E' vero,noi siamo in continua crescita spirituale, umana e in cammino verso Dio. Dobbiamo saperlo, dobbiamo sentirlo, perché ciò che davvero apre la mente umana non è solo la ricerca scientifica, ma anche quella soprannaturale. La Fede è il terzo occhio nel nostro cervello, che aiuta a percepire messaggi di natura divina, soprannaturale. Che siano messaggi reali, o percezioni extrasensoriali, o come le chiamava Teresa d'Avila, locuzioni interiori, sono sempre sensazioni che ci allontanano dalla materia carnale, per avvicinarci a quella spirituale. Per questo capisco che certe conferenze teologiche magari possono non essere gradite, perché troppo rivolte al pratico, al didattico e dove poco si intravede di mistico. Ho imparato col tempo a comprendere che sono necessarie anche le cose che ci appaiono aride, per mettere alla prova la nostra pazienza, la nostra adesione alla Chiesa e al Carmelo in particolare, la nostra umiltà, la nostra disponibilità all'ascolto anche verso coloro che troviamo poco interessanti, o che ci dicono cose che già sappiamo. Un tempo mi ribellavo, ero insofferente, e volte giudicavo e criticavo. Poi mi sono detta che non è l'atteggiamento che Gesù vuole dai suoi amici, non è insomma un atteggiamento evangelico. E ho cercato di correggermi. Sono quei famosi sentimenti negativi che nascono a volte nel cuore e ci fanno stare male dentro, ci tolgono la pace e la serenità e quindi vanno rimossi! Con l'aiuto di Dio!!
Batto e ribatto sul combattere i peccati, i vizi ed i sentimenti che lacerano l'anima, e lo faccio perché sono persuasa che Amare non è una parola fine a sé stessa, ma comporta un lavorìo interiore, un incessante smussare le nostre asperità. L'Amore di Dio, riversato sull'umanità, deve allargarsi a macchia d'olio, raggiungere ogni cuore umano, attraverso il movimento dello Spirito che abita in noi.
Amare veramente significa saper rinunciare al nostro tornaconto, per il bene altrui. Significa uscire dal nostro bozzolo, dal nostro ripiegamento in noi stessi, per aprirsi all'altro. Anche a costo di sacrificare ciò che "ci sembra" più caro.
Da sempre si parla di amore come di quella attrazione che si prova verso un'altro essere umano. No, quello non è amore: si può chiamare in diversi modi simili, ma si discosta molto dall'amore che Gesù ci ha insegnato.
Non amo montare in cattedra e tenere lezioni di etica, di psicologia o di teologia,non amo questo perché non rientra nelle mie conoscenze dirette, ma mi piace usare esempi pratici, più comprensibili a me stessa, che forse dagli altri.
Se io penso di essermi innamorata di una persona, e se per quella persona io posso fungere da ostacolo - in qualche modo - al suo cammino, qualunque sia la direzione che la stessa prende, e mi ostino a voler instaurare con lei un rapporto affettivo, non faccio né il bene suo né quello mio. La coscienza muoverebbe dentro di me emozioni non piacevoli, mi direbbe che non è giusto questo mio interesse egoistico verso l'altro, mi farebbe vivere in uno stato altalenante di felicità e di dolore, di insicurezza e di mancanza di pace.
In tutto questo rientrano le relazioni extra-matrimoniali, i fidanzamenti forzati da parte di un solo individuo, e non sarebbe vera condivisione, così come i matrimoni senza basi profonde, o senza la benedizione di Dio. In questo modo, non solo si fa del male all'altro, ma lo stesso ricade su di noi, togliendoci quella pace che ogni anima anela.
E' solo un esempio, ma si può girare a 380° su tutti gli atteggiamenti e le scelte di vita che non fanno crescere la persona, e che invece ne distruggono il bene cui ogni essere umano ambisce.
Come Adamo si nascose agli occhi di Dio, sentendosi nudo, avendo visto tutta la sua umana miseria, e vergognandosi della sua debolezza nel non aver saputo tener fede alla promessa fatta a Dio, e avendogli disubbidito, così quel senso di frustrazione nasce dentro l'animo di ogni persona incapace di amare, agendo in modo contrario non tanto a Dio - parlo anche per chi non è credente - quanto alla sua propria dignità.
Quanto è meraviglioso pretendere da sé stessi quella forza che combatte i desideri sbagliati,
l'egoismo che è innato, le debolezze che appartengono alla materia fragile del nostro essere uomini, e quanto è stupendo scoprire che siamo riusciti a vincere questa nostra fragilità.
Sono persuasa che sono le debolezze umane, tutte, che portano a far nascere dentro di noi certi sentimenti negativi, quali l'invidia, l'accidia, la gelosia, il rancore, se non addirittura l'odio.
Se queste debolezze le vinciamo con la forza di volontà, e con una buona dose di amore, ci accorgeremo che nulla di spiacevole verrà ad intaccare la pace del cuore, perché svaniranno tutte quelle sensazioni sgradevoli che gravavano nel nostro animo.
Si fa presto a dire: "ama i prossimo tuo come te stesso, e anche i nemici". Prima bisogna comprendere qual'è il nostro prossimo, e quali sono i nostri nemici! Il prossimo: vediamolo come un fratello, figlio dello stesso Padre, allora capiremo cosa significa. I nostri nemici: spesso non sono gli altri ad esserci nemici, quanto piuttosto lo siamo di noi stessi. Sono i nostri pensieri negativi ad inquinare il cuore, e li vediamo riflessi nel "nemico". Ma se il nostro cuore è puro, una volta privato di tali inquinamenti, allora nel prossimo non vediamo nemici, perché non saranno nostri rivali, o persone da invidiare, o detestare.
Come Santa Teresa - senza per questo volermi paragonare a lei, ci mancherebbe altro! - anch'io mi trovo in difficoltà ad esprimere in modo chiaro ciò che ho dentro il cuore e che vorrei tanto trasmettere ai miei fratelli, ma spero di essere stata abbastanza esaustiva. Lo spero perché molti di questi sentimenti negativi hanno albergato nel mio cuore, a fasi alterne, e mi hanno fatto star male, perché erano come vermi che mi rodevano dentro. Poi ho capito il meccanismo con cui combatterli, ed ora sono serena, rappacificata con Dio e con il prossimo, oltre che con me stessa. Così ho compreso da tanto che anche il volto di un estraneo è il volto di mio fratello, di mia sorella. E mi relaziono con le persone senza freni inibitori: esse sono amate da Dio, e quindi perché non dovrei amarle io? E perché dovrei essere gelosa, invidiosa, nemica, di chi mi appare migliore di me? Non lo sono per il semplice fatto che conosco i miei limiti, e conosco anche la volontà di Dio, il quale ha distribuito ad ognuno secondo i Suoi disegni, e quindi se provo sentimenti che non sono segno d' Amore, è come se volessi fare a pugni con Dio! E questo non lo voglio, perché - sempre - deve essere messa davanti ad ogni cosa, la Sua volontà e non la mia!! Se nella mia vita ho incontrato persone speciali, che mi hanno fatto crescere spiritualmente ed umanamente, lo devo al Padre, che ha visto le mie necessità, ed insieme a loro cammino con gioia immensa, perché condividiamo gli stessi sentimenti positivi che Gesù Cristo ci ha insegnato ad apprezzare
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