionaleattento all’unità della chiesa.
Ecco il testo integrale dell’omelia del decano Angelo Sodano ai cardinali prima di entrare in conclave:
Cari Concelebranti, distinte Autorità, Fratelli e Sorelle nel Signore!
Canterò in eterno le misericordie del Signore” è il canto che ancora una volta è risuonato presso la tomba dell’Apostolo Pietro in quest’ora importante della storia della Santa Chiesa di Cristo. Sono le parole del Salmo 88 che sono fiorite sulle nostre labbra per adorare, ringraziare e supplicare il Padre che sta nei Cieli. “Misericordias Domini in aeternum cantabo”: è il bel testo latino, che ci ha introdotto nella contemplazione di Colui che sempre veglia con amore sulla sua Chiesa, sostenendola nel suo cammino attraverso i secoli e vivificandola con il suo Santo Spirito.
Anche noi oggi con tale atteggiamento interiore vogliamo offrirci con Cristo al Padre che sta nei Cieli per ringraziarlo per l’amorosa assistenza che sempre riserva alla sua Santa Chiesa ed in particolare per il luminoso Pontificato che ci ha concesso con la vita e le opere del 265º Successore di Pietro, l’amato e venerato Pontefice Benedetto XVI, al quale in questo momento rinnoviamo tutta la nostra gratitudine.
Allo stesso tempo oggi vogliamo implorare dal Signore che attraverso la sollecitudine pastorale dei Padri Cardinali voglia presto concedere un altro Buon Pastore alla sua Santa Chiesa. Certo, ci sostiene in quest’ora la fede nella promessa di Cristo sul carattere indefettibile della sua Chiesa. Gesù, infatti, disse a Pietro: “Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa” (cfr. Mt 16,18).
Miei fratelli, le letture della Parola di Dio che or ora abbiamo ascoltato ci possono aiutare a comprendere meglio la missione che Cristo ha affidato a Pietro ed ai suoi Successori.
1. Il messaggio dell’amore
La prima lettura ci ha riproposto un celebre oracolo messianico della seconda parte del libro di Isaia, quella parte che è chiamata “il Libro della consolazione” (Is 40-66). È una profezia rivolta al popolo d’Israele destinato all’esilio in Babilonia. Per esso Dio annunzia l’invio di un Messia pieno di misericordia, un Messia che potrà dire: “Lo spirito del Signore Dio è su di me… mi ha mandato a portare il lieto annunzio ai poveri, a fasciare le piaghe dei cuori spezzati, a proclamare la libertà degli schiavi, la scarcerazione dei prigionieri, a promulgare l’anno di misericordia del Signore” (Is 61,1-3).
Il compimento di tale profezia si è realizzato appieno in Gesù, venuto al mondo per rendere presentel’amore del Padre verso gli uomini. È un amore che si fa particolarmente notare nel contatto con la sofferenza, l’ingiustizia, la povertà, con tutte le fragilità dell’uomo, sia fisiche che morali. È nota al riguardo la celebre Enciclica del Papa Giovanni Paolo II “Dives in misericordia”, che soggiungeva: “il modo in cui si manifesta l’amore viene appunto denominato nel linguaggio biblico ‘misericordia’” (Ibidem, n. 3).
Questa missione di misericordia è stata poi affidata da Cristo ai Pastori della sua Chiesa. È una missione che impegna ogni sacerdote e vescovo, ma impegna ancor più il Vescovo di Roma, Pastore della Chiesa universale. A Pietro, infatti, Gesù disse: “Simone di Giovanni, mi ami tu più di costoro?… Pasci i miei agnelli” (Gv 21,15). È noto il commento di S. Agostino a queste parole di Gesù: “sia pertanto compito dell’amore pascere il gregge del Signore”; “sit amoris officium pascere dominicum gregem” (In Iohannis Evangelium, 123, 5; PL 35, 1967).
In realtà, è quest’amore che spinge i Pastori della Chiesa a svolgere la loro missione di servizio agli uomini d’ogni tempo, dal servizio caritativo più immediato fino al servizio più alto, quello di offrire agli uomini la luce del Vangelo e la forza della grazia.
Così lo ha indicato Benedetto XVI nel Messaggio per la Quaresima di questo anno (cfr. n. 3). Leggiamo, infatti, in tale messaggio: “Talvolta si tende, infatti, a circoscrivere il termine ‘carità’ alla solidarietà o al semplice aiuto umanitario. È importante, invece, ricordare che massima opera di carità è proprio l’evangelizzazione, ossia il ‘servizio della Parola’. Non v’è azione più benefica, e quindi caritatevole, verso il prossimo che spezzare il pane della Parola di Dio, renderlo partecipe della Buona Notizia del Vangelo, introdurlo nel rapporto con Dio: l’evangelizzazione è la più alta e integrale promozione della persona umana. Come scrive il Servo di Dio Papa Paolo VI nell’Enciclica Populorum progressio: è l’annuncio di Cristo il primo e principale fattore di sviluppo (cfr. n. 16)”.
