Io rinascerò
cervo a primavera
oppure diverrò
gabbiano da scogliera
senza più niente da scordare
senza domande più da fare
con uno spazio da occupare
e io rinascerò
amico che mi sai capire
e mi trasformerò in qualcuno
che non può più fallire
una pernice di montagna
che vola eppur non sogna
in una foglia o una castagna
e io rinascerò
amico caro amico mio
e mi ritroverò
con penne e piume senza io
senza paura di cadere
intento solo a volteggiare
come un eterno migratore...
Senza paura di cadere
intento solo a volteggiare
come un eterno migratore
e io rinascerò
senza complessi e frustrazioni
amico mio ascolterò
le sinfonie delle stagioni
con un mio ruolo definito
così felice d'esser nato
fra cielo terra e l'infinito
ah...
e io rinascerò
senza complessi e frustrazioni
amico mio ascolterò
le sinfonie delle stagioni
con un mio ruolo definito
così felice d'esser nato
fra cielo terra e l'infinito
ah...
e io rinascerò
io rinascerò
Quanto ho amato questa canzone!! Grazie per averla riproposta! Bye
RispondiEliminaGio
Anch'io, sul mio blog, ho appena pubblicato una poesia di speranza, è proprio questo il momento di consolarci con l'arte, il canto e la bellezza presenti nell'animo umano.
RispondiEliminaQuesta canzone mi ha sempre dato brividi di gioia...bella come musica, e poetica nel testo. Ma Cocciante è Cocciante, basti ascoltare il suo Notre Dame, commedia musicale tratta dai Miserabili di Victor Hugo, per capire quanto sia grande questo artista!
RispondiEliminaHo letto la tua poesia, Mimma, e se non erro, credo sia quella che ho pubblicato su Gironzolando...mi confermi?
Un grande abbraccio ad entrambe