AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 11 marzo 2023

ABITUDINI E RESISTENZE DAL SUD di Padre MAURO ARMANINO


Abitudini e resistenze dal Sud 

Ci si abitua a tutto, col tempo. Alla guerra come una costante della storia umana scritta finora. Alle armi inventate, prodotte, perfezionate, vendute, usate ed esportate. Alle sue conseguenze che sono gli sfollati, i rifugiati, i morti, i cimiteri, le lacrime postume delle madri e il rancore sordo dei padri. Alla violenza sacrificale ufficiale e quella quotidiana come mezzo per placare gli dei nascosti del potere di alcuni e della sottomissione di molti. Alle frontiere come barriere per rassicurare l’inutile certezza delimitativa tra noi e ‘loro’, i barbari che ancora non parlano la ‘nostra’ lingua franca universale. Ai diritti umani scritti, ratificati e applicati secondo le circostanze, soprattutto di chi li viola. Citati, insegnati, trasmessi e poi fucilati sul posto, i diritti in questione che si trasformano in bare, croci o piccole colline di sabbia che il deserto dimentica.

Ci si abitua a tutto, col tempo. Alle parole che spariscono e a quelle prese in ostaggio dal potere del momento. A quelle deformate, manipolate, tradite, espropriate, vendute o semplicemente perse sulle strade che non hanno un cuore. Quelle degli inutili proverbi di un mondo andato via col mercato delle merci che hanno colonizzato le parole fino a ridurle in schiavitù. Arruolate nei media comandati a bacchetta dagli stessi che governano il mondo come un’impresa multinazionale per conservare i privilegi di una classe sociale. Alle politiche che hanno smesso di produrre parole che hanno un senso. Si limitano alla gestione amministrativa per allontanare i poveri e i volti oltre il mare che, invece, della politica sono la ragione stessa.  Il declino delle parole e quello della politica sono indivisibili perché nati assieme come gemelli.

Ci si abitua a tutto, col tempo. Alla menzogna sul proprio destino e sul senso delle cose da perdere. All’abbandono puro e semplice, come inutili cimeli, di ideali e immaginari che hanno fatto sognare generazione di umani. Al progressivo restringimento dell’orizzonte che spinge, come l’utopia, ad andare e rischiare sentieri non battuti e pericolosi. Ad una vita vissuta al ribasso, in difesa, senza in realtà mai abitarla con riconoscente attesa. Alla chiusura del possibile mistero dell’esistenza che potrebbe aprire a paesaggi inediti di un’umanità finalmente liberata dalla paura della libertà. Alle porte chiuse dalla strategia del sospetto e del controllo di tutto quanto non dia garanzie di fedeltà al regime. Alla morte come passaggio obbligato della vita e dunque da censurare come una vergogna o una sconfitta.

C’è ancora, invece, chi resiste come può e ripudia di stare al mondo per abitudine. Dissente dal credere che la miseria, l’ingiustizia e un mondo diviso siano il solo destino da coltivare. Contesta l’ignobile, eppure, vincente tentativo di naturalizzare le disuguaglianze e divinizzare i privilegi. C’è ancora chi, come tenta di fare Dio, non si lascia ingabbiare da riti, olocausti o templi nei quali mantenere il mondo com’è. Resistono coloro che disertano le promesse di facciata e non si allineano con chi illude con la vendita di un biglietto, a buon prezzo, per un futuro senza storia. Si innamorano senza calcolo, hanno figli nei quali specchiarsi e sanno che né la vita né il corpo sono di loro proprietà. Tessono pazientemente e con tenacia parole antiche da lasciare come eredità al vento.



              Mauro Armanino, Niamey, 12 marzo 2023


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