Il silenzio nella Pieve di Lubaco |
Caro
don Maurizio,
"Il Paradiso non può attendere" è nato proprio
dal mio desiderio di portare avanti un discorso cattolico e carmelitano. Non ha
mai avuto la pretesa di essere il surrogato di un sito ocds (ordine secolare
carmelitani scalzi). Ho un'ottimo rapporto col nostro nuovo Provinciale, Padre
Claudio Truzzi, anche buon amico. Se pubblico qualcosa di suo: avvisi,
relazioni, conferenze, ecc. è perché ne ho avuta sua personale
autorizzazione.
Ma sono stata "chiamata in giudizio"
dalla nostra ex Presidente Provinciale, per averlo fatto. L'Ordine
Secolare della Provincia Lombarda ha un suo proprio sito, che non viene regolarmente aggiornato. Ho pensato di aiutare le consorelle, e tutti coloro che sono
attratti dal carisma carmelitano, pubblicando quanto il Padre Provinciale mi
"ha consegnato personalmente". Non l'avessi mai fatto! Si sono sentiti scavalcati da una semplice
carmelitana laica? Non so.
Per questa ragione, di tanto in tanto, pubblico degli "Avvisi ai
naviganti" esprimendo il mio pensiero, e sottolineando che il
blog in oggetto, è mio personale, di conseguenza non accetto intromissioni di
sorta. Tutto ciò che pubblico, che non è mio, lo faccio previa approvazione di
chi l'ha scritto.
Così ho anche pubblicato alcuni racconti di
un'ottima scrittrice di Ferrara, Angela Fabbri, la quale ha vinto numerosi
Premi letterari e pubblicato alcuni libri. Della scrittrice in questione, ho pubblicato qualche suo pezzo, nel quale citava il Papa. E quando si rivolge a lui in tono
confidenziale, lo fa non per mancanza di rispetto, ma perché lo vede come un
Padre.
Per questo, forse, sono stata raggiunta da alcune
email, nelle quali venivo rimproverata a causa dei miei punti di vista, considerati più
"protestanti" che cattolici.
Io credo, e sono persuasa di non sbagliare,
che Dio è il Padre di tutti, nessuno escluso. E che Gesù è venuto per tutti, e
non per una cerchia ristretta di persone, ovvero solo quelle cattoliche.
Il mio blog ha "l'ambizione" di
raggiungere tutti, anche gli atei, e ritengo che se faccio indossare il
paraocchi al blog, non sarebbe seguito come invece lo è. Da tutto il mondo,
anche dagli Emirati Arabi, dall'Indonesia, da Paesi che mai avrei immaginato
potessero essere interessati a questo mio piccolo blog personale.
Questa mia apertura di pensiero, ha provocato giudizi negativi, ovvero; io non sarei una buona e vera carmelitana, io non
sarei neppure una buona cattolica. Tutto questo, non da estranei, ma da persona amica.
Per quale motivo? Te lo spiego subito: tutti
conosciamo i guai nei quali è incorsa recentemente la Chiesa, anche nel Vaticano. Io ne soffro, non perché la cosa ha avuto ampia eco nel mondo, ma
perché vorrei che certi fatti non fossero mai accaduti, e mi riferisco a tutta la Storia della Chiesa di Roma. Vorrei che la Chiesa, ed
in primis i suoi massimi rappresentanti, rispecchiassero veramente il Volto del
Cristo. Invece no, invece si cerca di nascondere, di soffocare, di
minimizzare anche fatti gravissimi.
Allora, per il fatto di essere cattolica, dovrei bendarmi gli occhi, turarmi le orecchie, e chiudere la bocca?
Non accuso, non giudico, a questo ci pensa il Signore, ma permetti che mi
preoccupi seriamente? Permetti che preferisco la verità, anche se brutta, alle
tante bugie?
Alcuni anni fa, durante l'incontro col nostro
Vicario Episcopale, a seguito del censimento sulla frequenza dei fedeli alle Sante Messe,
ho espresso chiaramente il mio pensiero. Poiché il Vescovo insisteva col dire
che se i fedeli si allontanano dalla Chiesa, e non vanno più a Messa, dipende dalle attrazioni che il mondo offre, come divertimenti e interessi che
distolgono dalla fede, gli ho risposto a chiare lettere: "Vero, ma solo in
parte. Quand'è che gli uomini di Chiesa, i sacerdoti, i Vescovi, i Cardinali,
si metteranno la mano sulla coscienza, e ammetteranno che molte
colpe le hanno pure loro, al riguardo?". Quanti sacerdoti sanno davvero
avvicinarsi alla gente, ascoltare i problemi, e magari provare a risolverli?
Parlo di quelli spirituali, ovviamente!. Ma no, moltissimi sacerdoti sono
impegnati a gestire le loro parrocchie: conferenze, incontri, riunioni,
insomma, le parrocchie paiono più a gestione aziendale,che non a carattere spirituale.
Lo dico a ragion veduta, sono stata per anni membro del nostro Consiglio
Parrocchiale, catechista, lettrice, perfino sacrista quando c'è stata la
necessità di sostituire l'incaricato in Cappella. Ho organizzato banchi
benefici, insomma, ho cercato di dare il massimo alla mia Parrocchia. Eppure,
se avevo bisogno di un consiglio, di una guida spirituale, per me non c'era
tempo, e mi si liquidava dicendomi che non ne avevo bisogno. Ma quando
mai?
