Che si tratti di una notizia recente, non c’è dubbio. anche se da 30 anni si sta scavando in Antartide, per scoprire i misteri del lago Vostok.
Il colpo di scena però, è avvenuto in questi giorni, quando un team russo rompe l’ultima barriera di ghiaccio e raggiunge un bacino d’acqua temperata, un piccolo lago, sepolto da venti milioni di anni.
Un mondo autonomo, rispetto alla Terra, che pone tanti interrogativi e una lunga serie di questioni ambientali. Questa scoperta, in ogni caso, non è molto distante, per importanza, dalla conquista della luna negli anni 60.
L’enorme bacino che si trova sotto uno spesso strato di ghiaccio - alto 2,2 miglia marine, è lungo quasi 250 chilometri e largo 50 – è profondo mille metri,scoperto negli anni 70, nasconde un tesoro tutto da stimare per quantità e qualità.
Il fatto più sicuro è che contiene acqua purissima, incontaminata dall’ambiente terrestre. L’ecosistema è quindi quello di 20 milioni di anni fa, con tutto quanto possa comportare per forme di vita vegetali, animali e microbiche. Il lago è sovrastato da una cava di ghiaccio, che contiene ossigeno ed esercita pressione. L’acqua di questo lago, che in superficie è ovviamente più fredda in quanto a contatto della massa glaciale, nelle sue profondità raggiunge i 30 gradi. Un posto gradevole per farci una nuotata, se non fosse che si trova a 3.000 metri sotto l’Antartide!
Le domande si fanno pressanti: che tipo di ambiente troviamo? Quali organismi viventi? In ogni caso, sempre forme di vita aliene al nostro ambiente.
In quella zona si riscontra anche un’attività magnetica del tutto inspiegabile, in quanto pare che in una zona ben identificata da rilevatori sismici, sia stato rilevato un corpo cilindrico, come di gigantesco Ufo seppellito dai ghiacci, o di un elemento meteorico comunque di grande forza magnetica. La forma di questo oggetto appare abbastanza regolare. Cosa nasconde il lago e quanto inciderà questa scoperta sul Pianeta Terra è tutto da capire. Si spera che i misteri che Vostok nasconde, vengano presto svelati.
Questa la notizia, a breve linee. I dati sono molto più dettagliati, ma sicuramente reperibili in un qualsiasi divulgatore scientifico, o su internet. Non è tanto sui dati tecnici che vorrei soffermarmi, quanto piuttosto al disastro ecologico che tale scoperta potrebbe causare. Magari sono in errore, però ho la personale opinione che certi “draghi” addormentati, dovrebbero essere lasciati in pace.
Immagino il nostro Pianeta come un corpo umano che, sotto il bisturi di un chirurgo impazzito, venga scavato, ferito, maltrattato, e su cui rimangono profonde ferite che spesso non si rimarginano. Quanto costano queste ricerche al governo russo? O a qualsiasi altro governo? Sono davvero necessarie per il bene dell’umanità? Quali disastri può causare uno sconvolgimento del sistema terrestre, come quello di perforare in profondità i ghiacci polari? Siamo sicuri che sia operazione davvero necessaria? Sono tutte domande che nascono spontanee e alle quali occorre dare una risposta logica. Ma se quella risposta arriva quando ormai è troppo tardi per mettere un tappo al foro prodotto da enormi pozzi installati sulla piattaforma antartica?
Non ci resta che sospirare impotenti, mormorando: “Ai posteri l’ardua sentenza!”.
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