AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

giovedì 27 febbraio 2020

Quaresima 2020 – Esercizi spirituali online
con Giovanni della Croce: 
«oh, felice ventura !» : il coraggio d’amare

Introduzione per mercoledì delle Ceneri:
viaggiare verso le cime
1. La vita di san Giovanni della Croce (1542-1591)

Giovanni de Yepes nasce nel 1542 in Castiglia in una famiglia di poveri tessitori. Dopo la morte del padre, la famiglia si trasferisce a Medina del Campo per cercare di uscire dalla miseria. In questa città Giovanni entra tra i Carmelitani all’età di 21 anni prendendo il nome di fra Giovanni di san Mattia. Studia teologia a Salamanca dove è ordinato sacerdote nel 1567. Ritornato a Medina del Campo, vi incontra Teresa di Gesù in città per fondare un secondo monastero di carmelitane scalze dopo quello di Avila. In questo giovane religioso, inabitato da un grande desiderio spirituale, Teresa. Riconosce l’uomo inviatole dal Signore in modo provvidenziale per suscitare nel ramo maschile dell’ordine carmelitano un rinnovamento analogo a quello da lei iniziato tra le carmelitane. Fu così che il 28 novembre 1568, a Duruelo, Giovanni con alcuni confratelli fondano il primo convento dei carmelitani scalzi. Da quel momento si chiamerà fra Giovanni della Croce. 
Nel 1572 Teresa chiama Giovanni ad Avila perché sia il confessore delle carmelitane dell’Incarnazione. Purtroppo sta montando una opposizione violenta contro la santa Madre Teresa e la sua opera. In questo contesto difficile, Giovanni è rapito e imprigionato per nove mesi nel convento dei carmelitani di Toledo, dove lo trattano con grande durezza. Questi mesi d’abbandono sono tuttavia per lui il crogiolo di un’esperienza mistica che lo rende sorgente d’acqua viva: spogliato di tutto, Giovanni sperimenta che Gesù Cristo crocifisso e risorto diventa il suo tutto. Nell’agosto 1578 riesce ad evadere. Si rifugia ben presto in Andalusia dove vive anni fecondi come missionario, apostolo e scrittore spirituale.
A 46 anni, Giovanni è inviato a Segovia con grandi responsabilità di governo. Ma ben presto, per le rivalità che sono emerse tra i carmelitani scalzi, è spogliato di ogni carica. Giovanni chiede di potersi ritirare nella solitudine. Un’infezione ha la meglio su di lui in pochi mesi. Lascia questo mondo a Ubeda, il 14 dicembre 1591. Canonizzato nel 1726, è dichiarato Dottore della Chiesa nel 1926. Questo grande poeta ha scritto quattro trattati : il Cantico Spirituale, la Salita del Monte Carmelo, la Notte Oscura e La Fiamma d’Amor Viva Il «Dottore Mistico» ci insegna come permette allo Spirito Santo di infiammarci con il suo fuoco per partecipare così alla vita divina; ci guida attraverso le nostre notti sino all’unione d’amore della Trinità.
2. La dinamica degli esercizi spirituali online: verso l’unione con Dio
Giovanni della Croce ci aiuterà in questa quaresima a rimettere al centro l’essenziale. Poiché, in fondo, una sola cosa è essenziale: capire lo scopo della nostra vita e come fare per raggiungerlo. Per un cristiano questo scopo dovrebbe essere chiaro: unirci a Dio, nostra Origine e nostro Fine. Siamo stati creati a Dio e destinati a condividere la vita d’amore che circola tra il Padre, il Figlio e lo Spirito Santo. Ma questo scopo non deve essere posto oltre la nostra morte, come se la vita avesse poco a che fare con la vita eterna. Giovanni della Croce ci dice che l’unione con Dio è per adesso. Arriva a descrivere ciò che può essere questa esperienza: «L’anima diventa Dio per partecipazione di Dio» (Fiamma B 2,34). La felicità che deriva da questa intimità con Do è un dono che ci è già stato offerto. Perché allora privarcene? 
