AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

martedì 29 gennaio 2013

Faccio seguito all'articolo precedente: mi piacerebbe che i peccati dell'umanità, i grandi errori della Storia antica e moderna, fossero trattati dalla Chiesa col giusto metro. Troppo spesso le malefatte umane vengono edulcorate, con riferimenti al Dio misericordioso, al Suo grande perdono.Troppo frequentemente il Sacramento della Riconciliazione viene considerato alla stregua di una lavanderia a gettoni, dove il penitente (?) confessa i propri peccati, per poi ripeterli alla prima occasione, certo che verrà perdonato di nuovo. Non è così che io intendo la Confessione: e non la intende in questo modo neppure il Catechismo della Chiesa Cattolica.
"La pratica di questo sacramento conosce oggi una vasta crisi, in una situazione culturale in cui appaiono offuscati il senso di Dio e il senso del peccato. Non manca certo, anzi è molto decisa, la condanna di fatti come la guerra,la tortura, il terrorismo, la mafia, le discriminazioni razziali, la corruzione amministrativa, la speculazione edilizia, l'inquinamento, la fame nel mondo. In queste cose però, per lo più non si vede un'offesa all'amore di Dio, ma un'offesa all'uomo. Non una colpa personale, di cui in qualche misura ci rendiamo complici, ma solo un disordine sociale oggettivo, un meccanismo strutturale distorto. Senza dire che altri settori della morale, in cui l'insensibilità è ancora più marcata. Incertezze e oscuri sensi di colpa affiorano comunque, ma si pensa di poter risolvere tutto in chiave psicologica, oppure si cerca di evadere con la corsa al consumismo o, più tragicamente, ricercando i paradisi artificiali della droga.
E' senz'altro più salutare attingere dalla rivelazione la fiducia nel Padre misericordioso e il senso di responsabilità davanti a Lui, ascoltando il monito severo e appassionato di Gesù: "Se non vi convertirete...non entrerete nel Regno dei Cieli". (Mt 18,3). Solo all'interno di un serio cammino di conversione, il sacramento della Penitenza trova il suo vero significato,
Il peccatore ...esamina sé stesso, prende coscienza dei propri peccati, ne prova dolore, li detesta, propone di non commetterli più, si impegna a cambiare radicalmente la propria vita, a riordinarla secondo il Vangelo.
Rimando ai lettori l'approfondimento del tema, suggerendo di leggere la parte che riguarda la Riconciliazione, sul Catechismo degli adulti: La Verità vi farà liberi. E rimando alla lettura anche i sacerdoti, di cui forse qualcuno ha dimenticato quanto trattato nel Catechismo  e si è fatto un'idea del tutto personale riguardo la Confessione.
Da questo testo riportato in corsivo, si evince la necessità di voler sradicare dalla nostra indole, quelle debolezze morali quali l'egoismo, l'indifferenza, il disamore, che regnano nel nostro cuore.
Per far questo, in prima analisi occorre provare rimorso per le azioni ignobili che abbiamo commesso, provare un profondo dolore per quei peccati che hanno macchiato la nostra stessa esistenza, e danneggiato altri. Ma, soprattutto, occorre decidere di non ripeterli più,
Quindi, a mio avviso, il Dio colmo di misericordia mette in atto il Suo perdono, solo se il peccatore decide di cambiare radicalmente vita, solo quando decide di non ricadere negli stessi errori. Altrimenti, se decidiamo di trasformare il nostro pensiero umano, in quello divino, incorreremo in un  grosso errore. Dio è giusto, e non ci sarebbe Sua giustizia, se il peccatore si servisse della Riconciliazione come fosse una lavanderia a gettoni. Pecco, mi confesso, ritorno a peccare, mi ri-confesso. No, non è questa la strada. Manca il proponimento di non peccare più, e spesso c'è troppa sicurezza nel perdono totale da parte della Misericordia divina. Dio perdona anche il più infimo dei peccatori, ma SOLO se questi decide di sradicare da sè ogni tendenza contraria non solo a Dio, ma anche all'umanità. Sento voci, anche di cattolici, che sostengono non esista un Dio punitivo, che di conseguenza non esista l'inferno. Tutto viene perdonato, perché Dio è infinita misericordia. Gesù non ha mai negato l'esistenza dell'inferno. Anzi! Sono persuasa che questa convinzione della non esistenza dell'inferno, sia la più grande menzogna messa in circolazione da Satana. Furbissimo, ci inganna nella nostra stessa Fede. Ci fa credere che il nostro Dio, bontà infinita, sia debole, incapace di giudicare. Ma BUONO non significa debole, significa GIUSTO. E non sarebbe giusto neanche un essere umano, se dovesse lasciar correre senza dare la giusta punizione a coloro che infrangono la legge, e parlo di legge umane. Tanto meno per il Signore sarebbe giustizia, accettare buoni e cattivi, nel suo Paradiso. Ma è pur vero che Gesù disse: l'ultimo sarà il primo, ovviamente se quest'ultimo, si è pentito dei propri peccati, chiedendo perdono al Padre, e provando vergogna e dolore per le tremende azioni commesse.
Tornando quindi alla pedofilia, che a mio parere è uno dei peggiori peccati contro l'umanità, avrei un immenso piacere di leggere, di sentire che la Chiesa si decida a condannare aspramente questa pratica, che appartenga a laici nel mondo, o a sacerdoti, non faccio differenza di sorta. Invece ne parla, quando proprio ne è costretta, in modo soft, quasi come a sostenere che non bisogna mettere il dito nella piaga, che c'è un Dio che perdona, che anche la Chiesa lo deve fare. Oppure, punta a sua volta il dito contro il mondo: ecco, voi che siete peccatori, come vi permettete di giudicare i nostri sacerdoti, poverini, pedofili. Non sono d'accordo. Un sacerdote pedofilo, anche se pentito, deve essere allontanato, poiché una deviazione psicologica di così grande portata, potrebbe far ricadere l'individuo nello stesso comportamento: pericolosissimo!
E danneggerebbe in modo sempre più grave l'immagine di Chiesa, allontanando i fedeli e il loro bambini dai Sacramenti, per timore che i sacerdoti cui affidiamo le nostre creature, possano danneggiarle irreparabilmente. La Chiesa, dunque, deve usare molta severità soprattutto entro il suo ambito. Perché il sacerdote è un uomo di Dio, e deve rappresentarlo al meglio, così come deve saper rappresentare la Chiesa. Noi credenti abbiamo un disperato bisogno dell'esempio di donne e uomini santi, siano essi sacerdoti monache o laici, in un mondo che si sta scristianizzando. Però balza evidente che chi ha maggior visibilità nella Chiesa è il sacerdote, e di conseguenza è responsabile più di altri, di dimostrare la sua sequela a Cristo.
 Un sentito ringraziamento a tutti i sacerdoti che si occupano dell'apostolato, delle missioni, della distribuzione dei Sacramenti, dell'ascolto e della guida spirituale delle anime. Auguro loro un lungo cammino di santità e che vengano affiancati da nuove vocazioni sacerdotali.

