Come rito la messa, dal XIII secolo in poi, si soleva distinguere in due parti: "messa dei catecumeni " e "messa dei fedeli "; alla prima erano ammessi coloro che aspiravano a diventare cristiani e , poiché ancora in fase di preparazione dottrinale, erano esclusi dal sacrificio eucaristico e partecipavano solo alla liturgia della Parola, con chiara valenza catechetica; alla seconda partecipavano tutti i credenti.
L'altare posto alla sommità di una gradinata stava a significare la salita al Golgota; perciò le preghiere di introduzione al Sacrificio erano recitate dal celebrante ai piedi della gradinata: al IX secolo si fa risalire la recita del Salmo 42 Judica me, Deus ; con il Gloria e il Confiteor, la cui formula é del XII secolo, il sacerdote sale all'altare che incensa con triplice giro, se la messa é solenne; la recita del Credo, dopo la lettura del Vangelo e l'omelia, é introdotta nel VI secolo in Oriente, nell'XI nel rito latino.
La seconda parte della messa iniziava con l'Offertorio: fino all'XI secolo erano i fedeli stessi ad offrire il pane e il vino del sacrificio insieme al necessario per i sacerdoti: traccia di ciò é l'odierna elemosina; offrivano pane azzimo, cioè non fermentato; ciò non prima del IX secolo in Roma; dal XII secolo in poi prese la forma dell'ostia attuale.
L'Offertorio é una reliqua dei canti che si solevano fare durante la cerimonia della raccolta delle offerte. Seguivano preghiere, dette "piccolo Canone" che, nel rito latino, non sono più antiche del XIV secolo: "Suscipe", "Sancte Pater" , forse di origine gallicana, ed il "Deus qui humanae substantiae", antica preghiera della liturgia natalizia romana; fatta l'offerta, si procedeva ad una nuova incensazione dell'altare, seguita dal Lavabo, o lavanda delle mani, l'"Oratio super oblata secreta" e quindi il Prefazio che é l'introduzione alla preghiera eucaristica per eccellenza, cioé il "Canone" o "Canon actionis".
Il Prefazio, detto in altre liturgie "prologo", "illazione", comincia con un dialogo tra celebrante e fedeli, prosegue con una preghiera di ringraziamento e si conclude con il Trisagio o Sanctus. Ha così inizio il Canone, formula in atto dal VII secolo, con il quale avviene la consacrazione delle due specie eucaristiche e la loro duplice elevazione, attuata dal tempo dell'eresia di Berengario; tutte le successive preghiere, sempre espresse in lingua latina, culminano nella dossologia "Per ipsum, cum ipso, in ipsum".
Con il Pater inizia la parte della Comunione: dapprima la frazione dell'Ostia, l'antichissimo Agnus Dei, la preghiera ed il bacio di pace posteriori all'anno 1000, la comunione del sacerdote che secondo la teologia cattolica é parte integrante del sacrificio. Durante la comunione dei fedeli si cantava un salmo; ne resta traccia nell'attuale preghiera di Communio.
La preghiera del Postcommunio concludeva la celebrazione con , a volte, l'"Oratio supra populum"; poi l'"Ite, missa est" dava il congedo all'assemblea fino al IX secolo. Il Placeat con la benedizione sono posteriori al 1000, e l'ultimo Vangelo era di devozione privata fino al XV secolo ed era la lettura del Prologo di Giovanni.STRUTTURA DELLA MESSA CATTOLICA
La Messa, nell'accezione semplificativa popolare, é la celebrazione domenicale comunitaria del mistero pasquale.
Nel corso dei secoli ha avuto varie denominazioni tutte su fondamento neo-testamentario: "cena del Signore", "frazione del pane", "offerta", "sacrificio", "memoriale", "messa ed eucarestia".
Essa é essenzialmente una "anàmnesis del Kyrios", memoria dell'evento in cui Cristo é passato dallo stato di debolezza e di infermità nella carne allo stato di gloria, nel quale il Padre lo ha costituito Signore della storia e del cosmo e "spirito vivificante" per ogni creatura.
La Messa é il "sacramento" per eccellenza, perché "presenza operante del Risorto che rende culto al Padre nello Spirito".
Si attualizza attraverso la convocazione dei credenti, assemblea celebrante insieme al Cristo rappresentato dal suo ministro a ciò delegato, cioè il sacerdote. Essa si articola in 5 parti ben definite§ RITI D'INGRESSO composti dal "saluto trinitario" pronunciato dal sacerdote cui si unisce l'assemblea; dalla reciproca "comunitaria confessione" ; dall'"implorazione" della divina misericordia con il canto litanico del "Kyrie" , alternato tra celebrante e fedeli; l'inno di lode del "Gloria" , recitato dal celebrante insieme ai fedeli; la "colletta" che é la prima delle tre grandi preghiere presidenziali e sintetizza il significato delle letture seguenti -§ LITURGIA DELLA PAROLA che rende l'assemblea "comunità d'ascolto" con la "lectio prophetica" dall'Antico Testamento, il "salmo responsoriale" scandito tra lettore e comunità, la "lectio apostolica" tratta dagli Atti degli Apostoli o dalle epistole di Paolo, il "canto allelujatico" che precede la "liturgia Verbi", tratta dal Vangelo di uno dei 4 evangelisti secondo la scansione annuale; ad essa segue l'"omelia", meditazione approfondita della proclamazione della Parola. La professione di fede col "Credo" pregato dall'assemblea insieme al sacerdote é come un grande collettivo "amen", cui fa seguito "la preghiera dei fedeli" intercessione per le necessità universali.§ LITURGIA EUCARISTICA: con essa si entra nella fase strettamente sacramentale della celebrazione (dalla "mensa Verbi" alla "mensa sacramenti"): l'attenzione liturgica si sposta dall'ambone all'altare con l'"offertorio", cioé l'offerta del pane e del vino con la seconda preghiera presidenziale, cioé l "orazione sulle offerte"; segue la "preghiera eucaristica" che consta del "praefatio" recitato dal solo celebrante, nel quale si concentra il mistero celebrato in "quel" giorno; al termine di questo egli chiama tutta l'assemblea alla triplice lode del "Sanctus" per raccogliersi poi nella "parola-memoriale" o epiclesi consacratoria su intercessione dello Spirito Santo, conclusa nell'anafora assembleare; fa seguito la grande preghiera delle "intercessioni", unione della chiesa itinerante con quella gloriosa, ringraziamento ed intercessione insieme,più il"memento" per i vivi ed i defunti: queste due sono pregate dal solo celebrante; la "dossologia" trinitaria chiude la grande realtà mistericamente attuata.§ RITI DI COMUNIONE: constano della preghiera comunitaria del "Padre nostro", ponte tra la consacrazione e la consumazione del banchetto; poi la "dossologia-acclamazione" dell'assemblea, l'augurio e "lo scambio di pace", la "fractio panis" con l'invocazione all'"Agnus Dei" e la convivialità, segno del banchetto nel Regno; chiude la terza orazione presidenziale, espressione di riconoscenza e supplica di efficacia del mistero celebrato§ RITI DI CONGEDO: possono contenere avvisi del celebrante alla comunità, il saluto finale " la messa é finita, andate in pace" e la benedizione.
giovedì 26 agosto 2010
STORIA DELLA SANTA MESSA seconda parte
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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi
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