Quando sono andata in ospedale per fare l'ecografia morfologica, l'unica domanda che mi ponevo era: "sarà maschio o femmina?". Ero tranquilla, aspettavo il terzo figlio. Ho già due bambini di nove e sette anni. Ma appena il medico ha visto l'immagine sul monitor, la sua faccia si è fatta scura: c'erano problemi ai reni...troppo grandi e non funzionanti, entrambi. La prognosi era infausta.
Il bambino che cresceva dentro di me, di 21 settimane, che sentivo muoversi e scalciare, non sarebbe vissuto: "incompatibile con la vita". Mi hanno detto: "per fortuna è ancora in tempo...può interrompere la gravidanza".
Per fortuna? Sono sempre stata contraria all'aborto, perché un bambino nel pancione è un essere umano, una persona, a partire dal concepimento. E una mamma lo sente, sente che c'è un'altra vita dentro di lei.
Ma quel giorno ero molto spaventata. Non sapevo neanche se la gravidanza sarebbe giunta a termine, avrei potuto perdere il piccolo anche a breve....non sapevo cosa fare...avevo pochi giorni per decidere.
La notte mi sono svegliata sperando fosse tutto un incubo! Purtroppo tutto era vero, il mio bambino non sarebbe vissuto:avevo il cuore che martellava da togliere il fiato. Stavo male. Quel malessere fisico era motivato: non è fisiologico, non è naturale, chiedere ad una mamma di decidere se "far fuori" o meno, il proprio figlio.
Ho detto al mio piccolo che non doveva preoccuparsi, che la sua mamma lo avrebbe accompagnato gli sarebbe stata vicina finchè lui ci fosse stato: in quel momento ho sentito dentro di me una grande pace.
Volevo fare la mamma fino in fondo! La mia pancia non sarebbe diventata la sua tomba per mia volontà.
Scegliere di accompagnare Iacopo mi ha fatto sentire mamma, e anche più mamma per gli altri miei figli. Cosa avrei raccontato loro, se avessi scelto di abortire? Qualcuno ha detto che tanto sarebbe morto comunque.
Ma....c'è un MA....
MA lui, anche lui, il mio piccolo Iacopo, cosa avrebbe pensato della sua mamma? Con lui penso di essere stata mamma fino in fondo, anche se per pochissimo tempo.
Mi è stato chiesto questo.
Certo che sarei stata felicissima di aver potuto tenerlo tra le mia braccia, che fosse vissuto....ora avrebbe 7 mesi. Anche il suo papà ed i suoi fratellini lo aspettavano con gioia, lo volevano tra noi. Ma non tutto va secondo i nostri schemi....
Mi dissero che forse la gravidanza non sarebbe giunta a termine, e invece Iacopo ha tenuto duro. La data prevista per il parto sarebbe stata intorno al 29 luglio. In giugno però, dopo un'altra ecografia, i medici decidono di programmare un parto cesareo per i primi di luglio, perché l'addome di Iacopo si è ingrossato, il piccolo si presenta in posizione podalica. Insomma, pensavo di poter tenerlo dentro di me ancora un mese, ed invece tutto veniva anticipato.
Non va mai secondo i nostri schemi.
Pensavo che se fosse arrivato a termine, avrebbe comunque vissuto, dentro di me, tre settimane in piu. di nuovo non ero serena.
Il ricovero in ospedale è deciso per il 7 luglio, di mattina. In quella mattina piange anche il cielo insieme a me: piove fortissimo ed io sono di nuovo triste, oltre che spaventatissima per l'intervento.
Ho deciso di sottopormi all'anestesia spinale, e non quella generale, perché anche se per poco, volevo vedere Iacopo vivo.
Mi sentivo in colpa, perché stavo andando a farlo nascere prima del tempo, e lui di conseguenza morirà prima...
La dottoressa che mi visita è la ginecologa che mi ha seguita durante tutte e tre le gravidanze, Mi è stata molto vicina e desideravo che l'intervento lo eseguisse lei, perché solo di lei mi fidavo. Non so se è stato un miracolo, o una coincidenza, ognuno è libero di pensare ciò che vuole, ma il fatto consiste in questo: a 21 giorni dalla data del parto, il 7 luglio, era cominciato il travaglio.
