I L NATALE VISTO DA GANDHI:Qualche riflessione
Pare strano che un induista quale in grande Mahatma(grande anima) Gandhi abbia avuto modo di insegnare a noi cristiani quale sia il giusto modo di esserlo. Recentemente ho letto alcune sue dichiarazioni rilasciate a giornalisti che lo avevano intervistato che mi hanno fatto riflettere e che vorrei proporvi nell’occasione della nascita del nostro Salvatore. Al signor Mills,della Associated Press d’America,che gli chiedeva di inviare un messaggio di saluto natalizio agli americani, rispose:”Non sono mai riuscito a conciliarmi con le gaiezze del periodo natalizio. Mi sono sempre parse del tutto incompatibili con la vita e l’insegnamento di Gesù”e aggiunse. “Come vorrei che l’America facesse da battistrada nel dedicare il periodo natalizio ad un’autentica inventariazione morale,sottolineando la consacrazione al servizio dell’uomo per il quale Gesù visse e morì sulla Croce”. Ed ancora: “Di tutto quanto lessi, quello che mi colpì indelebilmente fu il fatto che Gesù fosse arrivato quasi a dettare una nuova legge,benché, naturalmente, avesse negato che fosse questo lo scopo della sua venuta, anziché il mero consolidamento della vecchia legge mosaica. Egli l’aveva cambiata al punto da farne una legge nuova: non occhio per occhio, dente per dente, ma il prepararsi a ricevere due colpi quando se ne è ricevuto uno, e a fare due miglia quando ne è stato richiesto uno. Pensando a quanto avevo appreso dall’infanzia, non mi sembrava la legge del cristianesimo. Perché, a quanto mi era stato dato di capire allora, essere cristiani significava avere una bottiglia di brandy in una mano e del cibo prelibato nell’altra. Il Discorso della Montagna,invece,contraddiceva quelle mie associazioni. Man mano che il mio contatto con i cristiani concreti, cioè gli uomini che vivevano nel timore di Dio, andò crescendo, vidi che il Discorso sintetizzava l’intero cristianesimo per chi intendesse vivere una vita cristiana. Fu quel Sermone a farmi amare Gesù. Leggendo perciò l’intera storia in quella luce, a me pare che il cristianesimo debba essere ancora vissuto, a meno che non si dica che viva dove c’è amore infinito e si rinuncia a qualsiasi idea di ritorsione. Ma allora si tratta di qualcosa che travalica ogni confine e insegnamento libresco, qualcosa di indefinibile, di non suscettibile di essere predicato agli uomini, qualcosa che non è possibile trasmettere di bocca in bocca, ma solo da cuore a cuore.”
Ora tutti noi abbiamo grandi Santi che ci hanno insegnato ad amare Nostro Signore, abbiamo i nostri Sacerdoti che ci parlano di Lui, le catechiste che insegnano chi è Gesù, perché è nato per noi, quale Buona Novella ha tramandato attraverso gli evangelisti ma, come sempre, quando si possiedono cose buone, non le sappiamo apprezzare né abbiamo la capacità di sfruttarle a nostro favore. Gandhi mi ha dato una bella lezione. Lui, induista, ha avuto l’intelligenza di voler leggere le nostre Sacre Scritture, di voler conoscere la figura del Cristo, perché per essere in grado di commentare qualcosa, occorre conoscerla a fondo. E si è sentito in dovere di sparare un giudizio sul nostro modo di vivere il Natale(si rivolgeva agli Americani, ma il suo discorso poteva indirizzarlo ad ognuno di noi!). Chi infatti, io in prima linea , avvicinandosi il Santo Natale, non pensa prima di tutto all’acquisto dei regali da fare a parenti ed amici, anche a sé stessi, agli addobbi per la casa, al pranzo da organizzare, ad un bailamme di auguri,biglietti, inviti, e relega all’ultimo posto Colui per il quale tutto questo si fa? Gandhi tutto questo l’aveva osservato, e ne è rimasto deluso. E’ questo il cristianesimo che facciamo passare a chi non è cristiano? O, peggio ancora, da cristiano a cristiano? Eppure, quel Piccolo Bimbo è venuto al mondo solo per Amore, per spezzare il Pane della Condivisione, per offrirci la Salvezza. BUON NATALE, questa volta, lo auguro per prima cosa a GESU’ DI NAZARETH, che ci ha , assieme a tutti gli altri doni, dato modo di vivere nella Parrocchia di S. Teresa del Bambin Gesù, quarant’anni di esperienza cristiana. Un sentito ringraziamento ai nostri Frati che nel corso del loro mandato parrocchiale ci hanno insegnato a pregare con uno sguardo al Carmelo. Uno speciale augurio a loro, che quest’anno festeggiano anche il settantacinquesimo anniversario della loro venuta a Legnano, affinché il loro contributo alla nostra formazione alla sequela di Cristo continui ancora a lungo nel tempo. Un felice S. Natale a anche a tutti noi!!
Danila
Il mio parroco dice sempre, a noi fedeli riuniti in Chiesa: "se ora entrasse qualcuno, dovrebbe accorgersi che noi siamo cristiani, dovrebbe vederci...diversi!".
RispondiEliminaEcco, penso che il tuo post rifletta, attraverso il pensiero di Ghandi, quello che sento ripetere spesso dal mio parroco, come discepoli di Gesu', la migliore testimonianza che possiamo dare, parte dal nostro comportamento, anche nelle cose piu' banali!
Il tuo parroco ha veramente ragione!! Il Signore ha detto:Amatevi gli uni gli altri, da questo vostro amore capiranno che siete miei fratelli!
RispondiEliminaNoi cristiani fatichiamo ancora ad uscire dal nostro egoismo, e quindi vediamo negli altri, talvolta, dei rivali. Niente di più sbagliato: i vasi comunicanti sono un esempio pratico di condivisione. Quando comprenderemo che l'altro è un dono del Creatore, la nostra gioia sarà piena, e il nostro viso risplenderà come quello di Mosè sul Sinai!!!
Bhè...abbiamo l'amicizia che ci aiuta a capire questa teoria dell' "interscambio";) se pensassimo di rapportarci a tutti, nella maniera in cui lo facciamo con gli amici, avremmo già un ottimo punto di partenza!
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