IL PAESE DI FANTASIA
Qui cambiamo lo stile del racconto, che diverrà narrativo.
Smilla e Gavi si risvegliano con i rumori della grande Milano: clacson, scorrimento del traffico cittadino, odori strani di gas, benzina, metano. Si affacciano alla finestra, sentono due che litigano furiosamente per questioni di parcheggio, si tappano le orecchie e chiudono le imposte.
Si siedono poi al tavolo di cucina con Camilla, per fare colazione con lei, prima che esca per andare a scuola. Ringraziano per la cortese ospitalità, riaprono la finestra e Smilla, con Gavi sul dorso, apre le sue bellissime e coloratissime ali e prende il volo per…per dove?
Durante la notte Gavi e Smilla hanno parlato a lungo, non sapevano esattamente come muoversi, così hanno deciso che sarebbero passati davanti ad un giornalaio, per leggere un po’ di notizie riguardanti il Pianeta degli Umani. Innocenti e fiduciosi, avrebbero trovato sicuramente articoli di grande interesse, che riportassero tutte le cose belle che succedono nel Pianeta degli umani. Così pieni di speranza, volano alla più vicina edicola di giornali, che avevano visto la sera prima all’angolo della via dove abita Camilla. Arrivati sul posto, sfogliano tutti i quotidiani d’Italia e dell’estero. Ecco qui, in quel lontano paese c’è una guerra civile, in quell’altro una rivoluzione, e lì, guarda un po’, ci sono lotte fratricide. In quest’altra pagina, omicidi, rapine, rapimenti, fabbriche che prendono fuoco, ditte che chiudono, lasciando i dipendenti senza lavoro, famiglie che si disgregano, incendi nei boschi, e disboscamenti incontrollati e incontrollabili. Centrali nucleari che disperdono radioattività, inquinamenti e discariche abusive, terremoti e maremoti, tsunami e slavine. Smilla si mette le mani davanti agli occhi, mentre Gavi è rimasto senza parole. Ma è questo il Pianeta degli Umani? A Gavi non resta che consolare Smilla dicendole che certe cose non accadono per colpa degli Umani, poiché tsunami, terremoti e maremoti sono forze incontrollabili della natura. Ma tutto il resto si può evitare, pensa Smilla con le lacrimucce che le compaiono all’orlo delle lunghe ciglia, e poi scoppia in pianto. Le loro ingenue speranze di poter cambiare il Pianeta degli Umani, offrendo loro qualche bella poesia, un racconto fiabesco, una canzone d’amore, svanisce come d’incanto. Come può mai competere una poesia, con queste notizie che attirano gli Umani come mosche sul miele? Agli umani interessa solo essere colpiti da una calamità, perché fa notizia, per poi dimenticarsene appena chiusa la pagina del giornale. A Gavi arriva fulmineo un pensiero, dopo aver letto quelle brutte notizie. Si ricorda di una poesia scritta da quel poeta stupendo, dal cuore d’oro, che vive a Sassari. L’ha letta, ricorda, nella silloge di Gavino Puggioni “Nel silenzio dei rumori”. Smilla chiede a Gavi di recitarla:
E SE…
Per guardarci
Per spiarci
Per parlarci
Di quanto le vogliamo male
Di quanto la stiamo offendendo?
E se si rifiutasse
Di darci ancora
Tutto quello che ci ha dato?
Che non abbiamo apprezzato
Trasformandolo
In un veleno di opulenze
In milioni di inutilità
Pesanti come bombe già innescate?
E se ci dicesse di fermarci
Anche a noi che l’abitiamo?
E se la terra
Ci raccontasse ancora di bambini,
Della fame, dell’acqua, delle miserie,
Di malattie comuni
Per loro gravissime?
E se la terra
Ci dicesse ancora
Di tutto e di più
Perché figli suoi siamo?
E se…
E se…
Saremmo in grado
Oggi
Di capirla e seguirla?
Smilla ha ascoltato in silenzio, pensierosa, e poi ha gridato:
“Gavi, ferma questo Pianeta degli Umani, voglio scendere subito!”
In effetti, viene proprio voglia di scappare da questo Pianeta pieno di egoismo, di indifferenza, di violenza, di malattie e di insofferenza, di disprezzo per le cose della natura, di…di…Basta, meglio non parlarne più. Gavi prende Smilla per mano, la conduce dall’altra parte della strada, lontano da quelle notizie che fanno solo tristezza e voglia di piangere.
Il desiderio di Smilla e di Gavi sarebbe proprio quello di scendere dal treno di questo Pianeta, e fuggire via lontano, in un altro Pianeta (ma quale?) dove si possa trovare ancora amore tra gli esseri viventi, carità, altruismo, condivisione, attenzione, vicinanza, insomma, tutto quanto possa dimostrare che è ancora possibile tentare di vivere una vita migliore, salvando il salvabile, costi quel che costi.
Ma cosa possono fare due esserini così piccoli, quasi invisibili, come l’elfo Gavi e la Ninfa dei boschi Smilla? Sono solo in due, e non sono neppure degli Umani, A quel punto anche a Smilla viene in mente una poesia letta dentro un fiore di origami: era strappata da una pagina del calendario di Angela Fabbri, così comincia a recitarla:
Altri cieli, altri mondi
circondato da campagne
seminato di alberi.
Ho percorso nuove strade
e visto altri mondi
altri cieli
meravigliosi
neri
e bucati di stelle
su cui si alzavano
le cupole di una grande chiesa
straniera
e una falce scintillante
attraversava il cielo
come nelle Mille e una Notte
In quei tempi nuovi
non mi chiedevo se Dio esiste,
perché esisteva l'uomo.
Esistevo io.
Non sono stata felice
duraturamente
voglio dire.
Perché invece ho vissuto
i momenti più belli della mia vita.
Poi i cieli si sono rimescolati ancora.
Le colline e il faro
si sono sfocati.
E le facce e i discorsi
hanno perso individualità.
Così ho perduto
le nuove strade
e i mondi sono invecchiati
e ho provato
l'irresistibile voglia di tornare a casa.
Perfetto, anche a Smilla è venuta l’irresistibile voglia di tornare a casa. Tornare nel Paese di Fantasia, dove tutto è delizioso, con quei boschi di alberi rossi, blu, gialli e azzurri, con il prato immenso, pieno di origami di poesie in fiore, e dove c’è ancora la casetta di marzapane e di cioccolata, che a lei piaceva tanto, ma così tanto, che ogni tanto …ne mangiava un pezzetto!
Smilla guarda Gavi con occhi pieni di malinconia, e gli sussurra: “Torniamo a casa, torniamo nel nostro Paese di Fantasia?”.
Gavi la guarda, e la comprende fino in fondo all’anima, e decide che tanto loro hanno fatto quel poco che potevano fare, e che di più sarebbe stato per loro un’impresa al di fuori delle loro possibilità.
Ci sarebbe voluto un esercito di elfi e di ninfe, e di fatine buone, per trasformare il Paese degli Umani in un paese simile a quello di Fantasia. Semplicemente impossibile, assurdo, improbabile, inattuabile, irrealizzabile.
Partirono per il Paese di Fantasia, almeno per loro la vita sarebbe stata bella come l’avevano sempre sognata, ma non prima di aver mandato un messaggio telepatico (ricordate che loro usano quel tipo di telefonino?). A chi? Ad Angela Fabbri, a Gavino Puggioni, a Rossella O’Hara che abita in Irlanda, a Dani che è la loro mamma ideale. Il messaggio dice: “Datevi da fare, con la scrittura, con la prosa e la poesia, con il giornalismo online o qualsiasi altra forma di tam-tam virtuale o multi mediatico, per diffondere nel Pianeta degli Umani messaggi d’amore, di Pace e di Speranza. E combattete con le armi che avete a disposizione(armi inoffensive, fatte di carta e di etere) contro coloro che vogliono distruggere il Pianeta degli Umani, e farlo ridiventare vivibile (quasi) come il Paese di Fantasia!”.
Non prima di avervi salutato con un inchino
Gettandovi con la punta delle dita un bel bacino!
Questa fiaba è finita, ma non è finito l’impegno sociale, poetico, letterario, giornalistico dei personaggi che sono apparsi in questa storia, per rendere il Pianeta degli Umani ancora affascinante, stupendo e pieno d’amore, come era stato ideato da quel Gran Maestro, scultore, inventore, pittore, giardiniere, e molto di più, e che poi gli ha dato forma. Vi state chiedendo chi è? Anche lui sta divenendo grigio come molti abitanti del Pianeta degli Umani, perché lo state trascurando? Eh no! Il Creatore è sempre luminosissimo, brilla di luce propria, è sempre in grande attività, soprattutto ama immensamente tutti gli abitanti del Pianeta degli Umani, e li vuole vedere felici. Esattamente come lo vogliono Smilla e Gavi.
THE END
Che tristezza veder finire così questo racconto! Smilla e Gavi si sono spaventati come
RispondiEliminaconiglietti perché si sono sentiti inadeguati al compito di aiutare gli Umani.
Così hanno provato il desiderio infinito di tornare al proprio mondo ai suoi colori noti alle sue
familiari armonie.
Mi faccio una risatina a denti stretti in solitudine e ironia: ma che due bravi missionari!
Non sanno forse che i mondi dove c’è bisogno d’amore sono i mondi dove l’amore non
c’è?
Be’ lo impareranno presto, spero. E magari torneranno a trovarci e a conoscerci meglio.
Perché anche noi Umani abbiamo le nostre armonie: la musica, ad esempio, che avvicina un
po’ di più al cielo e verso lì tutti noi tendiamo che vogliamo ammetterlo o no.
Questo è il mio saluto, Smilla e Gavi, cari amici miei. E’ il saluto di Angela, che rimane indietro,
che rimane qui.
Angela Fabbri
Purtroppo è un finale un po' triste, hai ragione Angela, ma non più di tanto. Loro, i folletti, hanno fatto amicizia con noi, anzi, ci hanno aiutato ad essere molto più uniti e la missione l'hanno affidata a noi che siamo umani e che meglio comprendiamo questo nostro Pianeta. Non è stata vana la loro venuta su questa Terra, poiché ci hanno insegnato qualcosa. Ma loro sono piccoli, e lottare tra tutte queste avversità, non spetta a loro. Dobbiamo farlo noi. E' questo il loro grande messaggio. La favola è una cosa bella, che aiuta a dimenticare, fin che la si legge, certe amarezze che nascono guardandosi intorno, ma poi finisce, come tutte le favole, anche le più belle, per lasciarci davanti alla realtà. E quella che dobbiamo osservare, e muoverci nella direzione che possa, con le nostre poesie, racconti, articoli giornalistici, aiutare a far comprendere che il mondo non è tutto da buttare, che ci sono persone capaci di sorreggerlo, come tanti Atlante che reggono il mondo!
RispondiEliminaComunque questa favola è degna di essere pubblicata, magari in e-book, lo merita perchè ha portato a noi che l'abbiamo letta tanti insegnamenti di vita vera e pulita, magari immaginaria, ma proprio per questo invito ad ESSERE, nel rispetto dell'umanità e dell'amore.
RispondiEliminaSmilla e Gavi sono "promotori" e propugnatori deie loro sentimenti che vorrebbero fossero trasferiti a tutti, in un mondo ormai alla deriva della e nella sua stessa essenza.
Bisogna dare atto a Danila Oppio che è riuscita a costruire questo enorme castello fatto di sensazioni ed emozioni alle quali dovremmo sempre attingere.
Complimenti Danila, ad maiora!
gavino
Grazie Gavino! Un complimento così grande, come il suggerimento di pubblicare, che proviene da uno scrittore e poeta, mi dona fiducia. Significa che la mia fatica letteraria nella stesura di questa favola, per bambini ma anche per adulti, nonè stata vana. ci penserò, per ora l'ho offerta gratuitamente ai lettori di questo blog, sperando sia loro piaciuta.
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