Ciclo sul 250° anniversario della nascita di Teresa Gardi
(1769-1837)
LA TOMBA
DI TERESA GARDI NELLA CHIESA DELL’OSSERVANZA AD IMOLA
Domenica
27 ottobre si concluderanno i festeggiamenti per la nascita della Venerabile
Teresa Gardi (22-10-1769). I fuochi di artificio (anche quelli spirituali) si
concludono sempre con un botto. Quale? Vorrei che ricordassimo la sua
caratteristica di
FARSI VITTIMA D’AMORE PER LA CONVERSIONE
DEI PECCATORI FINO ALL’EROISMO.
Come
la volta scorsa, cito il testo originale scritto dal suo solerte Direttore di
spirito, il francescano P. Carlo Francesco da Bologna. E vi dico la verità: a
me pare che questo suo italiano del primo Ottocento sia molto più scorrevole
del nostro, a volte fin troppo scheletrico!
(Tutte le successive immagini si
riferiscono al Duomo di S. Cassiano in Imola)
……………………………………
(Paragrafo 198) 9 Giugno 1816. “Poco dopo la SS. Comunione
trasportata fuori de' sensi in intima unione col Signore, e sfogando seco lui
gl’intimi tratti del suo amore, udì una voce chiarissima, che essa sul momento
ravvisò per la voce del suo Signore, che a sé la chiamò.
Da lui intese, che egli assolutamente non voleva più
essere da lei chiamato che col nome di suo Sposo : essa addusse le cause della sua
ritrosia fondate tutte nella sua grande indegnità; ma il Signore non volle
ammettere alcuna scusa, e volle, che Io chiamasse per suo Sposo, ed essa
s'indusse a ciò fare.
Pronunciate queste parole — mio Sposo divino — restò sul momento ricolma di una
gioia, e consolazione affatto sorprendente, e inesplicabile. Indi lo Sposo
divino significò alla sposa, volere, che essa nel profondo del suo cuore
fissasse il più vivo desiderio di dare il sangue, e la vita per suo amore.
Dippoi
le soggiunse, che gli avverrebbe una pena, in cui essa si sarebbe trovata come
inchiodata in Croce e in quanto allo spirito, e in quanto al corpo, e che
questa sarebbe tanto sorprendente, che nessuno, nemmeno il suo Confessore le
avrebbe potuto arrecare alcun conforto.
A
questi patimenti accudì volentieri, e senza difficoltà la sposa del Signore in
tempo dell'esuberante consolazione, ma ritornata ai sensi concepì tanta
ritrosia a soffrire sì gran pena, che subito si pose a pregare il suo celeste
Sposo, acciò l' assistesse per non cadere in sì grave pericolo in qualche
peccato, e offesa a lui.
Nella notte poi non potendo dormire, si pose
a meditare la Passione del Signore, e dopo pochi momenti sentissi all'improvviso
come contorcere il cuore con una violenza di morte: riavutasi un poco, udì una
chiarissima voce, che le disse — “ogni volta, ed in ogni luogo, che la tua mente avrà qualche libertà di
raccogliersi anche per poco, sempre pensa a quanto io ò sofferto per te, e ne
riporterai grandissimi vantaggi per l' anima tua, e grandi sollievi nelle
afflizioni del tuo spirito” (
Pagina 196)
[199] 10 Giugno 1816. Ieri mattina fatta la
SS. Comunione si sentì astratta fuori
de’ sensi, e trovossi in presenza del suo celeste Sposo, quale sembravagli vedere
come appunto si vede un uomo, e nella
più intima e viva unione con esso lui, e gli disse: mia diletta sposa desideri da me qualche
grazia?