3 commenti:

  1. Ho letto questa interessante riflessione di Danila, la condivido, è vera e coraggiosa anche se di coraggio ce ne vuole poco dicendo la verità!
    Oh! se l'uomo, inteso come Umanità, si guardasse più spesso dentro invece di farsi sempre più "bello" e attraente...per sembrare!
    Grazie Danila, davvero.
    Gavino

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  2. Grazie Gavino, il tuo commento, che proviene da un uomo probo, seppur laicissimo, lo apprezzo molto.Se tutti dicessero la verità, caro Gavino, forse l'umanità sarebbe migliore. Ma la menzogna regna sovrana, ed io non temo di dire ciò che è vero, Perché? Perché malgrado possa sembrare che sia qui a giudicare e a criticare i sacerdoti, o la Chiesa, in realtà è vero il contrario. Apprezzo quei sacerdoti che operano secondo la loro vocazione, ed il mio è un incitamento a proseguire sul percorso da loro scelto. Purtroppo, alcuni di loro deviano, e così sporcano il volto della Chiesa e mettono il dubbio sul clero che è del tutto innocente. Allora occorre togliere le mele marce dal cesto, affinché non corrodano anche quelle sane. E intendo con la calunnia, poiché se uno sbaglia, ovvero se c'è una mela marcia, la gente è portata a credere che tutto il cesto è marcio, anche se così - grazie a Dio -non è!

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  3. Questa cosa di usare la confessione che una lavanderia a gettoni per sentirsi l'anima libera, rialzarsi e ricominciare alla prima più pallida occasione è semplicemente disgustosa. Il castigo arriva subito: chi agisce così si chiude all'esperienza dell'amore di Dio percepito nell'anima e inizia un minuetto, un passo avanti, lo stesso passo indietro e sempre allo stesso punto.
    Un vero pentimento mai: con Dio non funziona così.
    La sua immensa misericordia esige anche la lotta per non cascarci più e la fiducia nel non scoraggiarsi nelle ricadute.
    Secondo me ben pochi cattolici di quelli impegnati hanno letto e meditato il Nuovo catechismo della chiesa cattolica.
    Gli altri non ne sanno nulla.
    Come vedi, non faccio differenza di consacrati e di laici, magari i consacrati vanno a convegni organizzati e ne sanno di più, sempre se ascoltano e pensano.
    Ci si pente dei propri peccati riconoscendoli perché hanno portato Gesù fino alla croce: questo è l'amore che mi ferisce, non la paura di un possibile inferno comunque sia.

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi