AFORISMA

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(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

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martedì 15 ottobre 2019

PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO E CERCHI NELL'ACQUA . OCDS


PENSIERI DEL PASSERO SOLITARIO
piccole storie per l'anima
rubrica settimanale a cura dell'Ordine Secolare Carmelitano Teresiano della Provincia Lombarda


Le proprietà del passero solitario sono cinque: prima: si porta più in alto possibile; seconda: non sopporta la compagnia di altri uccelli neppure della stessa specie; terza: tende il becco verso il vento; quarta: non ha un colore determinato; quinta: canta soavemente. L’anima contemplativa deve avere queste cinque proprietà, e cioè deve elevarsi al di sopra delle cose transitorie, non facendo di esse alcun caso come se non esistessero, e deve essere così amica della solitudine e del silenzio da non sopportare compagnia di altra creatura. Deve inoltre tendere il becco al soffio dello Spirito Santo, corrispondendo alle sue ispirazioni, affinché, comportandosi in tal modo, si renda maggiormente degna della sua compagnia. Non deve avere un colore determinato, non lasciandosi determinare da alcuna cosa, ma solo da ciò che è volontà di Dio; deve infine cantare soavemente nella contemplazione e nell’amore del suo Sposo.
                                                                                                                                                    S. Giovanni della Croce
                                                        
 CERCHI NELL'ACQUA

Nella foresta amazzonica un piccolo stagno sonnecchiava perfettamente immobile nella calura estiva. Pigramente seduto su una foglia di ninfea, un ranocchio teneva d'occhio un insetto dalle lunghe zampe che stava spensieratamente pattinando sull'acqua: presto sarebbe stato a tiro e il ranocchio ne avrebbe fatto un solo boccone, senza tanta fatica.
Poco più in là, un altro minuscolo insetto acquatico, un ditisco, guardava in modo struggente una graziosa ditisca: non aveva il coraggio di dichiararle il suo amore e si accontentava di ammirarla da lontano.
Sulla riva a pochi millimetri dall'acqua un fiore piccolissimo, quasi invisibile, stava morendo di sete. Proprio non riusciva a raggiungere l'acqua, che pure era così vicina. Le sue radici si erano esaurite nello sforzo.
Un moscerino stava invece annegando. Era finito in acqua per distrazione. Ora le sue piccole ali si erano appesantite e non riusciva a risollevarsi. E l'acqua lo stava inghiottendo.
C'era anche un albero tropicale che con i suoi lunghi rami riusciva a sfiorare lo stagno. Sulle estremità del ramo più lungo, che si spingeva quasi al centro dello stagno, una bacca scura si staccò e piombò nell'acqua. Si udì un "pluf!" sordo, quasi impercettibile nel gran ronzio degli insetti.
Ma dal punto in cui la bacca era caduta in acqua, si formò un primo cerchio nell'acqua, seguito da un secondo, un terzo, un quarto... Si formarono tanti, tanti piccoli insignificanti cerchi nell'acqua.
Ma... L'insetto dalle lunghe zampe venne travolto dalla prima piccola onda formatasi e messo fuori portata dalla lingua del ranocchio. Il ditisco, invece fu spinto verso la ditisca e la urtò: si chiesero scusa e si innamorarono.
Il primo cerchio d'acqua infine s'infranse sulla riva e una goccia d'acqua scura raggiunse il piccolo fiore che così riprese a vivere.
Il secondo cerchio d'acqua, invece, sollevò il moscerino e lo depositò su un filo d'erba della riva, dove le sue ali poterono asciugare.

Quante vite cambiate per qualche insignificante cerchio nell'acqua.
Anche i pensieri del Passero Solitario sono solo
piccoli insignificanti cerchi nell'acqua, ma chissà…


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