Essa subito cominciò ad umiliarsi,
protestandosi affatto indegna di qualunque favore, e solo degna dell'inferno,
e che era solo un tratto della sua infinita bontà che la terra non se gli
aprisse sotto i piedi, e l’assorbisse nelle sue viscere per le innumerabili
ingratitudini usate verso lui : ciò non ostante per li soli suoi meriti
desiderava una grazia assai grande: e il divin Sposo le disse: dimandami adunque questa grazia con quel
titolo che conviene a te, e a me : ed essa restia si scusava per vedersi affatto indegna
di tal titolo : cui lo Sposo celeste replicò : io in avvenire non ti voglio far grazia alcuna, se non me la dimandi col titolo di tuo Sposo.
Premendogli moltissimo la grazia, che
desiderava, si risolse di pregarlo in questa maniera: Mio Sposo divino, vi è noto quel peccatore, che da trenta
e più anni à dimorato, e dimora tutt'ora in tante iniquità, e la di cui
conversione da varii anni vi chieggo, deh per un tratto della sola vostra
grandiosa onnipotenza diradate le tenebre della sua mente, acciò conosca la
gravezza delle sue colpe, e scuotete il suo cuore, acciò possa seguire i
dettami delle vostre sante ispirazioni.
Sì, gli
rispose il divin Sposo, ti
voglio fare questa grazia, che tante volte ti ò negato. Gli devi dunque
ordinare, [CCCLXXXIV.] che faccia nove giorni d' esercizii spirituali,
meditando in essi daddovero le verità eterne, e specialmente quanto io ò
sofferto per l' anima sua, facendo in questi giorni la S. Via Crucis, e
digiunando : che in questo frattempo non si diparti dalla sua abitazione, se
non per li più necessarii bisogni, e che non esca di casa, se non per andare
alla Chiesa.
Considerando la sposa del Signore quanto essa era indegna
di ricevere una grazia tanto straordinaria, andava dicendo fra sé : Sarebbe mai dubbio, che questo fosse
un gioco della mia fantasia, o qualche altro inganno ? Mio divin Sposo, replicò
essa, datemi un segno, che questo non è inganno, ma verità. E lo Sposo
divino gli disse : il
segno l' avrai
: e il tutto disparve.
Ieri
sera nel fare la S. Via Crucis tenne sempre fisso nel cuore questa persona
chiamando il Signore col nome di suo divin Sposo, ed offrendogli ogni stazione
in soddisfazione alla divina giustizia per tante iniquità, e intanto sentivasi
trafiggere i piedi con acutissimo dolore, e prima di partire dalla Chiesa si
accorse, che se gli erano (Pagina 197) gonfiati a dismisura, né più si sono
queste trafitture alleggerite o diminuita la gonfiagione, anzi si sono gonfiate
anche le ginocchia con non ordinario dolore.
Forse, come essa dice, questo sarà il segno
addimandato, e promessogli, giacché aveva inteso, che essa pure per ottenere
detta grazia avrebbe molto sofferto, il che molto gradì quando in questa
maniera si fosse guadagnata quest'anima.
[200] 11 Giugno 1816. Secondo il solito ieri
dopo la SS. Comunione concependo il più vivo desiderio di unirsi al suo celeste
Sposo, subito trovossi ad un intima di lui presenza, in cui non cessava d'
umiliarsi coi soliti atti. Cominciò indi a pregarlo a non allontanarsi da lei,
anzi ad accrescergli il suo amore, e la grazia di fare la sua volontà in
qualunque circostanza : ma che altresì lo pregava a sottrargli tante grazie
straordinarie, perché punto non le meritava.
Gli
rispose il suo celeste Sposo, che
queste grazie straordinarie, ed esuberanti consolazioni gli erano necessarie,
per rassodarsi anche sensibilmente nel suo amore, e per stare in avvenire più
forte nel patire, e prepararsi massime a quella gran pena, che dovrà soffrire
nello stare come crocefissa nello spirito, e nel corpo.