Ma come fare per arrivare a questo «matrimonio spirituale», a questa unione di volontà con il Signore, alla santità? Come si diventa santi? Qui Giovanni della Croce constata con dolore: è sconvolto dal «grande bisogno proprio di molte anime.1 Esse, quando cominciano il cammino della virtù e nostro Signore le vuole collocare nella notte oscura affinché per suo mezzo arrivino all’unione divina, non vanno avanti; a volte perché non vogliono entrare o lasciarvisi introdurre, a volte perché non si orientano e mancano loro guide adeguate ed esperte che le guidino fino alla vetta» (Salita del Monte Carmelo, Prologo 3)2
Giovanni sa per esperienza che il cammino verso Dio è necessariamente destabilizzante e comporta un aspetto oscuro. La vita spirituale passa per momenti in cui non siamo più in grado di dire dove siamo arrivati. Giovanni lo esprime con il simbolo così ricco della notte. Di notte, perdiamo di vista tutti gli abituali punti di rifermento e possiamo chiederci dove ci troviamo e dove Dio sia passato. Ma se qualcuno ci tenderà la mano per guidarci nell’oscurità, gli daremo fiducia? È Dio che ci tende la mano; o meglio ancora, come dice Giovanni, è pronto a portaci per condurci verso la luce. Ma molti «non vogliono lasciarsi condurre. […] Sono come i bambini che, quando le madri li vogliono portare in braccio, scalciano e piangono, insistendo nel voler camminare da soli, per cui non si può camminare e, se si cammina, si va al passo del bambino» (MC Prol. 3).
Andiamo avanti poco nel nostro cammino di santità perché non permettiamo realmente al Signore di agire nella nostra vita. Ed in più, ci «mancano guide adeguate ed esperte che [ci] guidino fino alla vetta». Ecco perché Giovanni della Croce scrive La Salita del Monte Carmelo che sarà l’opera di riferimento in questa quaresima. Ci aiuterà a capire meglio come permettere a Dio di agire nella nostra vita. Noi che viviamo così tanto al di fuori di noi stessi, abbiamo bisogno di chiudere gli occhi per vedere il nostro «Padre che vede nel segreto» e che opera segretamente nel profondo del nostro cuore: solo la fede è in grado di discernere questa presenza interiore segreta. In questa quaresima, in primo luogo facciamo attenzione alla nostra vita interiore mediante la preghiera, il digiuno e il servizio. Ritroviamo il centro a partire dal nostro cuore, dalle nostre intenzioni profonde. 
Solo a partire da questo centro potremo vivere una vera riconciliazione con Dio e con noi stessi. Stiamo attenti ai troppo noti “impegni di quaresima” a volte troppo centrati sulla nostra immagine (mettermi alla prova per vedere che cosa sono in grado di fare) piuttosto che sulla ricerca di Dio. Forse potremmo scegliere di fare meno cose ma di farle con un impegno profondo e deciso. Giovanni della Croce ci invita alla «felice ventura». Partiamo per una camminata in montagna. È ora di lasciare le nostre confortevoli spiritualità da divano e di prendere quella dei ramponi (cf. Papa Francesco, Omelia finale della GMG 2016 a Cracovia)! Che cosa dobbiamo mettere nel nostro zaino per questo viaggio verso l’ignoto? L’importante, ci dice Giovanni, è di avere  «desideri ardenti» e di essere infiammati e feriti d’amore per il Signore.  Solo da questo amore forte potremo attingere «il coraggio e la costanza per respingere facilmente tutto il resto» (I MC 14, 2) e non perderci nel cammino. Ciò che è in gioco è dunque questo movimento, questa dinamica amorosa che ci fa uscire da noi stessi, in piena notte, per una favolosa avventura con Cristo. Domandiamo allora la grazia di ricevere lo Spirito Santo perché rinnovi i nostri cuori e risvegli in noi l’amore di Dio. Solo questo potente amore può darci la spinta a partire, a slanciarci in avanti.
Per aiutarci a risvegliare in noi l’amore, Giovanni della Croce
pone all’inizio della Salita del Monte Carmelo il poema In una notte
oscura che quel libro poi intende commentare.
Canzone dell’ anima che si rallegra di essere giunta all’alto
stato della perfezione che è l’unione con Dio attraverso il cammino della
negazione spirituale
I. In una notte oscura
con ansie, in amori infiammata,
oh! felice ventura!
uscii non notata
stando già la mia casa addormentata.

