LA STATUA DI S. TERESA NELLA CHIESA DEL
CARMINE
E LA TOMBA DI TERESA GARDI IN QUELLA
DELL’OSSERVANZA AD IMOLA
Teresa d’Avila e Teresa
Gardi di Imola stanno su questa terra lo stesso tempo, 67 anni,
ed io li ho già superati da
ben 8, ma continuo a ripetermi:
ben difficilmente la mia
memoria rimarrà per oltre 4 secoli (come la prima)
oppure oltre 180 anni
(come la seconda).
La prima infatti muore
nel 1582 e la seconda nel 1837;
eppure di loro ancor si
parla, anche se l’una sugli altari
e l’altra purtroppo
ancora dietro … gli altari!
Quello che più mi
sorprende è che il loro insegnamento sia ancora di viva attualità.
E dire che nessuna ha
acquisito titoli di studio nelle aule scolastiche,
ma solo alla scuola
casalinga del Signore,
in quel fecondo dialogo
spirituale tra cuore e cuore che è la meditazione.
IL QUADRO SULLA TOMBA DI
TERESA GARDI
La prima aveva la penna
facile.
Credo che nessuna
claustrale abbia scritto così tanto di sé,
anche se il tutto poi
confluiva sempre verso Dio.
Della seconda non
conserviamo quasi nulla,
eppure il Signore seppe
suscitare un Direttore spirituale
che per 36 anni la guidò
con mano ferma e sicura
verso i vertici della
contemplazione, lasciandoci un Diario illuminante.
Per entrambe l’incontro
eucaristico
la condivisione della
Passione del Signore
furono i due capisaldi dell’intera esistenza
e vorrei consentirmi una
precisazione per la seconda.
Qualora avvenisse il
miracolo per la sua Beatificazione,
la proclamerei subito Patrona
della Via Crucis:
questa sua pia pratica
serale rappresentò per lei un vero pilastro.
LA MADDALENA AI PIEDI DELLA
CROCE (Duomo di Imola)
Facciamo un salto
indietro di oltre 60 anni.
Facevo allora le Medie
nel Collegino di Cherasco (CN)
ed era per me un tormento
tenere a mente
le 14 Stazioni della Via
Crucis, che facevamo ogni venerdì.
Dovetti ricorrere
all’aritmetica
ed ai numeri dispari 3, 7
e 9 per ricordare le tre cadute.
I numeri pari 4, 6, 8 mi
aiutavano invece a tenere a mente
l’incontro con sua Madre,
la Veronica e le pie Donne.
Le altre 7 Stazioni
riempivano gli spazi vuoti,
ma la scoperta dell’uovo
di Colombo avvenne solo due decenni fa,
quando cominciai a
commentare liricamente
le varie Vie Crucis
incontrate in diverse Chiese.
Le poesie non nascevano a
tavolino con lo stampo,
ma solo dopo essermi
immedesimato in quelle Stazioni,
per cui posso dire che ogni Via Crucis ha un
sapore diverso.
LA PIETÀ (Chiesa di S.
Lorenzo)
Debbo ammettere però che
ogni Via Crucis di Teresa Gardi
era effettivamente una
riedizione di quella reale del Cristo,
essendo accompagnata da
dolori lancinanti.
Ed a questo punto lascio
la parola al suo solerte Direttore di spirito,
il francescano P. Carlo
Francesco da Bologna.
Si tenga presente che il
suo è un italiano di fine Settecento e primo Ottocento.
Mi permetto soltanto di
decorare ogni sua narrazione con immagini imolesi,
che erano sempre sotto lo
sguardo della nostra cara Teresa Gardi.
(NB: I numeri iniziali
tra parentesi si riferiscono sempre
ai vari paragrafi del
Diario del suo Direttore Spirituale)
IL CROCIFISSO (Chiesa di S.
Agata)
“Disse pure, che era
qualche tempo dacché quando faceva la S. Via Crucis
dopo alcune stazioni non
poteva tenere ferma la sua mente,
ma che gli andava in aria
non intendendone la ragione,
solo dicendo che gli
nascevano grandi pene interne.
[68] 11 detto Marzo 1807.