Dippoi
gli addimandò di nuovo la grandiosa sua misericordia per la conversione di
quella persona: ma sembrogli, che il Signore la negligentasse, anzi gli
voltasse le spalle, ed essa subito ricorse ad invocarlo per suo divin sposo, e
subito anch' esso con [CCCLXXXV.] amanti maniere le disse, che le confermava quanto le aveva detto:
ma però che anch' essa facesse nei detti nove giorni li Santi esercizii
spirituali, e digiunasse.
E poi si noti, che la sposa del Signore, sta
sempre colla sua mente in Dio, anche in tempo, che fa o la sua scuola, o altra
qualunque cosa, stanteché dice di sentirsi sempre alla presenza del Signore
come se sempre lo avesse a lato ovunque essa trovasi ; onde la sua vita è un
continuo esercizio di orazione.
In ordine poi al digiuno essa prende poche
cochiarate di pancotto, o di legumi, o di polenta da pranzo con una crosta di
pane, ed alle volte qualche frutto, e la sera da cena ma poco di pane con poche
foglie d'insalata, oppure un poco di frutta, e null'altro : mai carne, mai
brodo, mai vino, e sempre acqua da tanti anni,
onde la sua vita è un continuo rigorosissimo digiuno, e in conseguenza
non so come voglia meglio digiunare.
Dice
che l'enfiagione grandissima de' piedi, e le dolorosissime, e forti frecciate,
che sperimenta nei piedi dal tempo notato di sopra (Pagina 198) mai l’ànno
abbandonata né giorno, né notte ; nella notte non trova luogo ove collocarli, e
nel giorno ove posarli, sempre penando acerbamente, ma sempre stando,
[CCCLXXXVI.] e sempre sentendo come a canto la presenza del suo Dio, e a lui il
tutto offrendo con una giovialità di cuore, che veramente innamora, e con una
costanza, cui le ciarle delle donne nessun fastidio le arreca, tutta occupata e
sempre nel cercare di piacere al suo sposo, e di non offenderlo.
13 Giugno 1816. Dopo la SS. Comunione ieri
mattina trasportata colla sua mente in presenza ed unione col suo celeste
Sposo, da lui intese, che
in questa sera precedente il Venerdì sarebbe cominciata quella gran tristezza,
e desolazione di spirito, in cui pure avrebbe potuto raccomandarsi né al suo
divin Sposo, né agli suoi grandi Avvocati, ed avrebbe ciò sofferto tutto il
Venerdì, cioè dimani, e tutta la notte seguente.
Essa pregò, ed à pregato tutt'oggi l’uno, e
gli altri tre, perché in tempo di una pena tanto per lei crudele, non
offendesse mai il suo divin Sposo, e confida, [202| che non sarà abbandonata.
Pregò pure, ed à pregato tutt' oggi, per non far atti esterni fra la giornata,
quali potessero dare nell'occhio o delle sorelle, o di altri : siccome a potersi
contenere anche in Chiesa da essi e lo Sposo suo gli à promesso di consolarla
in questa parte. Già proseguono continuamente l'enfiagione del petto, e de'
piedi, e le acute trafitture, e stiramenti di nervi [CCCLXXXVII.] massime nelle
mani.
14 Giugno 1816. Ieri sera prima di coricarsi
si preparò alla gran tribolazione con atti di umiltà, di rassegnazione, e colle
più ferventi preghiere al divin sposo, e agli tre suoi Avvocati. Ma che tutto
all' improvviso trovossi alla presenza del suo celeste Sposo quale l'interrogò cosa avrebbe desiderato da lui : che gli manifestasse pure con tutta
libertà le sue brame :
ma essa piangendo la sua indegnità e non ardendo parlare, esso soggiunse : già vedo il tuo interno, e so quanto
brami, ma voglio, che tu lo dica colla tua bocca ; che però essa si fece coraggio, e le disse — se io ne fossi degna, bramerei d'
esser crocefissa con voi in Croce
—.....