2. Il messaggio dell’unità
La seconda lettura è tratta dalla Lettera agli Efesini, scritta dall’Apostolo Paolo proprio in questa città di Roma durante la sua prima prigionia (anni 62-63 d.C.).
È una lettera sublime nella quale Paolo presenta il mistero di Cristo e della Chiesa. Mentre la prima parte è più dottrinale (cap. 1-3), la seconda, dove si inserisce il testo che abbiamo ascoltato, è di tono più pastorale (cap. 4-6). In questa parte Paolo insegna le conseguenze pratiche della dottrina presentata prima e comincia con un forte appello alla unità ecclesiale: “Vi esorto dunque io, il prigioniero nel Signore, a comportarvi in maniera degna della vocazione che avete ricevuto, con ogni umiltà, mansuetudine e pazienza, sopportandovi a vicenda con amore, cercando di conservare l’unità dello spirito per mezzo del vincolo della pace (Ef 4,1-3).
S. Paolo spiega poi che nell’unità della Chiesa esiste una diversità di doni, secondo la multiforme grazia di Cristo, ma questa diversità è in funzione dell’edificazione dell’unico corpo di Cristo: “È lui che ha stabilito alcuni come apostoli, altri come profeti, altri come evangelisti, altri come pastori e maestri, per rendere idonei i fratelli a compiere il ministero, al fine di edificare il corpo di Cristo” (cfr. 4,11-12).
È proprio per l’unità del suo Corpo Mistico che Cristo ha poi inviato il suo Santo Spirito ed allo stesso tempo ha stabilito i suoi Apostoli, fra cui primeggia Pietro come il fondamento visibile dell’unità della Chiesa.
Nel nostro testo San Paolo ci insegna che anche tutti noi dobbiamo collaborare ad edificare l’unità della Chiesa, poiché per realizzarla è necessaria “la collaborazione di ogni giuntura, secondo l’energia propria di ogni membro” (Ef 4,16). Tutti noi, dunque, siamo chiamati a cooperare con il Successore di Pietro, fondamento visibile di tale unità ecclesiale.
3. La missione del Papa
Fratelli e sorelle nel Signore, il Vangelo di oggi ci riporta all’ultima cena, quando il Signore disse ai suoi Apostoli: “Questo è il mio comandamento: che vi amiate gli uni gli altri, come io vi ho amati” (Gv 15,12). Il testo si ricollega così anche alla prima lettura del profeta Isaia sull’agire del Messia, per ricordarci che l’atteggiamento fondamentale dei Pastori della Chiesa è l’amore. È quell’amore che ci spinge ad offrire la propria vita per i fratelli. Ci dice, infatti, Gesù: “nessuno ha un amore più grande di questo: dare la vita per i propri amici” (Gv 15,12).
L’atteggiamento fondamentale di ogni buon Pastore è dunque dare la vita per le sue pecore (cfr. Gv 10,15). Questo vale soprattutto per il Successore di Pietro, Pastore della Chiesa universale. Perché quanto più alto e più universale è l’ufficio pastorale, tanto più grande deve essere la carità del Pastore. Per questo nel cuore di ogni Successore di Pietro sono sempre risuonate le parole che il Divino Maestro rivolse un giorno all’umile pescatore di Galilea: “Diligis me plus his? Pasce agnos meos… pasce oves meas“; “Mi ami più di costoro? Pasci i miei agnelli… pasci le mie pecorelle!” (cfr. Gv 21,15-17).
Nel solco di questo servizio d’amore verso la Chiesa e verso l’umanità intera, gli ultimi Pontefici sono stati artefici di tante iniziative benefiche anche verso i popoli e la comunità internazionale, promovendo senza sosta la giustizia e la pace. Preghiamo perché il futuro Papa possa continuare quest’incessante opera a livello mondiale.
Del resto, questo servizio di carità fa parte della natura intima della Chiesa. L’ha ricordato il Papa Benedetto XVI dicendoci: “anche il servizio della carità è una dimensione costitutiva della missione della Chiesa ed è espressione irrinunciabile della sua stessa essenza” (Lettera apostolica in forma di Motu proprio Intima Ecclesiae natura, 11 novembre 2012, proemio; cfr. Lettera Enciclica Deus caritas est, n. 25).
È una missione di carità che è propria della Chiesa, ed in modo particolare è propria della Chiesa di Roma, che, secondo la bella espressione di S. Ignazio d’Antiochia, è la Chiesa che “presiede alla carità”; “praesidet caritati” (cfr. Ad Romanos, praef.; Lumen gentium, n. 13).
Miei fratelli, preghiamo perché il Signore ci conceda un Pontefice che svolga con cuore generoso tale nobile missione. Glielo chiediamo per intercessione di Maria Santissima, Regina degli Apostoli, e di tutti i Martiri ed i Santi che nel corso dei secoli hanno reso gloriosa questa Chiesa di Roma. Amen!
Daniele Milazzo

