"Ali è agli arresti. È una bugia. Non ci sono arresti in Siria. Una lingua non ha un nome per quello che accade nelle prigioni siriane. Le esperienze di migliaia di donne e di uomini siriani non possono essere comprese."
Questa frase, oltre alla notizia che i bambini siriani vengono regolarmente usati come scudo umano dall’esercito di Bashar Hafez al Assad, mi ha fatto ricordare qualcosa.
Palmyra. L’oasi nel deserto siriano. Una tribù di beduini con i cammelli, Angela Fabbri direbbe dromedari, in effetti lo erano. Un bambino di 7 anni, ma non gliene davo più di quattro. Bellissimo, capelli neri e occhi verdi, grandi e sgranati a fissarmi con adorazione. Scherzando, ho detto al fratello più grande: “me lo dai? Lo voglio adottare, è meraviglioso”.
Mi ha risposto; “”Prendilo, portalo in Italia”. Credevo scherzasse. Controbattei: “Ma mamma e papà pensi che lo darebbero via?”. “Si”. Mi rispose, e mi mise la mano del piccolo nella mia.” Portalo via con te”. Fosse stato facile, lo avrei preso e me lo sarei portato a casa, ma il piccolo non era un gatto né un cane, neppure un cammello. Sorrisi, e a malincuore lo lasciai alla sua tribù. Ora mi chiedo: “Lo avranno usato come scudo umano?” Avrebbe 13 anni, come quei ragazzini che sono morti. I suoi occhi sono ancora persi nei miei. Spero siano ancora lì, quegli occhi, a guardare le palme dell’oasi e i bianchi dromedari bardati con variopinte sellerie tessute a mano.
Se fosse stato facile adottarlo, ora sarebbe al sicuro, il piccolo Samir.
Foto da Immagini google. Il bambino fotografato non è Samir, anche se gli assomiglia molto
Danila Oppio
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