E’
una tersa sera invernale e mille pensieri le ronzano in testa, ballando una
samba. Spalanca la finestra della sua stanza, un freddo pungente le pizzica il
volto ma almeno quei pensieri voleranno fuori, lasciandola tranquilla. La luna
è piena, gonfia e rotonda come se fosse incinta. Giove e Venere brillano intensamente, in questo cielo nero,
insieme a stelle più piccole, lucenti e ammiccanti. Le scie bianche di due
aerei, paiono righe tirate col gesso, sulla superficie di una lavagna.
La
mente si è snebbiata, i pensieri che gravavano pressanti, si sono dileguati.
Sta
bene, la tristezza della solitudine è passata! La natura è la panacea di tutti
i mali, disintossica dalle ovvietà
della vita, poiché nulla è ovvio, nell’universo.
Tra
poco i botti di Capodanno esploderanno con fracasso infernale, e illumineranno
ancor più una notte che è già splendente di suo…Nina guarda le stelle e ritorna
improvvisamente bambina:
“Stella stellina, la notte si avvicina la
fiamma traballa, la mucca è nella stalla, la mucca e il vitello, la pecora e
l’agnello, la chioccia e il pulcino, ognuno il suo bambino, ognuno fa la nanna
sul cuore della mamma”
Quando
cantava questa filastrocca avrà avuto si e no due anni, massimo tre.
E la notte di Capodanno riporta alla mente anche un’altra poesiola, che il nonno ascoltava estasiato quando lei, due anni appena, la recitava in piedi sul tavolo della cucina, nella vecchia casa di campagna, davanti al camino dove bruciava un grosso ceppo, e nell’aria era ancora rimasto il profumo dello zucchero caramellato col quale il nonno preparava il croccante di mandorle.
E la notte di Capodanno riporta alla mente anche un’altra poesiola, che il nonno ascoltava estasiato quando lei, due anni appena, la recitava in piedi sul tavolo della cucina, nella vecchia casa di campagna, davanti al camino dove bruciava un grosso ceppo, e nell’aria era ancora rimasto il profumo dello zucchero caramellato col quale il nonno preparava il croccante di mandorle.
Dai
Nina, recita quella bella poesia per l’Anno Nuovo!
E
Nina, tenendo l’orlo del vestitino tra le mani e dondolando un poco nell’enfasi
del declamare, comincia:
“Anno ovo avanti avanti
ti fan festa tutti i guanti
tu la pace e la salute
doni ai cari genitori
ai parenti agli amici
d’esser buona io prometto
anno ovo e l’ometto!
E
Nina, sorridendo alla luna incinta, la ricorda proprio come la pronunciava da
piccola, perché tutti quanti per lei
non aveva un senso, ma i guanti li conosceva bene, perché li indossava quando
fuori c’era la neve e lei voleva giocarci. Neppure di nuovo conosceva il significato, mentre l’ovo la nonna glielo faceva
sbattuto con lo zucchero, o alla coque e a lei piaceva in entrambi i modi. E l’ometto? Ma come poteva mai conoscere,
una bimba di due anni appena, il significato dell’aggettivo Benedetto? Ma sapeva che l’ometto di
neve, o l’ometto di zucchero, erano cose concrete, con cui aveva avuto a che
fare. E allora gli applausi dei nonni e degli zii erano assicurati…e anche le
risate! E lei felice di tanto entusiasmo, s’inchinava reggendo la gonnellina
come le damine del settecento.
Nina
sorride…quanti anni sono trascorsi da allora? Sessanta esatti! Eppure sono
ricordi che riemergono così vivi, da parer vecchi di un giorno. I’aroma dei
mandarini appesi all’abete vero, cresciuto nel bosco di famiglia e portato a
casa dallo zio, il profumo della resina e del mugo si mischiava a quello degli
agrumi e del croccante, all’acre odore di fumo sprigionato dal ceppo di legna
bruciata nel camino, unica fonte di riscaldamento della grande cucina avita.
Quei profumi sembrano aleggiare nell’aria…ancora adesso.
E
anche adesso è Capodanno…ma i nonni sono nell’altra vita, come lo zio, Forse
vivono su quella stella che brilla più luminosa delle altre che, infatti, sta
ammiccando…Da lì stanno augurando Buon Anno anche a Nina e finalmente non si
sente più così sola.
Danila
Oppio
AVERE DEI DOLCI RICORDI AIUTA A VIVERE IL PRESENTE E...IL FUTURO!! BUONISSIMO ANNO!
RispondiEliminaGiovanna
BUON ANNO A TE, GIOVANNA!! SI I RICORDI FANNO COMPAGNIA NEI MOMENTI DI SOLITUDINE! E ADDOLCISCONO L'ANIMA! UN FORTE ABBRACCIO
RispondiEliminaUn bellissimo e tenero racconto, grazie Danila e ancora Buon Anno a te e a tutti coloro che ti vogliono bene
RispondiEliminaCiao
Gavino
Grazie Gavino!! Buon anno anche a te, e guarda, io ritengo che il buon anno lo auguriamo al mondo intero, che ci ami o meno poco importa!! Un grande abbraccio
RispondiEliminaDani, il tuo racconto ha accarezzato anche me e la mia solitudine del presente e dei ricordi.
RispondiEliminaMi piace quando scrivi così, senza andare in cerca di Pindaro, osservando quello che c'era e quello che c'è. Dentro e fuori di te.
La tua Angela.
Angela Angela Angelo mio....grazie!! Mi è venuta di colpo questa ispirazione proprio la notte di Capodanno, entrambe ci siamo fatte avvolgere dalla solitudine...ma poi, retrocedendo nel tempo, ho capito che i ricordi sono una buona compagnia, specie se belli!! Un grande abbraccio
RispondiEliminaLa tua Dani
Una rivisitazione tenerissima della propria vita, in questi giorni sto pensando a cosa avrà provato Rita Levi Montalcini, quale gioia nel rivedere la sorella e nell'entrare in quella conoscenza sempre cercata e scoprire com'è fatto l'amore eterno.
RispondiEliminaDi quand'ero bambina ricordo i Natali, i lustrini della stella di cartone sul mio dito, Gesù Bambino che nasceva sempre prima perché io e mia sorella Iole non sopportavamo la greppia vuota, il muschio odoroso di terra. Queste povere cose d'amore.
Mi è tanto piaciuta la tua rievocazione.