AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

lunedì 13 febbraio 2012

IL PAESE DI FANTASIA - QUARTO EPISODIO


-   All'alba di un nuovo giorno, Smilla e Gavi si accomiatano da Leo e dai suoi genitori e, prendendo il volo sulle ali della ninfa, partono verso una grande città: Milano. Hanno scelto una metropoli, poiché dentro la stessa, si può prendere visione di un via vai di multi etnie, un insieme di ricchezza e povertà, e quindi di molte occasioni per incontrare qualcuno cui donare quei colori che solo un po’ di polvere magica del Paese di Fantasia, può donare.
-       Ecco, Gavi, credo che stiamo sorvolando Milano, ora lentamente scendiamo. Vedi, già si intravvedono le guglie del Duomo, e lo splendore della Madonnina dorata. Dai, scendiamo in piazza.
-       Che bello il Duomo, Smilla! Tutto bianco e così maestoso! E lì cosa c’è?
-       Quella è la Galleria che dalla Piazza del Duomo conduce in Piazza della Scala, dove si trova Palazzo Marino, sede del Municipio, e il Teatro alla Scala, dove rappresentano opere liriche e balletti classici di grande pregio.
-       Si, tutto interessante, ma noi siamo venuti per incontrare gli umani,  non tanto per ammirare le opere d’arte!
-     
Così, passeggiando lungo Corso Vittorio Emanuele, nel bel mezzo di un pomeriggio assolato, incontrano un vecchietto, che li guarda sorridendo e li saluta. Stupiti che un adulto li possa vedere, si avvicinano sorridenti.
-       Ciao nonno, dove stai andando?
-       Devo andare a prendere dal corso di danza la mia nipotina Camilla, e poi l’accompagno a casa, perché ha molti compiti da fare.  Se posso, la aiuto.
-       Ma la tua nipotina ha tempo per giocare?
-       Molto poco, a dire il vero! La mattina presto l’accompagno a scuola,  i suoi genitori hanno scelto il programma a tempo pieno, ed esce alle 16.  Mangia una merendina in fretta, mentre cammina verso la scuola di ballo, e lì vi rimane un’oretta, infatti ora sta per terminare la lezione. Poi andiamo a casa, come vi ho detto, per fare i compiti.
-       E poi? Gioca almeno un poco?
-       No, dopo accende la TV, guarda un cartone animato, poi collega la Play Station, e resta incollata lì, fino all’ora di cena.
-       Da quanto mi pare di capire, questi bambini degli umani trascorrono seduti la maggior parte del loro tempo: tra i banchi di scuola, per molte ore, e poi davanti allo schermo, sia della TV o del computer, altre innumerevoli ore. Meno male che almeno Camilla va a danza, così che possa fare un po’ di movimento, ma un’ora sola è ancora poca cosa.
-       Oh no, Camilla frequenta altri corsi, sta imparando a suonare il pianoforte, e il giovedì va a casa della maestra di musica, ed il sabato va in piscina, a nuotare.
-       Ecco, anche durante le lezioni di piano resta seduta, per fortuna fa un  po’ di nuoto, ma sempre  troppo poco movimento!
-       E ‘ così, Smilla, oggigiorno molte cose sono cambiate. I genitori devono lavorare entrambi, per sbarcare il lunario, e non hanno tempo per giocare con i loro figli…ma almeno ci sono i nonni, come me, che hanno tempo da dedicare ai loro amati nipotini. Però non riesco a far giocare Camilla come un tempo ci divertivamo noi. Ci bastava poco,  anche i sassi diventavano oggetti fantastici, o i bottoni, per creare delle fantastiche piste dove farli correre, come fossero macchinine o biciclette. Inoltre ci piaceva giocare nei prati, a rincorrerci, a nascondino, a bandiera, a mosca cieca. Così univamo il divertimento, il movimento e la compagnia degli amici.
-       Camilla non ha amici? – Chiede Gavi perplesso.
-       I compagni di scuola, ma poi ognuno di loro ha impegni diversi, chi va a giocare una partita di calcio, chi fa judo, chi basket, chi altri sport o attività complementari, e c’è anche chi trascorre tutto il suo tempo libero davanti allo schermo, giochi elettronici,  e qualsiasi sciocchezza che la TV propone. Questa tecnologia ha sostituito la baby-sitter ed i genitori non hanno ancora capito quanto sia poco salutare, per i piccoli, stare tutte quelle ore seduti, con gli occhi fissi sullo schermo. Ma non solo…non sviluppano la loro fantasia, perdono la creatività e diventano delle spugne che assorbono tutto, nel bene e nel male. Sono molto preoccupato, lo sono proprio!
-       Senti nonno, possiamo venire con te a prendere Camilla e stare un poco con voi?
-       Ma certo, era proprio quello che desideravo, per questo mi sono fermato a parlare con voi. Non sapevo più cosa escogitare, per convincere Camilla che non si può vivere solo facendo cose, come un’ automa, e vorrei dirlo anche a mia figlia Laura, la mamma di Camilla, che le cose non possono continuare in questo modo.  Sono certo che se Laura e Camilla vi vedessero, comprenderebbero tutto quello che io fatico a far loro capire!
-       Allora andiamo, nonno! Da che parte?
Nonno Francesco, dopo essersi presentato ai due nuovi amici, si incammina con loro verso la scuola di ballo, dalla quale, poco dopo, esce la piccola Camilla.
-       Ciao nonno! – dice Camilla buttandogli le braccia al collo - Andiamo a casa a fare i compiti? Poi voglio giocare con Ninendo.
-       No, cara, dopo i compiti facciamo qualcosa di diverso. Vedi che abbiamo ospiti? Questi nostri nuovi amici Smilla e Gavi.
Camilla si guarda intorno e non vede nessuno. Siamo alle solite! Il giorno prima erano i genitori di Leo a non vedere, almeno al primo momento, i due abitanti del Paese di Fantasia, ora è la piccola Camilla, a non individuarli.
-       Guarda bene, cara, e li vedrai. Però ora andiamo a casa, che sono un po’ stanco di camminare! – E tutti e quattro si dirigono verso la casa di Camilla.
Entrati nell’appartamento, Camilla apre la cartella, prende il diario, e vede quanti compiti ha per il giorno dopo. Qualche esercizio di matematica, un riassunto di italiano, due pagine di geografia da studiare.
-       Uffa nonno, ma sono tanti da fare, forse non riesco a finirli prima di cena!
-       Si che ce la facciamo, ora tu ti siedi alla tua scrivania, cominci a studiare geografia, poi io t’ interrogo per vedere se hai ben compreso.
-       Va bene, nonno! E poi che facciamo?
-       Lo vedrai non appena hai finito i compiti.
Camilla, dopo più di un’ora e mezza col nasino sui libri, finalmente si alza, si stiracchia e va dal nonno, che nel frattempo aveva sonnecchiato sul divano, in compagnia di Smilla e Gavi, stanchi anche loro per il lungo viaggio dall’Isola di Budelli fino a Milano.
-       Vieni Camilla, vieni a giocare con i nostri nuovi amici.
-       Ma nonno, ancora insisti con questa faccenda? Io proprio non vedo nessuno.
-       Smilla mi ha detto che per vederli, devi procurarti un paio di calze rosse, di quelle di filanca che hai rotto l’altro giorno. Poi un rotolo di filo di rame sottile, un rocchetto di filo di seta rosso, un bastoncino di legno, tipo quelli che usa la mamma per preparare gli spiedini, un rotolo di guttaperca…e le forbici, naturalmente!
-       Cos’è la guttapesca, nonno?
-       Non guttapesca, guttaperca!
-       Si, va bene, ma cos’è?
-       Quel nastro adesivo un po’ crespato, che usano i fiorai per avvolgere i fiori finti.

-       Si, mamma ne deve avere un rotolo nel cassetto che contiene oggetti di cancelleria.
-       Bene, porta tutto qua  sul tavolo, e poi vedrai…
Smilla, con un colpo d’ali, sale sul tavolo, comincia a piegare a cerchio il filo di rame, e prepara cinque cerchi, Poi prende la calza di Camilla,  la taglia in tanti quadretti, coi quali riveste i cerchi di rame. Quindi li fissa alla base, con il filo di seta rosso. Quando ha finito di formare i cinque petali, li unisce insieme, e poi li fissa alla base dello spiedino di legno, girando attorno il filo di seta. Terminata questa operazione, avvolge la guttaperca intorno allo spiedino, e ne esce un papavero stupendo.
Camilla è rimasta a bocca aperta, nel vedere come, in modo prodigioso, quel fiore si formava sotto i suoi occhi, senza che mani umane lo avessero plasmato. Ma quando quel fiore viene offerto da Smilla a Camilla, la piccola umana intravede una manina che lo regge, e poi tutta la figura di Smilla che le sorride. accanto a Gavi.
-       Ma che bello, come hai fatto a farlo, me lo insegni? – dice Camilla rivolgendosi a Smilla.
-    -   Certo che te lo insegno, è facile più di quel che credi, e ne puoi fare di tanti colori, basta che usi le tue calzine rotte, non buttarle via.  Puoi realizzare fiori di tante forme, e li puoi regalare alla mamma, alle amiche. E tutto quel tempo perso davanti alla tele, o giocando con quei ruba tempo dei giochi elettronici lo impieghi occupandolo in lavoretti manuali.
-    -   Si, Smilla, mi piace imparare a fare qualcosa con le mie mani, qualche volta disegno, ma poi mi stanco..anche a scuola mi fanno fare i disegni, e mi pare che siano ancora compiti. Invece fabbricare fiori di filanca è molto divertente, perché se ne possono fare di tanti colori e forme, ma la cosa più bella, e che si possono regalare.
-       Allora dai Camilla – dice il nonno alla nipotina – fanne uno per la tua mamma, vedrai come sarà contenta questa sera, quando al suo ritorno, stanca dal lavoro, troverà la tua sorpresina. E sarà ancora più contenta, quando saprà che non hai speso il tuo tempo davanti a qualche schermo!
Suona il campanello, è Laura che rientra dal lavoro. Camilla corre ad aprire, con il fiorellino che ha confezionato da sola, e lo offre alla mamma.
-       Grazie! Brava, Camilla, ma non mi dire che l’hai fatto tu da sola? Ho l’impressione che ci sia di mezzo una fatina, un elfo, ma…non credo possibile che tu da sola abbia avuto questa splendida idea, e il nonno… lui si occupa solo di cose da uomini!
Smilla e Gavi si guardano strizzandosi l’occhio: anche oggi hanno combinato qualcosa di buono: hanno visto che pure i nonni vedono elfi e ninfe dei boschi, e che attraverso lo sguardo buono del nonno, anche Camilla ha potuto vederli.
Stanotte riposeranno vicino a Camilla, e domani affronteranno una nuova avventura. Anche le ali di Smilla hanno bisogno di riposarsi, prima di impegnarsi in un altro volo. Dove andranno? Per saperlo, dovrete aspettare fino alla prossima volta!
                                                                       THE END

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