E
qui sorpresa da gravissime stilettate al petto, non è stata più capace di
proseguire, sicché gli ò data l' assoluzione, indi la SS. Comunione come mi à
ricercato, dicendomi, che dippoi proseguirà.
15 detto. Il motivo dunque, per cui ieri
interruppe la Conferenza si fu, che nel pronunciare il suddetto desiderio d'
esser crocifissa col suo divin Sposo, sentissi all'improvviso come trafiggere
nel petto, nelle mani, e ne' piedi, e in conseguenza venir meno. Fece fra poco
la SS. Comunione e dopo trasportata alla presenza del suo celeste [203] Sposo,
le mostrò le sue piaghe delle mani, de' piedi, e del costato : gli mostrò pure
la croce qual letto della sua morte.
Essa subito le fece un' offerta delle
medesime piaghe, e della medesima Croce : indi gli offrì tutta se stessa, e
specialmente la sua volontà, acciò sopra di lei si compisse perfettamente quanto
egli desiderava da lei. In conseguenza di questa offerta il Signore le rivelò,
che l’ aridità, che era per soffrire sarebbe stata tanto cruda ed aspra, che
non si sarebbe neppur ricordata di lui : il che le fa temere di far qualche
mancanza contro il suo Dio in quel tempo di desolazione; onde prega
continuamente perché né esso, né li suoi Avvocati gli manchino di assistenza.
17 Giugno 1816. In questa mattina mi à
detto, che siccome sono pochi i momenti, in cui attualmente non senta nel
profondo del suo cuore la presenza del suo Dio, così quasi sempre sentesi
invitata ad amarlo. E qui essa è [CCGIXI.] in una pena grandissima per non
sapere come aderire a questi dolci inviti, parendogli di non far cosa alcuna
per lui, anzi di non corrispondere che con ingratitudine.
Però non cessa di
offrire all'eterno Padre i meriti infiniti del sangue, e della morte del suo
dolcissimo Figlio, siccome tutta se stessa desiderando essa pure dì poter dare
il sangue, e la vita per suo amore. I mali di capo, li stiramenti delle mani, e
piedi, e le crude ferite, che in questi soffre, e nel petto, non la lasciano né
giorno, né notte. Altre cose mi voleva dire, ma io sono stato chiamato altrove.
21 Giugno 1816. In ordine a quella persona,
per cui la Serva del Signore à pregato tanto, e tutt' ora prega per la sua
conversione, e di cui le rivelò il Signore, che dopo cinque giorni d'esercizio si sarebbe veduta qualche mutazione, in
realtà dopo i cinque giorni fa di tutto per emendarsi da un' abito tanto
radicato, cui mai dall’ uso
[207] di ragione aveva fatto la minima resistenza,
e in ora à cominciato a star molto consolato sopra i suoi pensieri, e opere, e
se persevera, dà fondate speranze di sincera conversione.
Saranno circa due mesi, che io interrogai la
Serva del Signore, se nel pregare massime nelle sue unioni per tal' oggetto
avesse mai presentito, o inteso cosa alcuna, e mi rispose, che non capiva
niente, anzi vedeva negligentate (Pagina 205)
le sue preghiere, ed una volta intese queste parole — e non sai che questa grazia è oltremodo
grande, massime pel continuo disprezzo, che egli à sempre fatto de' miei lumi,
e ispirazioni?
— e sul momento si sciolse l' unione. Ma ciò non ostante essa non mai cessò di
pregare, e di sperare, e mi soggiunse, — che assolutamente voleva questa grazia
dal Signore, anche a fronte, che il medesimo Signore avesse perciò voluto il
sacrifizio della sua vita —.
8 Maggio 1817. Ieri mattina dopo la SS.
Comunione ed anche ieri sera nel fare la S. Via Crucis, pregando per la
conversione di quella persona da me tanto raccomandatagli, intese dal Signore, che la grazia, che addimandava era assai
grande e straordinaria in vista dell'infinita moltitudine di peccati da esso
commessi, e del continuo disprezzo, che sempre à fatto, e fa tutt'ora de' suoi
lumi, e dei rimorsi, che particolarmente à ricevuto in tante circostanze. Ciò
non ostante, le replicò il Signore, in soddisfazione di tante gravissime colpe,
tu resterai senza lumi particolari, ed in uno stato di tenebre, e di grandi
amarezze di spirito sino a Pentecoste, e due volte la settimana soffrirai i più
gravi dolori in tutta la vita tua senza alcun sollievo. Dovrai pure portare il
peso di altre pene, che a suo tempo ti manifesterò.
E nell'atto che essa intendeva dal Signore
queste cose, comincio la detta pena a farsi sentire assai pesante. (…).
Si avverta, che mai si dimentica nelle sue
orazioni, e nelle sue unioni di pregare il suo celeste Sposo per alcune persone
ed affari... ma in modo particolare per tutti i peccatori, per [DLXXX.] la
conversione dei quali brama di essere caricata di tante pene, e dolori, quante
ne puol portare lo spirito suo, ed il suo corpo, acciò tutti arrivino a lodare,
e a benedire il Signore in eterno. Questa è l'incombenza anni sono ricevuta dal
suo divin Sposo, che à sempre eseguito, e che senza intermissione sempre
eseguisce” (3l Maggio 1818).
……………………
Confesso che io stesso di fronte a
tanto eroismo di Teresa Gardi
avrei subito concluso che ero poco
tagliato per…
FARMI VITTIMA D’AMORE,
non riuscendo nemmeno a convertire me
stesso!
………………………….
(Milano 15-10-2019), Padre Nicola
Galeno
ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)
INNO IN
ONORE DELLA VEN. TERESA GARDI A 250 ANNI
DALLA NASCITA
1 -
Teresa, ben sapendo
che
il Cristo bussa invano
a
tanti cuori, il tuo
sapesti
spalancar!
2 -
Ed ecco che le Piaghe
sante
del Salvatore
ti
sanno in olocausto
d’Amore
trasformar!
3 - Teresa, fosti sempre
quel faro luminoso,
che vuol portare a Dio
l’intera umanità! (RIT)
4 -
Chi mai saprà ridire
le
tante Vie Crucis,
che
in Imola facesti
con
indefesso ardor?
ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)
5 -
Portasti quella Croce
dell’almo
Redentore:
rigava
le tue spalle,
scarnificando
il cor! (RIT)
6 -
Il corpo sì provato
da
tante malattie
divenne
la fulgente
Betania
dell’Amor!
7 - I
pasti son frugali,
ridotti
all’essenziale:
diventa
il tuo digiuno
arma
per convertir! (RIT)
8 -
Ti vuole il tentatore
vessare
crudelmente.
Risulti
vincitrice
sol
grazie all’umiltà!
ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)
9 - Sovente sei astratta
dai
sensi, sprofondata
in
intimi colloqui,
presagi
già del Ciel. (RIT)
10 -
Ti mostri assai restia
ad
accettar l’offerta
di
diventare Sposa
del
nostro Redentor.
11 -
Conosci tu fin troppo
l’estrema
piccolezza
dell’esser
tuo: cedi
all’insistente
Amor. (RIT)
12 -
Ricevi quell’anello
nuziale,
che sigilla
pienezza
dell’unione
con
l’alma Trinità.
ANGELI MUSICANTI di Vincenzo Pagani 1490-1568)
13 -
Avevi tre Avvocati
nell’Angelo
Custode,
il
Padre San Francesco,
Teresa
di Gesù. (RIT)
14 -
T’apparve il grande Papa,
che
visse prigioniero,
mostrandoti
il fulgore
di
tanto suo soffrir.
15 -
Fu tanto il tuo pregare
che
venne allontanato
l’orrore
del colera
……………………………
(Milano
22-8-2019)
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