Quindi, se io mi lamento, sul blog, di un
certo modus agendi, è perché vorrei che i sacerdoti si
rendessero conto che devono privilegiare l'assistenza spirituale, la vicinanza
col parrocchiano, a certi impegni che potrebbero essere tralasciati, almeno
momentaneamente. Il Cardinale Tettamanzi l'ha vista giusta: lavorare meno, per
fare meglio.
A mio avviso, pochi sono i sacerdoti che, come
te, hanno un atteggiamento amichevole e fraterno, Pochi sono quelli a farsi
vivi per primi, anche solo per chiedere: "come stai?". E allora,
quello che può passare per indifferenza - e magari sono solo i troppi impegni
pastorali - non viene capito, e la gente si allontana. Forse per poca fede, ma
sono " pesci che sfuggono dalla rete di Pietro". E noi non dobbiamo
lasciarceli scappare. E' nostro compito tenerli nell'Amore di Dio.
Un altro piccolo esempio: Il Papa, quando
venne a Milano per l'incontro Mondiale delle Famiglie, ha detto che avrebbe
versato 500.000 euro, devolvendoli a 4 parrocchie emiliane, che hanno subito
danni a causa del terremoto. A subire maggiori danni, sono state proprio le
chiese, per incuria, per mancanza di fondi. Se per costruire un oratorio di
medie dimensioni, si debbono spendere circa 1.000.000 di euro, come si può
pensare che per risollevare le sorti di 4 chiese, bastino solo 500.000 euro?
Come può pensarlo il Vaticano, che naviga nell'oro? Che vive in un
"Palazzo reale"?
Allora la domanda che mi è sorta spontanea è
questa: Gesù, se voleva che il suo Vicario vivesse come un re, non avrebbe Egli
stesso dato l'esempio, nascendo in una reggia imperiale? Ma lui è nato povero
tra i poveri, Senza fissa dimora, poiché rispose a coloro che gli chiedevano
dove abitasse: "io non ho dove dormire". Non ti pare che ci sia un
enorme controsenso tra il Vangelo di Cristo, e il Vaticano?
Sono persuasa che il Volto di Cristo lo posso
intravedere in un buon parroco che si occupa seriamente della sua parrocchia,
che si fa servo, come il Signore, verso i suoi discepoli (parrocchiani). Forse
è qui che si può dar risposta allo svuotamento dei seminari, alla fuga di molti
sacerdoti dall'Ordine. di molti religiosi, dalle rispettive Comunità. Dico
forse. Ma questi miei ragionamenti vengono considerati come ribellione verso la
Chiesa ed il suo Vaticano. No, io amo la Chiesa, così come amo il Carmelo, E se
un Padre Carmelitano mi dovesse dare prova di non essere un buon sacerdote . e lo dico solo per esempio, sia chiaro . non mi allontanerei dal
Carmelo, ne soffrirei semplicemente. Così per un
sacerdote diocesano. Però resto dell'idea che il Vaticano potrebbe ridimensionare quel
tenore di vita che fa a pugni con la vita di Gesù, che era priva di proprietà
personali, che non voleva un Palazzo, che gli basava un tetto sotto il quale
ripararsi durante le intemperie.
Ho scritto un romanzo, ma tutto questo
per esprimerti il mio pensiero, e per avere una tua risposta al riguardo.
Quando puoi, senza fretta
Danila
Ho avuto ulteriore prova dell'attenzione e del farsi vicino, del Parroco, mi ha risposto subito non ha posto tempo in mezzo:
Carissima Danila,
ho letto con attenzione e pathos tutto quello che hai scritto. Non temere mai di alzare la voce, perché, quel che forse oggi manca in seno alla Chiesa è proprio la profezia dei suoi figli; o meglio, c'è un sistema demoniaco che li vuole con la bocca chiusa e col cuore e i ventri obesi, saturi di tutte le porcherie che in questi anni ci hanno fatto sorbire, e delle quali (ahimé) anche molto clero si è nutrito.
Condivido pienamente le tue idee riguardanti il ministero sacerdotale: un po' meno burocrati, un po' più padri spirituali... e senza dubbio un po' più poveri. Lo dico non perché io sia povero, ma perché con grande fatica sto cercando di spogliarmi di tutto quello che non serve ,per amare le persone.
Soffro del fatto che, mi pare di capire, tu non abbia un vero e costante riferimento spirituale: i sacerdoti il tempo dell'ascolto te lo devono dare, lo devi ESIGERE da loro; siamo stati ordinati per questo. Altrimenti siamo "servi malvagi e infingardi".
Sarebbe bello un giorno poter parlare a viva voce...con affetto
don Maurizio Roma.
A questo punto, il dialogo è proseguito su altri argomenti: le vocazioni, sia sacerdotali che matrimoniali, Ma di questo, alla prossima puntata
P. S.: Ho chiesto a don Maurizio se potevo pubblicare questo nostro dialogo via email, ne ho avuto l'approvazione. Per amore di cronaca!
Ho lettoil quasi-appello di Danila, la risposta, chiara ed onesta, di don Maurizio, che non conosco, ma reputo di animo giusto, vero, esposto alla sua spiritualità, quella che in molti sacerdoti manca o è venuta a mancare e i motivi ce li ha descritti bene la stessa Danila.
RispondiEliminaSe Gesù vuo dire Misericordia, Amore, Rispetto, Devozione e Dedizione totale a chi di Vita ne vive poco o quasi,che significato ha, oggi, la Chiesa, il Vaticano, con tutte quelle sue ricchezze, pure ostentate?
Posso essere uno che crede, ma posso essere, ahimè, anche tutto il contrario.
Gavino