Espressamente manifestò
quanto le occorreva nel fare la S. Via Crucis.
Disse pertanto, che da
molti giorni nel cominciare questo pio esercizio
(di cui ella ne fu sempre
in tutto il tempo di vita sua devotissima)
cominciava pure a
sentirsi pene interne, che corrispondevano anche nel corpo,
sempre analoghe alla
stazione che meditava ;
ma che poi arrivando alla
Crocifissione sentivasi oltre la pena interna,
come smartellare le mani,
i piedi, il cuore,
per cui talmente
risentivasi tutto il corpo,
che varie volte non è
stata capace a proseguire sino alla fine;
onde gli conveniva
mettersi a sedere fintanto che gli era passato
con un copioso e freddo
sudore effetto della veemenza dell'interno patire.
Di ciò ella si lagnava
temendo, o che qualcheduno se ne accorgesse,
o che prendessero
scandalo dal non vederla proseguire.
Si raccomandò perciò al
Signore, ed altre volte à potuto,
benché con gravissimo
stento, terminarla".
PIETÀ (Chiesa di S. Maria in
Val Verde)
"Disse pure, che
proseguivano le atroci pene,
che soffriva nel fare la
S. Via Crucis
sempre analoghe alla
stazione, che meditava,
di modo tale che alla
Crocifissione
gli conveniva mettersi a
sedere,
per non poter in veruna maniera proseguire ;
che però addimandava se
poteva farla
qualora vi fosse della
gente in Chiesa,
acciò vedendola mettersi
a sedere
non si scandalizzassero :
cui fu risposto, che non
v'era questo pericolo,
onde proseguisse pure il
pio esercizio
fin dove poteva."(69)
ECCE HOMO (Chiesa di S. Maria
in Valverde)
[70] 20 Aprile 1807.
"Nella giornata dei 19
corrente non poté parlare ;
solo pregò il Confessore
a volergli dire qualche cosa di Dio,
e così restò contenta.
In oggi à manifestato
vani strattagemmi del demonio
usati per impedirgli la S. Via Cruciss.
À pur raccontato, quanto
ella patisca
sin dal principio di
Quaresima nel suddetto quotidiano esercizio della S. Via Crucis,
e che teme non potervisi
più accingere.
Dice pertanto, che sul
bei principio sperimenta un non so che,
che neppur essa sa
spiegare, se non col dire
che la sua mente talmente
si fissa nella rispettiva Stazione,
per cui sembragli di
sperimentare e sentire
con tutta la vivezza
quanto ivi sofferse il Redentore,
e nel tempo stesso gli
pare di non essere in sé di modo tale,
che appena va avvertendo
di mutare stazione.
Ma arrivando alla
Crocifissione
ordinariamente se gli
moltiplicano le pene in modo,
che assolutamente non
puol proseguire".
L’ADDOLORATA (Filippo
Scandellari, Chiesa dei Servi)
"Quivi dice che ogni volta
sentesi riaprire la piaga del petto,
e tramandare vivo sangue
: sembragli in allora, che tramandi dell'aria,
che gli cagiona un freddo
di morte :
e che detta piaga va a
corrispondere nell’ interiore in un luogo,
che sicuramente qualche
volta sembragli dovergli dare la morte.
Questo sperimenta quattro
o cinque volte il giorno,
costantemente poi dal
momento in cui comincia a pensare
di partirsi per andare a
fare S. Via Crucis
sino al momento in cui
ritorna a casa;
è poi più lungo e più
intenso la notte.
Lo sente e addolora quasi
di continuo,
ma solamente ne’
succennati tempi sente con indicibil pena
quel coltello, come ella
dice, che trafigge, si svolge,
e si aggira nella parte
inferiore della piaga del petto"2.
LA CROCIFISSIONE (Chiesa di
S. Lorenzo)
[74] 30 Maggio 1807.
"Sì nel giorno 27 siccome in oggi dice che sempre gli è
cresciuta codesta pena interna,
e codesto strappamento di visceri, come in
questa mattina in confessionale
mi è convenuto osservare.
In tal tempo capisce
quello che dicono gli altri,
ma dalla veemenza del
dolore non puol rispondere.
Mi à raccontato che nel
giorno del Corpus Domini 28 corrente
nell’accompagnare in
tutta la Processione il Santissimo
à sempre avuto d' avanti
gli occhi il divin Redentore
tutto grondante sangue,
così ridotto,
come egli gli andava
suggerendo,
da peccati di quelli
stessi che erano in Processione".
PIETÀ (Chiesa dei
Cappuccini)
"Mi à detto di non aver mai capito
quanto mai sia grande la
forza dell' Ubbidienza
(si noti che il
Confessore gli aveva detto,
che ad onta di qualunque
difficoltà
andasse pure in
Processione,
e la sera non lasciasse d’andare
a fare la S. Via Crucis,
che il Signore l’ avrebbe
sicuramente assistita,
e ciò con tutto il
fondamento)
stanteché non si poteva
reggere in piedi,
essendo talmente gonfii,
che non li poteva tenere
neppur dentro le pianelle,
e per cui sembravagli che
dovessero
per la gran violenza
crepare,
oltre il continuo
frizzamento che sperimentava,
e ciò non ostante terminò
il viaggio senza cadere,
il che ella temeva
grandemente,
siccome non ostante il gran patire e de' piedi
e del petto
come la mattina, poté la
sera fare al solito la S. Via Crucis".
CROCIFISSIONE (Chiesa di S.
Agostino)
[76] 25 detto giugno
1807.
"À raccontato che ieri
dopo la SS. Comunione
il Signore le fece capire
quanto fosse piccolo il numero
di quelle persone, che veracemente
l'amavano,
e quanto sorprendente il
numero di quelle
che poco o niente si
curavano d'ottener l’ amor di Dio.
Questa intelligenza o
rivelazione le cagionò tanta pena e tristezza,
che per un pezzetto si
trovò sull'orlo della morte,
e sarebbe infallantemente spirata,
se nel maggior colmo del
dolore
lddio stesso non avesse
alleggerita la comunicata intelligenza.
Anzi dice d'aver pregato
vivamente il Signore
a non fargli più capire
sì tremenda verità ;
poiché non trova luogo
ove inabissarsi,
e nasconderai per la
pena,
che di ciò è costretta a
provare".
INNO IN ONORE DELLA VEN. TERESA GARDI A 250 ANNI DALLA NASCITA
1 - Teresa, ben sapendo
che il Cristo bussa invano
a tanti cuori, il tuo
sapesti spalancar!
2 - Ed ecco che le Piaghe
sante del Salvatore
ti sanno in olocausto
d’Amore trasformar!
3 - Teresa, fosti sempre
quel faro luminoso,
che vuol portare a Dio
l’intera umanità! (RIT)
4 - Chi mai saprà ridire
le tante Vie Crucis,
che in Imola facesti
con indefesso ardor?
5 - Portasti quella Croce
dell’almo Redentore:
rigava le tue spalle,
scarnificando il cor! (RIT)
6 - Il corpo sì provato
da tante malattie
divenne la fulgente
Betania dell’Amor!
7 - I pasti son frugali,
ridotti all’essenziale:
diventa il tuo digiuno
arma per convertir! (RIT)
8 - Ti vuole il tentatore
vessare crudelmente.
Risulti vincitrice
sol grazie all’umiltà!
9 - Sovente sei astratta
dai sensi, sprofondata
in intimi colloqui,
presagi già del Ciel. (RIT)
10 - Ti mostri assai restia
ad accettar l’offerta
del nostro Redentor.
11 - Conosci tu fin troppo
dell’esser tuo: cedi
all’insistente Amor. (RIT)
12 - Ricevi quell’anello
nuziale, che sigilla
pienezza dell’unione
con l’alma Trinità.
13 - Avevi tre Avvocati
nell’Angelo Custode,
il Padre San Francesco,
Teresa di Gesù. (RIT)
14 - T’apparve il grande Papa,
che visse prigioniero,
mostrandoti il fulgore
di tanto suo soffrir.
15 - Fu tanto il tuo pregare
che venne allontanato
l’orrore della peste
da questa tua Città! (RIT)
……………………………
(Milano 22-8-2019)
PADRE NICOLA GALENO, OCD
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