Mi è parso come se da lassù Qualcuno volesse dirmi di non sentirmi in colpa: Iacopo avrebbe comunque dovuto nascere quel giorno, e non un altro! Alle 10 del mattino, Iacopo è nato! Lo hanno portato subito nella stanza accanto, dove lo attendevano il suo papà e don Giuseppe, che lo ha battezzato.
Poi me lo hanno lasciato tra le braccia finchè è vissuto, un'ora sola.
Non so perché Iacopo sia dovuto andar via così...una vita volata via subito, troppo presto.
In passato non si eseguivano ecografie, nulla si sarebbe immaginato fino al parto, non ci si sarebbe trovati davanti ad una scelta così drastica: continuo o interrompo?
E per quanto è successo a me, posso affermare che la paura acceca, che non fa ragionare, porta a temere di non farcela ad andare avanti fino in fondo. E' la paura a non affidarsi.
C'è un canto che dice:
e la volpe ed il leone
non avere paura
son di un altro racconto
che finisce male"
E il mondo a volte vuole farci credere che la vita sia solo un brutto racconto, che tutto non abbia senso, che tutto vada a finire sempre e solo male...Se ci affidiamo a Cristo, invece, Lui ci resta vicino e ci aiuta a superare la paura ed il dolore, anche quando non capiamo fino in fondo il senso di tutto quello che ci succede.
Il canto continua così:
C'è Qualcuno con te,
non ti lascerà mai
non aver paura
prendi i campi e vai"
So che Iacopo ora è tra le Sue braccia e quindi ha tutto l'amore di cui ha bisogno....più di quanto ne saprei dargli io.......
Carissima, ho letto con interesse e con commozione questo scritto e la cosa che più mi ha colpito è stato il fatto che il piccolo sia stato descritto dalla sua mamma per quello che realmente è (non è stato, perchè la vita continua in Cielo!): un essere vivente, una creatura!
RispondiEliminaNon posso che ammirare questa testimonianza coraggiosa, che dimostra come si possa, con l'aiuto del Signore, lasciare spazio alla forza che solo Lui ci dà.
Il piccolo Iacopo veglierà di sicuro su di lei e sulla sua famiglia, rimanendo nelle braccia di Dio Padre :)
Grazie, Maria, per il prezioso commento! Spesso i feti, soprattutto se ammalati gravemente, sono considerati delle "cose", dei corpi estranei da eliminare. Invece sono PERSONE, fin dal primo istante del concepimento. Il grazia che questa mamma ha avuto dal Signore, è stata quella di darle la possibilità di battezzare e seppellire il piccolo, come un vero cristiano, e nel contempo, il dono di rafforzare la propria fede!
RispondiEliminaerrata corrige: il dono, la grazia (era sfuggito!)
RispondiEliminaDa anestesista obiettore capisco più di altri. Tante volte sono entrato in empatia con le future mamme che volevano interrompere la vita di un embrione-bambino e purtroppo tante volte sono uscito sconfitto. Alla fine ho deciso che era meglio passare per vili piuttosto che complice. Le poche volte che ho vinto le ho narrate nel racconto "Fuga per la vittoria ".
RispondiEliminaBrava la tua scelta ti ha premiato
La scelta di mia figlia....è lei la donna coraggiosa. Per tutto il tempo è andata a pregare nel santuario di Santa Gianna Beretta Molla, la ginecologa che pur avendo già tre figli piccoli, ha voluto portare avanti la gravidanza a suo rischio e pericolo, e infatti è morta mettendo alla luce sua figlia. E se non lo sapeva lei, il rischio che correva, e lo ha corso consapevolmente, mia figlia ha sperato in un miracolo...ma Iacopo aveva i reni ingrossati e i polmoni atrofizzati, non avrebbe mai potuto respirare..
RispondiEliminaGrazie per il commento.
Danila