Ho letto con vivo interesse l'articolo di Padre Giorgio Rossi, dal titolo: A "coloro che denunciano un male ma credono che non lo sia".
L'incipit è questo: "La vostra sentenza riguarda i nostri preti, ed è questa: sono un corpo mono-sessuale e generano patologie bestiali in forza di questa condizione, sono una forza terrena e socialmente attiva che agisce in modo separato e abusivo rispetto allo stato di diritto, vogliono mantenere un potere di casta incompatibile con la democrazia, la giustizia,la stessa pietà. Non dovrebbero essere liberi come sono nella cura delle anime, nell'attività apostolica, nell'adempimento della loro missione superata dal progresso della scienza e delle idee. Se sono nel mondo, gli devono appartenere".
Da questa considerazione decisamente laica, Padre Giorgio è partito in quarta contro coloro che si permettono di giudicare l'operato dei sacerdoti, senza tener conto di una visione a 360°. Ammette che esistano situazioni in cui nella Chiesa cattolica mondiale, e in alcuni paesi in particolare, la pedofilia del clero è tollerata da ignoranza, sacche di omertà, abusi di potere gerarchico. Ma il Simposio della Gregoriana non è stato una bella trovata di pubblic relations, bensì un luogo dove trattare coscientemente di tali argomenti scabrosi.
Ma c'è un punto che mi ha dato da pensare, nelle affermazioni di P. Rossi. E lo riporto.
"Si, tra gli uomini di Chiesa, vi sono dei pedofili, e anche dei briganti, dei ladri, dei bugiardi, dei simoniaci...tutta gente che Dante metterebbe all'Inferno. Tutta gente che, a mio parere passerà davanti, in Paradiso, a chi finge di condannarli."
Non proseguo, perché il resto mi pare una strenua difesa verso i preti che non si comportano come tali. Un dire: ma voi, laici, che puntate il dito contro questi poveri preti pedofili, non vi accorgete che siete anche voi nello stesso pantano? Fin dal tempo degli antichi Greci e Romani, la pedofilia era approvata, come fosse un diritto ricevuto dagli dei. Vero! Sono d'accordo! Ma non siamo al tempo dei pagani. Abbiamo in Gesù Cristo un prezioso insegnamento: "Prima di scandalizzare uno di questi piccoli, è meglio mettersi una macina da mulino al collo e buttarsi nel profondo del mare". E questo vale sia per i laici, quelli che magari fanno turismo sessuale, e pedofilo, o abusano dei loro stessi figli, che per i sacerdoti.
CON UN FORTE DISTINGUO: i sacerdoti sono stati educati, attraverso i loro studi teologici, alla Parola di Dio. Sono coloro che per primi devono dare un chiaro esempio di dirittura morale, di una perfetta sequela di Cristo, sono coloro che hanno il sacrosanto dovere di non commettere azioni inique. I sacerdoti sono uomini come tutti, e possono cadere in errori, e non per questo dobbiamo puntare il dito contro di loro. Ma abusare dei bambini, è la cosa più indegna che QUALSIASI ESSERE UMANO debba compiere.
Se la gente del mondo aborrisce la pedofilia nei sacerdoti, lo fa perché da loro si aspetta una vita santa, un rispetto immenso per i fanciulli, che sanno uomini e donne di domani e che con le loro perversioni, ne distruggono un futuro sereno.
Resta immutato il peccato in sè, che sia perpetrato da un sacerdote o da un laico, poco importa.
Mio convincimento è che queste persone, non avranno posto in Paradiso. Non lo avranno, poiché il Signore stesso ha indicato loro il suicidio. Che sulla terra, ha lo stesso valore della Geenna.
"Ladri e prostitute, vi passeranno davanti nel Regno di Dio". Certo, questo è vero, ma dobbiamo far riferimento ai tempi in cui Gesù pronunciò queste parole. Le donne che a quei tempi erano sole, che non avevano una famiglia o un uomo a proteggerle, per sfamarsi e sfamare i propri figli, dovevano usare il loro corpo come merce di scambio, oppure morire di stenti. Stessa cosa vale per i ladri: spesso erano costretti a rubare, per procacciarsi il necessario per vivere. A questi si riferiva il Signore, non ai ladri che rubano ai poveri, per arricchirsi ulteriormente . e ne sappiamo ben qualcosa, poiché tutti coloro che hanno in mano lo scettro del potere, defraudano il povero rendendolo ancora più povero, e questo è avvenuto e avviene da sempre, nel corso della Storia.
Ma chi abusa di un piccolo, non ha ragioni per farlo. E poiché non mi va di nascondermi dietro un dito, ma di dire pane al pane e vino al vino, dico che un uomo di Chiesa, se sente forte il richiamo sessuale e non sa contenerlo, meglio sarebbe che si unisse ad una donna, seguendo la via naturale, piuttosto che servirsi di un bambino per le proprie voglie. Una donna consenziente, e non una ulteriore violenza. Non vi scandalizzate! Per favore! Proprio voi a sostenere che i sacerdoti sono portati alla pedofilia, come da manuale, poiché fin dal Seminario, stanno solo tra loro. Non è affatto vero. Ci sono grandi sacerdoti, che hanno scelto la castità come un dono. Non è necessario cercare il piacere nel sesso, Si può vivere anche privandosene, Ci sono altre mete, più ambite e desiderabili!
E questo accade anche tra i laici. Ci sono laici che non sono attratti dal sesso, e vivono tranquillamente la loro esistenza.
Credo che questo ci riporti al testo iniziale: i preti, che vivono tra di loro, diventano pedofili per forza, questo il pensiero corrente. Non è vero, ed è quanto sostiene Padre Giorgio. Ma la castità obbligata, e non totalmente sentita, fa sì che emerga quella "patologia bestiale" che in realtà appartiene solo ad alcuni individui, siano essi persone laiche del mondo, o sacerdoti. Il pericolo che tutti i sacerdoti vengano tacciati da possibili pedofili, è grande, e questo danneggia non solo il singolo individuo, ma tutta la Chiesa.
Ho letto molto attentamente l'articolo di Padre Giorgio Rossi, ma proprio perché mi è sembrata una lancia spezzata in difesa dei preti pedofili, e un'accusa a coloro che, pur non essendo preti, commettono pedofilia, ho voluto correggere il tiro. Padre Giorgio non intendeva certo difendere quegli uomini del clero che commettono crimini contro l'infanzia, piuttosto suggeriva un esame di coscienza a tutti noi. In sintesi, il Padre Carmelitano ha voluto dire, rifacendosi al Vangelo: chi non ha peccato, scagli la prima pietra. Oppure: non guardare alla pagliuzza negli occhi del vicino, ma alla trave che hai nei tuoi occhi. Giusto. Ma io ribadisco: un sacerdote deve essere modello di santità, altrimenti non può pretendere che i fedeli laici possano essere migliori di lui. E se tanti fedeli cattolici si sono allontanati dalla Chiesa, o pur restandoci, sentono il dovere di prenderne in parte le distanze, una mano sulla coscienza se la deve mettere anche il Clero, e questo scandalo dei preti pedofili deve finire, in un modo o in un altro. E io scusate se non uso misericordia, non posso perdonare NESSUNO che sia prete o laico, che commette un delitto simile. I bambini non vanno toccati!
Non ci resta che pregare!
Danila Oppio
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