Mi sono guardata intorno, in
questi giorni, per cercare un argomento relativo al Natale, che non fosse la
solita tiritera trita e ritrita, sul significato del Natale, su quello che in
effetti è diventato, allontanandosi dalla sua vera identità.
Com’è il Natale oggi? Molto
laicizzato. Ormai imperano luminarie, abeti decorati, il Presepe è quasi
scomparso. La corsa all’assalto dei regali esiste ancora, lo si nota nei grandi
magazzini, ma la gente esce con acquisti inferiori al solito, cerca il prodotto
meno caro, e spesso se ne va a mani vuote. Entra negli ipermercati per passare
il tempo, forse anche per riscaldarsi un poco. E i negozianti vendono tutto
scontato, non dopo le feste, com’era consuetudine, ma già da prima, perché se
vogliono ricavare qualcosa, devono incentivare gli acquisti, proponendo prezzi
notevolmente ribassati. E’ crisi, e grande! Ma, malgrado la crisi economica,
noi possiamo ritenerci ancora fortunati: se alla tavola delle feste serviamo
cibi poco costosi, non moriamo certo di fame.
Penso invece a quelle popolazioni
della Terra, quelle definite “del Terzo Mondo” e che forse, o senza dubbio,
sono così ridotte per colpa della globalizzazione, delle speculazioni, delle
guerre volute dal Primo Mondo, da noi occidentali. Gente ridotta alla fame,
alle tribolazioni più gravi, colpita da epidemie, tremende malattie cui non vanno
prestate cure adeguate. Penso ai bambini che muoiono ogni giorno,
sottoalimentati, e a quelli che invece finiscono la loro piccola vita, uccisi
dalle armi da guerra, o da assassini che sparano a raffica su di loro, nelle
scuole, per follia, o per il semplice gusto di farlo, perché la vita ormai
conta tanto poco, nell’indifferenza più assoluta. Penso a quei genitori, che si
sono visti strappare dalla famiglia il più grande bene: le loro creature. E tra
pochi giorni è Natale, e magari avevano già acquistato i doni da mettere
accanto al Presepe, o sotto l’albero.
Penso ai nostri bambini, che
forse fanno capricci perché non troveranno, questo 25 dicembre, quanto
richiesto nella letterina a Babbo Natale o a Gesù Bambino.
Penso a tutti coloro che non
hanno un tetto sulla testa, e dormono all’addiaccio, in queste giornate da
Bianco Natale, innevate, gelide, proprio come da cliché…cade la neve in bianchi
fiocchi…che spettacolo! Si, per te, per me, che abbiamo la casa riscaldata,
abiti adeguati per difenderci dal freddo, cibo a volontà per incamerare
calorie…
Barboni, li chiamiamo, o
Clochard, che fa più fine, ma resta la triste realtà dei senzatetto, e questa
parola non è né fine né simpatica, è il termine più drammatico della situazione
reale di molte persone. Sono persone – e non voglio andare ad indagare sui
motivi per cui si sono ridotte così – che non hanno casa, che non hanno
reddito, quindi non possono procacciarsi cibo, né abiti, né tutte quelle cose
necessarie ed a volte anche inutili cui siamo abituati. Sto bene io, la mia
famiglia, e questo basta e avanza.
Gli altri? Quelli lì? Affari loro, se la sono voluta! Siamo proprio sicuri che
se la siano cercata, o sono piuttosto le circostanze della vita ad averli
ridotti tanto male? Il fatto è che sono persone sole, prive di tutto, e noi
dovremmo avere carità. Non elucubrare del come e del perché. C’è un uomo, una
donna in difficoltà. Questo è quanto. Ce ne dobbiamo occupare, per quel poco o
per quel tanto secondo le nostre possibilità.
Che siano extra-comunitari, o
italiani, a noi non deve importare. Sono persone, fratelli, sono il volto di
Cristo in mezzo a noi. E dobbiamo solo ringraziare il Signore che non è
successo a noi, di essere tanto soli e in tristi condizioni.
Ho visto tante cose, ne ho lette
molte altre, riguardo il Natale di Gesù, di chi ci crede, e dei tanti che hanno
smesso di farlo. Sono triste per loro che, pur non avendo fede, festeggiano. Ma
cosa festeggiano, se non credono che questo Bimbo che sta per nascere è Colui
che ha salvato l’umanità? Non lo so, e sono anche stupita di tanta incoerenza.
Leggo di tanta nuova povertà,
causata dalla crisi economica, dai tanti licenziamenti, da aziende che chiudono
o che mettono in cassa integrazione. Leggo della situazione politica in Italia,
delle lotte di potere, a colpi di parolacce e di accuse. Che tristezza!
La luce della Fede |
E allora penso: non abbiamo
proprio nulla per osteggiare tutte queste cose negative che accadono nel mondo?
Ne siamo sicuri? Perché di certo abbiamo l’abitudine di delegare: ci pensi il
Governo, ci pensi il Comune, la Regione, la Chiesa, la Parrocchia…perché devo
pensarci io, che non ne ho la capacità, o la possibilità? Come no!? Sicuro? Noi
abbiamo validi alleati: sono il Signore Dio, lo Spirito Santo, Maria
Santissima, e questo Bambino che sta per nascere. Sono i soli che hanno la
possibilità di realizzare cose che noi da soli non siamo capaci, e possiamo
ottenere il loro aiuto pregando, pregando molto. Abbiamo smesso di pregare o lo
facciamo molto poco, o con poca convinzione. Ma Gesù dice: Chiedi e ti sarà
dato, bussa e ti sarà aperto”.
Cosa ne dite, se questo Natale ci
accostiamo al Bambino Gesù, e preghiamo non per la nostra salute fisica, morale
ed economica, ma perché nel mondo ritorni una Fede viva, un desiderio di
preghiera forte, che è il contatto più diretto con il Signore nostro Padre, e
con la Sua dolcissima Madre. Forse…ma che dico!! di certo qualcosa cambierà in
meglio, non solo per le intenzioni che abbiamo messo nelle nostre preghiere, ma
succederà qualcosa di bello anche nel nostro cuore!
BUON SANTO NATALE!
Danila Oppio
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