Il gesto delle ceneri,
segno di conversione
segno di conversione
Il rito che apre al tempo di
preparazione alla Pasqua secondo la tradizione del rito romano e quella del
rito ambrosiano. Il criterio liturgico indicato dal Messale
di Claudio
MAGNOLI
10.02.2013
Da circa 14
secoli la Quaresima romana inizia con il mercoledì che precede la sesta
domenica prima di Pasqua. Questo giorno è chiamato “delle Ceneri”, perché, da
più di un millennio, la benedizione delle ceneri e la loro imposizione sul capo
dei fedeli sono parte integrante della messa d’inizio Quaresima. Non così è
stato per la Quaresima ambrosiana, che ha custodito fino a oggi l’ingresso
festivo domenicale, rimandando al lunedì il primo vero giorno penitenziale, in
obbedienza alla regola dettata da sant’Ambrogio che «in Quaresima si digiuna
tutti i giorni, eccetto il sabato e la domenica».
Quanto al
rito delle ceneri, il cui contesto originario era stato il primo giorno delle
litanie triduane celebrate nella prima parte della settimana dopo l’Ascensione,
esso non divenne mai un elemento liturgico di primo piano. L’influsso romano si
fece però sentire anche a Milano e così si sviluppò la consuetudine di imporre
le ceneri il primo lunedì di Quaresima o, derogando al principio che esclude
forti gesti penitenziali di domenica, al termine delle sante messe della
«domenica all’inizio di Quaresima», con un rito contiguo alla celebrazione
eucaristica, ma da esso adeguatamente distinto.
Seguendo un
criterio genuinamente liturgico, volto a salvaguardare il valore festivo della
domenica, il Messale ambrosiano in vigore continua a indicare nel primo lunedì
di Quaresima (al termine della santa messa o in un’apposita liturgia della
parola), il giorno dell’imposizione delle ceneri, senza tuttavia escludere, per
ragioni pastorali, una sua possibile anticipazione al termine delle messe
domenicali, a esclusione della messa vigiliare del sabato, celebrata in un
clima esterno ancora tutto carnevalesco.
Fino alla
recente riforma conciliare l’imposizione delle ceneri era accompagnata dalle
parole: «Ricordati che sei polvere e in polvere tornerai». Tratte dal libro
della Genesi (Gen 3,19), queste parole invitavano a meditare sulla finitezza
dell’uomo a causa del suo peccato. L’intento di questa meditazione non era però
quello di ingenerare sentimenti di sconforto e di disperazione. Al contrario,
l’attivazione di uno sguardo realistico sul poco o nulla di cui siamo fatti
doveva indurre a maturare la decisione di intraprendere un energico cammino di
liberazione dal male per aprirsi con fiducia alla promessa di Gesù: «Io sono la
risurrezione e la vita; chi crede in me, anche se muore, vivrà» (Gv 11,25).
Il Messale
in vigore conferma le parole tradizionali e il loro valore, ma offre una
possibile, e in certo modo preferibile, alternativa: «Convertitevi e credete al
Vangelo». Con queste parole viene riproposto, in avvio di Quaresima, l’invito
con cui Gesù, secondo l’evangelista Marco (Mc 1,15), diede inizio alla sua
predicazione in Galilea, e l’imposizione delle ceneri, frutto della combustione
degli ulivi benedetti nella precedente domenica delle Palme, richiama il
cammino penitenziale necessario per un’autentica conversione del cuore e per
una piena accoglienza del Vangelo come norma di vita. Entrambe le formule
parlano un linguaggio severo, ma pieno di forza e di saggezza, per chi - come
dice una delle preghiere di benedizione delle ceneri -, attraverso l’itinerario
spirituale della Quaresima, desidera giungere interiormente rinnovato a
celebrare con gioia la Pasqua del Signore.
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