“Chi non conosce il sollievo che si sperimenta quando la straordinaria luce del "dover aiutare", del "dover costruire" illumina la propria notte del "dover distruggere", non sa quanto possa essere ricca la vita …”
Ringrazio Stefania De Bonis, che con tanta fraterna amicizia mi ha inviato questa meravigliosa perla di Albert Schweitzer
Mi pare necessario aggiungere uno stralcio biografico del grande Schweitzer!
Albert Schweitzer nasce il 14 gennaio 1875 a Kaysersberg, nell’Alta Alsazia (allora territorio tedesco), figlio di un pastore protestante.
Si dimostra sin da bambino un ragazzo timido, sensibile e portato all’introspezione; scriverà in proposito, nelle sue memorie:“Ricordo di aver sempre sofferto a causa della grande miseria che vedevo nel mondo.
Non ho mai conosciuto la gioia di vivere spontanea, propria della fanciullezza, e penso che molti bambini si sentano così, anche se spesso, visti dall’esterno, sembrano completamente felici e senza preoccupazioni.
Ciò che mi faceva più soffrire era vedere dei poveri animali costretti a sopportare così tanto dolore e tante privazioni. La vista di un cavallo vecchio e zoppicante, trascinato da un uomo mentre un altro lo colpiva con un bastone mentre veniva portato al mattatoio di Colmar, mi perseguitò per settimane”.
Il padre, Ludwig Schweitzer, durante l’infanzia di Albert, esercita il proprio ministero nel villaggio di Gunsbach. Il destino ha voluto che ancora oggi, come allora, in questa chiesa si celebrino due culti, cattolico e protestante, in lingua francese e tedesca.
Questo alternarsi ad orari regolari, di differenti confessioni religiose nella più totale armonia, spingerà Albert nelle sue future riflessioni e rimembranze a dire:
“Da questa chiesa aperta ai due culti ho ricavato un alto insegnamento per la vita: la conciliazione”, aggiungerà in seguito che, “Le differenze tra le Chiese sono destinate a scomparire. Già da bambino mi sembrava bello che nel nostro paese cattolici e protestanti celebrassero le loro feste nello stesso tempio”.
Vorrei poter pubblicare tutta la biografia dell'illustre medico e umanista, ma credo che questa introduzione sia sufficientemente atta ad illustrare il mio pensiero al riguardo. Una chiesa aperta ai due culti, cattolico e protestante, celebrata in due lingue diverse, è dimostrazione di universalità, di condivisione assoluta. Grazie Albert per quanto hai donato all'umanità!
E io mi chiedo: se l'ha fatto il padre di Albert Schweitzer tanti e tanti anni fa perchè non può succedere ancora? Mia madre era cattolica, mio padre protestante, eppure hanno costruito una famiglia. E soprattutto, noi figli,ci hanno reso 'uomini liberi', con tutta la responsabilità, naturalmente, che questo comporta. Angela Fabbri
RispondiEliminaSono d'accordo con te! E' stata per me una grande sorpresa, apprendere di questo luogo sacro, condiviso fraternamente tra due "culture" diverse! Già dal tronco si intuiscono le foglie! La grande intelligenza di Ludwig ha costruito degno figlio Albert! Peccato che ci siano ancora tanti preconcetti da smantellare!
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