AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 14 marzo 2020

TIMIDA PRIMAVERA - scatti fotografici di P. Nicola Galeno OCD e una prosa di Danila Oppio

Queste immagini mi hanno ispirato una composizione in prosa, non nello stile di Padre Nicola, che segue la classicità, ma che spero possa dare speranza a tutti noi, afflitti da una Quaresima davvero dolorosa a causa del Corona Virus. Questi fiori sono magnolie e camelie sbocciate nei dintorni della Chiesa e del Convento del Corpus Domini a Milano...e anche i volatili fanno parte della bellezza naturale di questo nostro bene immenso che è la Terra. Qui si ammira nel suo fulgore la Bellezza Divina.







Germano reale
















Gallinella d'acqua

Quella data dell'11 marzo 2020


Era l’11 marzo del 2020,
Le strade vuote, i negozi chiusi.
La gente si barricava come col coprifuoco
in tempo di guerra.
E quel giorno mia madre compiva 100 anni
ma non potevo recarmi ad abbracciarla.
Alla Casa per Anziani proibirono l’entrata.

La primavera di tutto questo non sapeva nulla.

I fiori iniziavano a sbocciare,
il sole a splendere, e tornarono le rondini.

Era l’11 marzo 2020.
Furono chiuse le scuole, le Università
I giovani studiavano a casa.
Fu l’anno in cui si usciva solo per fare la spesa.
Dopo poco chiusero tutto, anche gli uffici e le aziende.
L’esercito iniziava a presidiare le uscite e i confini.
Non c’era spazio per tutti negli ospedali
e la gente continuava ad ammalarsi. 
E a morire.

Era l’11 marzo del 2020.
Tutti furono messi in quarantena obbligatoria.
Dai nonni ai nipoti, senza scampo.
Allora la paura diventò reale,
i giorni scorrevano tutti uguali,
d'una noia mortale.

Ma la primavera non lo sapeva e le rose tornarono a fiorire.

Fu l’anno in cui si capì l’importanza di star bene,
e degli affetti veri, l’anno in cui il mondo
sembrò fermarsi, e l’economia andare a picco.

Ma la primavera non lo sapeva e i fiori lasciarono il posto ai frutti.

E poi arrivò il giorno della liberazione.
Eravamo davanti alla tv e il Primo Ministro
a reti unificate, informò che l’emergenza era finita.
Che il virus aveva perso. 
Che gli italiani uniti nella lotta avevano vinto.
E allora uscimmo per strada piangendo di gioia.
Senza mascherine e guanti, abbracciando
chi s’incontrava, come fosse un fratello.
E fu così che arrivò alle porte l’estate.

Perché la primavera non lo sapeva e aveva continuato a esserci...

Nonostante tutto, nonostante il virus, 
nonostante la paura. Nonostante le morti.

La primavera non lo sapeva

Eppure… riuscì a insegnarci la pazienza
di attendere e la forza della vita.

Danila Oppio (rivisitazione di una poesia di Irene Vella)
Ho elaborato il testo della poesia di Irene. Avevo ricevuto il testo ma non conoscevo il nome dell'autore - l'ho riadattata secondo il mio pensiero e ai fatti che mi riguardano da vicino) Diciamo che possiamo considerarlo un lavoro di squadra: dall'originale alla parafrasi.

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