Nelle comunità cristiane, nate ormai più di duemila anni fa, dopo la passione, morte e resurrezione del Maestro, hanno scelto la parola ecclesìa in greco, ecclesia, in latino: "assemblea".
E allora, all'interno di questa meravigliosa assemblea, di questi fratelli e sorelle che si incontravano, emergevano quasi spontaneamente delle designazioni, e alcuni membri della comunità venivano ordinati episcopi, presbiteri, diaconi, Erano - prendiamo l'immagine del gregge nel senso buono . come dei pastori.
E' per questo che l'episcopo ha una maggiore autorevolezza, ma no un autoritarismo: perché gli episcopi, i presbiteri, i diaconi, come pastori, sono al servizio dei fratelli e delle sorelle, che camminano insieme, cercando di andare a incontrare Gesù, il loro Maestro, che cammina beneficando tutti coloro che incontra. In modo particolare il Maestro Gesù va a cercare gli affaticati, i sofferenti, gli ammalati, fino a far risorgere il suo amico Lazzaro.
L'importanza dell'"uomo religioso" è questa: ormai l'antropologia, a un livello scientifico, afferma che questa grande divinità, grande amore - qualcuno potrebbe dire la grande Madre Natura - ha donato a ciascuna creatura che nasce un quoziente di intelligenza, un quoziente della creatività e un quoziente della spiritualità: l'antropologia chiama quest'ultimo: "punto di Dio".
Ci sono delle donne e degli uomini che sono consapevoli di avere questa energia vitale - nella propria interiorità, nella propria profondità - che è la religiosità, la spiritualità. E sono quelli che scelgono un maestro. Sono quelli che si uniscono in assemblee, si uniscono in chiese, diremmo oggi.
Che vogliono incontrarsi per verificarsi in questo cammino di ascesi, e in questo si vede come la religione cerchi di unire, di consolare, di sostenere, cerchi di stimolare: insomma, la religione è un'esigenza profonda, antichissima, che fa parte dell'essenza del genere umano, cioè di gruppi che vogliono poi essere testimoni, per portare a tutti quelli che incontrano questa loro notizia, questa loro novella - la parola religione è un po' restrittiva - una notizia che è buona, una Buona Novella, una grande gioia: un annuncio di liberazione, di riscoperta della dignità umana.
La persona si trova di fronte all'immensità dell'universo, alle vicende della vita, alle difficoltà che deve affrontare, ed è allora che cerca di entrare in contatto con questa divinità, con la sua trascendenza, è allora che nasce la preghiera: nasce come desiderio di incontro, Così nelle religioni monoteistiche, c'è questo grande incontro con il Padre, un Padre che è anche madre; è - per dirlo con un'altra espressione - un amore "a perdere", cioè un amore proprio che viene donato.
E allora la persona, la donna, l'uomo, il giovane, la giovane, cercano di entrare in contatto con Dio, e così nascono le preghiere: ci sono anche delle formule prefissate, ma la vera preghiera è un'esigenza: direi che la sintesi di questo è lo "slogan" lanciato dal nostro san Benedetto -tra l'altro Patrono d'Europa - nel 600 dopo Cristo: "Ora et labora".
Il che vuol dire: la preghiera non ti impedirà di lavorare, insieme a tutti gli altri uomini, per far crescere la città a misura umana.
Don Andrea Gallo
Un discorso semplice, per spiegare che la preghiera non è solo quella che si recita con formulari prefabbricati, ma soprattutto l'orazione mentale, che sgorga naturalmente dal cuore, dall'anima, un dialogo diretto con Dio, come Santa Teresa d'Avila ha ben spiegato nelle sue opere.
Ma Don Gallo è un don tutto speciale, ironico, allegro e racconta che una volta il Cardinale Tettamanzi gli chiese: "Gallo, tu preghi?".
Gli rispose: "Quando voi superiori mi fate delle zuppe è chiaro che prego. Però, eminenza, io ho una preghiera che per divulgarla so che ci vuole il suo nulla osta...Me lo dà il nulla osta?
E lui: " E qual'è questa preghiera?"
" I primi 12 articoli della Costituzione".
Fantastico!
Non sto a ricopiarvi i primi 12 articoli costituzionali, ma se ve li andate a leggere, capirete cosa intendesse dire don Gallo, al riguardo. Purtroppo...non sono conosciuti o sono stati dimenticati.
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