AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

sabato 21 agosto 2010

STORIA DELLA SANTA MESSA parte prima

La Messa é la più importante funzione sacra della chiesa cristiana, cattolica ed ortodossa, celebrata dal sacerdote sull'altare e che rappresenta il memoriale del sacrificio della croce attraverso l'offerta del Corpo e Sangue di Cristo sotto le specie eucaristiche. Il termine "messa"  deriva da "missa"  equivalente a "missio",  cioé congedo  ed entrò in vigore dal IV secolo, quando il rito comportò il congedo dei catecumeni prima dell'Offertorio. S. Agostino esplicitò con chiarezza questo congedo rituale:
"Ecce post sermonem fit missa catechumenis, manebunt fideles" (Ecco, dopo il sermone, si faccia il congedo dei catecumeni, restino i fedeli).

INTRODUZIONE

§        Secondo il RITO, la messa si distingue in: - Messa in rito latino o romano - Messa in rito greco - Messa in rito armeno - Messa in rito ambrosiano.
§        Secondo la SOLENNITÀ: - messa letta  o bassa o privata, cioè semplicemente recitata dal celebrante in ogni sua parte e senza canto- messa solenne  o cantata in cui il celebrante é assistito dal diacono e/o altri accoliti
§        messa concelebrata, o concelebrazione, entrata in uso nella seconda metà del secolo attuale, cui partecipano contemporaneamente vari presbiteri in qualità di concelebranti
§        messa pontificale, anticamente detta "messa in  pontificale", celebrata solennemente da un vescovo o da un prelato con l'assistenza di numerosi ministri e sempre cantata da un'apposita corale  diretta da un maestro di cappella
§        messa papale, celebrata dal papa con cerimoniale molto solenne ricco di un vastissimo rituale che, con la riforma liturgica del Vaticano II, si é molto ridotto, per dare, invece, spazio alla centralità religiosa espressa sia dall'omelia papale rivolta al mondo con l'aiuto dei media, sia all'incidenza ecumenica con la presenza di celebranti e fedeli di tutto il mondo ai quali viene concessa l'espressività cultuale dei riti originari con canti, musiche, gestualità
§        messa vespertina, celebrata la sera precedente la festa, entrata in vigore  con la costituzione apostolica del 6 gennaio  1953
§        messa funebre o di requiem, celebrata in suffragio di defunti.
La messa é l'unico e supremo rito sacrificale del cristianesimo cattolico e fin dai primi secoli é il centro della vita liturgica e mistica della Chiesa.

LE ORIGINI

Le sue origini si rifanno all'"agape " cristiana, convito fraterno presso i primi cristiani; comunità d'amore fraterno in S. Ignazio d'Antiochia; commemorazione della Cena del Signore, ma nel II secolo con significato esclusivamente escatologico.
La valenza teologica della messa si instaurò quando la cena comune venne separata dall'Eucarestia e, sull'esempio lasciato da Cristo nell'ultima Cena, i riti fondamentali furono tre:
§        offerta del pane e, separatamente, del vino
§        consacrazione preceduta da preghiera di ringraziamento; quest'ultima basata su formulari giudaici usati dopo i pasti, presto sostituita da una di carattere cristologico, secondo quanto rilevato dalla Didaché
§        comunione prima del pane eucaristico... seguita a distanza da quella del vino.
Durante la consacrazione si recitava il racconto dell'istituzione Eucaristica.
Nel culto dei primi cristiani sono già presenti la predicazione, la lettura, preghiere ed inni a scopo didattico.
Nella sua "Apologia"  per i cristiani all'imperatore Antonino Pio e nel "Dialogo con Trifone", San Giustino, nell'anno 150, dà la prima descrizione della Messa romana, distinta in due parti: quella "didattica", fatta di letture  sacre degli Apostoli e dei Profeti, e quella "sacrificale", centrata sulla Passione e già comprensiva dell'epiclesi, cioé l'invocazione del Logos sugli elementi da consacrargli.
La lingua usata era il grecol'uso della lingua latina subentrò verso il IV secolo; anteriormente a questo secolo,  vigeva qua e là l'uso delle letture in greco, successivamente tradotte in latino; una messa bi-lingue, insomma.
Il "Canone latino definitivo"  fu elaborato a Roma, anche se a darcene testimonianza é il vescovo di Milano sant'Ambrogio nel suo libro "De Sacramentis".
Tra il II e IV secolo la celebrazione fraterna della messa si diffonde molto, secondo la testimonianza di Tertulliano che la definisce "dilectio". Nei secoli V e VI la liturgia romana della messa cominciò a diffondersi anche oltre l'Italia: in Spagna il vescovo Profuturo nel 538 volle il Canone romano; nel 563 il Sinodo di Praga ordinò l'assimilazione della liturgia spagnola a quella romana; lo stesso avvenne in Inghilterra, dopo la missione di Agostino voluta da Gregorio I.
Nelle Gallie la riforma instaurata da Pipino e proseguita da Carlomagno con l'intento di sostituire la messa gallicana con quella romana influì, nel decorso degli anni, sul rito e le orazioni della stessa messa romana: le incensazioni dell'altare, del Vangelo, del celebrante, dei fedeli sono di origine gallicana, così come i segni di croce durante il Canone e il maggior numero di orazioni. L'Introito entrò a far parte della Messa come canto pontificale verso il VI secolo, per la solennità conferita alla stessa dalla presenza del papa. Sempre dalla Francia, verso il IX secolo, si inserirono melodie e tropi e versetti tra i testi.
Altre significative innovazioni avvennero tra l'VIII e XI secolo: l'altare non fu posto più fra il celebrante ed il popoloma in fondo all'abside, così che il sacerdote compiva il sacrificio volgendo le spalle all'assemblea; il clero assisté ponendosi davanti al popolo e non più dietro l'altare; lo stesso assunse dimensioni maggiori in larghezza: le parti laterali si usarono per letture ed orazioni, al centro solo il sacrificio. Con l'uso del pane azzimo s'introdusse la grande Ostia ad uso del celebrante e piccole Ostie, raccolte nella pisside, per la comunione dei fedeli inginocchiatiIl rito dell'elevazione dell'Ostia consacrata s'introdusse solo verso il XII secolo, mentre quella del calice fu resa obbligatoria nel 1570 col Messale di Pio V.
Questo testo pubblicato il 14 luglio 1570 divenne normativo per tutte le chiese d'Occidente, uniformandone testi e riti, ad eccezione di quelle chiese che possedessero un rituale proprio da almeno 200 anni.

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