Allora mi trovo in difficoltà: molto più complicato spiegare cosa sia la castità del cuore, piuttosto che quella della coppia.
Rispondo come posso, con le mie convinzioni, scaturite da quanto ho appreso in formazione, e da quanto il cuore mi detta.
Dio, in Genesi, ha donato la donna Eva, all'uomo Adamo, perché andassero nel mondo, si moltiplicassero e fossero una cosa sola e sentenziò che ciò era cosa buona. Nulla quindi di peccaminoso nell'unione tra due coniugi. Anche nella catechesi in preparazione al matrimonio, il donarsi reciproco viene sottolineato come qualcosa di prezioso, una comunione profonda tra due esseri che si amano. E qui sta il punto: donarsi e comunione. E non egoismo, pretendendo dall'altro ciò che si desidera, trasportati dalle proprie pulsioni, senza donarsi realmente. E non tradimento, cercando in altri ciò che si dovrebbe trovare nell'interno del proprio matrimonio. Castità dunque non consiste nel privare la coppia di un suo preciso diritto inscritto nel sacramento stesso, ma nella conoscenza del grande dono ricevuto, e sapere che va trattato con la delicatezza con cui si tratta una cosa preziosa. Rispettato e non abusato, donato e ricevuto per imprimere alla coppia un'unione stabile e duratura. Da questa unione nasceranno, se Dio vorrà, i figli desiderati e se non dovesse accadere, servirà per cementare l'unione stessa. Con questi presupposti, viene di conseguenza il cuore casto, puro.
Non essendo esso ammorbato da pulsioni carnali che hanno come unico scopo il soddisfacimento dei sensi, ma invece riempito di amore profondo tra i coniugi, il cuore rimane incorrotto.
Io non so se sono riuscita a spiegare al meglio il significato di castità inserito nel contesto matrimonio e promesse carmelitane, posso solo aggiungere che la prima promessa per la persona sposata è stata emessa con quel "si" pronunciato davanti al sacerdote, nel giorno del matrimonio e quindi la seconda, verso il Carmelo, deve rispettare la prima.
Disse infatti il Signore: "che non venga diviso ciò che Io ho unito".
Ho ritenuto giusto spiegare anche questa promessa, poiché molti giovani che si accostano all'Ordine secolare, temono di dover rinunciare ad un futuro matrimonio, se acconsentono ad un cammino carmelitano, e molte coppie di coniugi si chiedono se dovranno vivere in seguito alle loro promesse nell'Ordine secolare, da fratello e sorella.
Magari i miei superiori mi tireranno le orecchie, perché mi sono limitata a dire poche cose, e anche quelle poche, le ho spiegate a modo mio, ma è ciò che ho appreso e di cui sono convinta.
Matrimonio e cammino religioso secolare non sono in antitesi, direi anzi che si accrescono vicendevolmente delle ricchezze di entrambi.
Ovviamente, se una persona vive da single, dovrà vivere cristianamente come la Chiesa insegna: se desidera restare sola, dovrà mantenersi casta, e se è fidanzata, attendere il giorno del Matrimonio per unirsi in un rapporto totale al proprio sposo/a.
Il Carmelo secolare, pur accogliendo tutti i fratelli nel mondo, non permette di pronunciare le promesse se si vive more uxorio. Questo è doveroso affermarlo.
Ma sono persuasa che chi desidera entrare a far parte di un Ordine tanto amato, che è legato alla Chiesa in modo indissolubile, conosca quale è il cammino da percorrere, secondo il Catechismo della Chiesa, da buon cattolico!
Credo che tu ti sia espressa con parole "efficaci", ma non "pesanti";) ed è anche molto bella (e delicata" l'immagine che hai scelto per questo post :)
RispondiEliminaUn abbraccio :)
Grazie! Le camelie bianche, come tutti i fiori di quel colore, sono simbolo di purezza, e poi....indovina chi ha scattato quella foto? Un nostro comune amico Carmelitano doc!!
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