Svolta storica in Vaticano, ecco i papabili


CONCLAVE 2005

Il Conclave a marzo eleggerà un pontefice per una fase nuova nella vita della chiesa

GIACOMO GALEAZZICITTÀ DEL VATICANO
E ora? Dopo le dimissioni del Papa subentreranno le diverse autorità della sede vacante e della preparazione del Conclave, senza che ci siano i novendiali e le altre cerimonie che in passato hanno accompagnato la sede vacante per le esequie del Sommo Pontefice."A quel punto avranno luogo le attività delle congregazioni dei cardinali che si orienteranno sulle elezione fin dall'inizio e, visto che questo comincia dal primo di marzo, e che l'esperienza ci parlava in passato di una elezione nel giro di 15-20 giorni, possiamo prevedere che nel mese di marzo dovremmo avere il nuovo Papa, per Pasqua", spiega il portavoce vaticano padre Federico Lombardi.

Passati gli ottanta i cardinali non partecipano al conclave per eleggere il successore di Pietro. Questo formalmente non impedisce di essere eletti. Intanto nei corridoi della Curia romana corrono i nomi dei papabili. Il più accreditato successore di Joseph Ratzinger è l'arcivescovo ciellino di Milano, Angelo Scola. Subito dopo l'annuncio choc delle dimissioni di Benedetto XVI dal pontificato si affacciano le prime speculazioni sui possibili successori: uno dei papabili è il cardinale austriaco Christoph Schoenborn. L'arcivescovo di Vienna, 67 anni, rientra nel solco della tradizione segnata da Benedetto XVI, ma portavoce di una linea riformista nella Chiesa cattolica. Potrebbe essere scoccata l'or adel primo Pontefice "extra-europeo" della storia. In pole position, il filippino Luis Antonio Tagle, l'americano Timothy Dolan, il brasiliano d'origini tedesche  Odilo Pedro Scherer. Vengono attribuite chances anche ai porporati di Curia, il franco canadese Marc Ouellet (prefetto dei Vescovi), l'italiano Gianfranco Ravasi, a capo della Cultura, l'argentino Leonardo Sandri, prefetto delle Chiese orientali,il francese Jean-Louis Tauran (responsabile del dialogo interreligioso), il ghanese Peter Kodwo Appiah Turkson,ministro degli Affari sociali. E molti ricordano che già prima della sua elezione al Soglio di Pietro lo stesso Joseph Ratzinger disse nel 2004 a una televisione teledesca che i tempi erano maturi per un pontefice di colore. 

Benedetto XVI "naturalmetne non parteciperà al Conclave", ha precisato il portavoce vaticano, padre Federico Lombardi. Joseph Ratzinger, precisa padre lombardi, "ha detto molte volte che aveva pensato di dedicare la sua età anziana alla preghiera e allo studio, alla riflessione, eventualmente alla scrittura. Sono tutte cose che può fare liberissimamente e immaginiamo possa compiere, dipenderà da lui". Dunque Benedetto XVI non sarà più Papa dal 28 febbraio.

E la notizia diffusa dalle agenzie ha subito trovato riscontri sulle lavagne dei bookmaker d'oltremanica, che già nel 2011 si erano messi all'erta dopo le voci, poi smentite, sulle sue dimissioni. Stavolta l'addio al pontificato è certo e in lavagna sono aperte le scommesse sul successore. Sulla provenienza, la "battaglia" è tra Italia e Africa, date rispettivamente a 2,75 e 3,00 dai quotisti dell’agenzia Paddy Power.

Un testa a testa che trova conferma anche nella lista dei nomi: il cardinale nigeriano Francis Arinze, fa sapere Agipronews, è la prima scelta a 2,90, seguito a 3,25 dal ghanese Peter Turkson e dal cardinale canadese Marc Ouellet (6,00). Il primo italiano è l'arcivescovo Angelo Scola (8,00), seguito dal cardinale Bertone a 13,00. Si punta anche sul nome del prossimo pontefice: Pietro è avanti a 5,00, Pio segue a 6,00, Giovanni Paolo e Giovanni sono a 7,00, mentre un altro Benedetto si gioca a 9,00.



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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi