Ciao Danila,
proseguiamo oggi il percorso dei “Tredici martedì” con la seconda meditazione, guidati sa padre Antonio.
"Credo, aiutami nella mia incredulità" (Mc 9,24). Con queste poche parole, il padre del Vangelo di Marco, esprime la sua fede e chiede aiuto con fiducia, riconoscendo la propria fragilità. È una preghiera mite e sapiente, che tocca il cuore di Dio.
Anche se la nostra fede è piccola e debole, Dio si serve di essa, per compiere miracoli nella nostra vita. Infatti, la fede è un umile e totale abbandono a Lui, nell’Amore. E' un vuoto, una breccia dentro di noi, nel nostro orgoglio e nel nostro ego, attraverso la quale Dio stesso può passare per incontrarci e salvarci.
Sant'Antonio paragona la Fede a un pesce che, nonostante nel mare venga continuamente sbattuto dalle onde, continua a vivere e a nuotare; allo stesso modo la Fede, anche se continuamente scossa dalle avversità, non viene mai distrutta.
Ciascuno di noi, immerso nell'acqua delle vicende umane, può affidarsi al Signore con le stesse parole che usò quel padre nel Vangelo: "Credo, aiutami nella mia incredulità".
Buon cammino!
Pace e bene!
Il link dei Tredici martedì si trova qui:
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