II. Al buio e sicura,
per la segreta scala, travestita,
oh! felice ventura!
al buio e ben celata
stando già la mia casa addormentata.

III. Nella notte felice,
nascosta, che nessuno mi vedeva,
né io guardavo cosa,
senz’altra luce e guida
se non quella che nel cuore ardeva.

IV. E questa mi guidava
più certa che la luce a mezzogiorno
là dove mi aspettava
chi io ben conoscevo,
là dove nessuno compariva.

V. Oh! notte che guidasti!
Oh! notte dolce molto più dell’alba!
Oh! notte che unisti
Amato con amata,
l’amata nell’Amato
 trasformata!

VI. Sul mio seno fiorito,
che tutto per lui solo si serbava,
rimase addormentato,
e io l’accarezzavo
e il ventaglio dei cedri l’aria dava.

VII. La brezza dalle mura
quand’io i suoi capelli discioglievo,
con sua mano serena
il mio collo feriva
e tutti i miei sensi sospendeva.

VIII. Restai e dimenticai,
e il volto chinai sopra l’Amato,
si fermò tutto e mi lasciai,
lasciando il mio pensiero
dimenticato tra i gigli.
Suggeriamo di ritornare regolarmente, durate la quaresima,
su questa poesia che è un piccolo capolavoro letterario e mistico.
3. Il programma degli esercizi spirituali online
Durante queste settimane di quaresima, Giovanni della Croce ci condurrà su sorprendenti percorsi che ci preparino a vivere la grande notte di Pasqua in cui l’oscurità lascia il posto alla luce divina.
· I settimana: l’ostacolo che è in noi 
· II settimana: solo Gesù
· III settimana: sino al cuore
· IV settimana: un cammino nella notte
· V settimana: rivivere
· Settimana santa: «il vero spirituale»
· Pasqua: «oh notte beata!»

4. Indicazioni pratiche
Ogni venerdì di quaresima riceverete un messaggio di posta elettronica con un messaggio vocale di sintesi ed un documento di 4-5 pagine che potrete scaricare:
· una meditazione sulla base del vangelo domenicale e su alcuni testi di Giovanni della Croce
· 3 suggerimenti pratici
· brevi pensieri illustrati per vivere ogni giorno di quaresima con la Sacra Scrittura e con Giovanni della Croce.

Chiediamo allo Spirito Santo di condurci in questa quaresima;
che ci spinga a seguire i passi di Gesù verso le cime del Carmelo!
Santa quaresima con tutta la Chiesa! 

 
fr. Jean-Alexandre de l’Agneau, ocd (Convento d’Avon)
 
(le traduzioni italiane sono fatte dalle Edizioni OCD di Roma,
www.edizioniocd.it)
Iscrizione gratuita agli esercizi online:
www.esercizi-online.karmel.at
5. Pregare ogni giorno della settimana
Giovedì dopo le Ceneri 27 febbraio: affezionarsi al Signore
«Scegli dunque la vita, perché viva tu e la tua discendenza» (Dt 30, 19)
«Oh, Signore Dio mio! Chi ti cercherà con amore puro e semplice e non ti troverà con molto suo gusto e volontà, poiché ti mostri per primo e vai incontro a coloro che ti desiderano?» (Parole di Luce e d’Amore, 2)
Che impegno, concreto, anche molto piccolo, posso prendere in modo che io rivolga la mia persona verso Dio, nel segreto del mio cuore?
Venerdì dopo le Ceneri 28 febbraio: digiunare, sì, ma da che cosa?
«Ma verranno giorni quando lo sposo sarà loro tolto, e allora digiuneranno» (Mt 9, 15).
«Benedetto colui che, lasciato da parte il suo gusto e la sua inclinazione, guarda le cose con ragione e giustizia per farle» (Parole di Luce e d’Amore, 44).
Scelgo di offrire al Signore una certa cosa o una determinata attività che occupano troppo spazio nella mia vita. Come posso vivere in questa quaresima un digiuno di questo tipo?
Sabato dopo le Ceneri 29 febbraio: seguirLo ovunque vada
«Ed egli, lasciando tutto, si alzò e lo seguì.» (Lc 5, 28)
«Dio mio, se me ne vado dappertutto con te, dappertutto mi andrà come io voglio per te» (PLA 52).

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Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi