Ho scritto quel breve racconto: "L'uscita di Carla", pensando a quante esistenze si annullano, a favore di altre. Missionari che rinunciano a tutto, pur di dare un aiuto a quei popoli che mancano del necessario. . Genitori che si occupano notte e giorno dei figli handicappati, non autonomi. Figli che si prendono cura dei genitori anziani, magari colpiti da alzheimer e potrei continuare all'infinito. Sono missionari anche quei genitori e quei figli. Una missione compiuta nell'anonimato, con tanta buona volontà.
Ma....nessuno è santo. La fragilità fa parte della natura umana. Ogni tanto, il desiderio di evasione, di un po' di vacanza, per ritemprare lo spirito, o per recuperare le forze fisiche, si fa impellente. E' umanamente comprensibile.
Quanti genitori ricoverano i figli disabili, in istituti appositi, per non dover rinunciare alla propria libertà personale, o semplicemente perché non si sentono in grado di adempiere un sacrificio superiore alle loro capacità? Quanti figli, di fronte alla vecchiaia dei genitori, o colpiti da qualche malattia degenerativa, decidono di inserirli in una casa di cura per anziani, per lo stesso motivo? Molti di più di quanto si pensi. Vuoi perché la loro attività lavorativa impedisce di prendersi cura del figlio o del genitore, vuoi, molto più banalmente, perché preferiscono ascoltare il proprio egoismo, piuttosto che dedicarsi all'altro.
Comprendo quindi la stanchezza che prende chi si è accollato un così grande impegno, e anche qualche eventuale scatto di nervi, dovuto allo stress. Ma, per quanto questo possa succedere, un genitore o un figlio che ama il proprio congiunto, non arriverà mai a "slegarsi" dall'impegno che la sua coscienza gli ha consigliato.
Ecco perché Carla sogna una piccola evasione, spende qualche lacrima, non di dolore, ma dovuta alla solitudine in cui è costretta, aiutata da nessuno, caricata da una grande responsabilità, dalla quale non si tira indietro...va quindi a fare la spesa, e torna alla sua vita di tutti i giorni, Ci sarà un posto in Paradiso per lei, dove riposare dalle fatiche della vita. Di questo ne è certa, e allora un sorriso torna ad illuminare il suo volto.
Quel racconto l'ho letto, è stracolmo di verità e quello che dici qui sopra avvalora quella verità che riguarda tutti noi,dalle mamme ai figli e anche ai padri che comunque fanno parte sempre della stessa famiglia, come sorelle e fratelli.
RispondiEliminaL'indifferenza, lo sai, è "regina" del nostro tempo
Ciao
Gavino
Purtroppo sacrosanta verità! L'indifferenza regna sovrana!
RispondiEliminaGrazie Gavino per la condivisione del mio pensiero, ma conoscendoti, so come la pensi!
ciao!