OLTRE AD AVER FIRMATO LA PETIZIONE, SENTO IL DOVERE DI PUBBLICARE QUESTA LETTERA ANCHE SUL BLOG, COME SEGNO DI CONDIVISIONE, POICHE' HO VISITATO ALCUNI ANNI FA LA SIRIA, ED HO POTUTO TOCCARE CON MANO LA DISPONIBILITA' DEL SUO POPOLO, GENTILE E OSPITALE.
DANILA OPPIO
Le immagini della settimana scorsa da Al Houla in Siria sono un colpo al cuore per la loro brutalità. Ho una figlia di 5 anni e so che quello che la separa da questo orrore è la fortuna di essere nata nel posto giusto. Ma lo shock che ho provato mi ha portata a scrivere questa email perché so che c’è qualcosa che possiamo fare insieme per fermare tutto ciò.
Decine di bambini giacciono a terra coperti di sangue, il viso segnato dalla paura che hanno provato poco prima di morire, e i loro corpi innocenti senza vita stanno lì a rappresentare una tragedia disumana. Questi bambini sono stati massacrati da uomini che avevano l’ordine preciso di seminare terrore. Tuttavia la diplomazia finora è riuscita soltanto a inviare alcuni osservatori ONUper “verificare” le violenze. I governi di tutto il mondo hanno espulso gli ambasciatori siriani, ma se non chiederemo di mettere in campo un piano risolutivo ora, continueranno a perdersi in vicoli ciechi diplomatici.
L’ONU sta discutendo in queste ore il da farsi. Se ci fosse una grande presenza internazionale in tutta la Siria con il mandato di proteggere i civili, potremmo prevenire futuri massacri e permettere ai leader di cercare soluzioni politiche per fermare il conflitto in corso. Mi rifiuto di vedere altre immagini come questa senza gridare tutto il mio sdegno. Ma per mettere fine alla violenza c’è bisogno di tutti noi, con una voce sola, per chiedere protezione per questi bambini e per le loro famiglie.Clicca per dire all’ONU di agire ora e manda questa email a tutti:
http://www.avaaz.org/it/syria_
La morte di un bambino è tragica in qualunque modo avvenga. L’ONU dice che nell’assalto sono rimaste uccise 108 persone, 49 di queste sotto i 10 anni e la più piccola di soli due anni. Il 90% della popolazione di Al Houla è fuggita dalle loro case. Mentre la notte scorsa davo la buonanotte a mia figlia, ho cercato d’immedesimarmi nelle madri, nei padri e nei nonni di questi bambini. Il dolore straziante e la disperazione sono inimmaginabili, come lo sono la rabbia e l’odio per gli autori di questo massacro. Finché non metteremo fine agli attacchi contro la popolazione in Siria, la spirale della violenza non avrà mai fine.
Non dimentichiamoci che questo bagno di sangue è iniziato un anno fa con migliaia di persone che protestavano pacificamente per le strade per chiedere libertà e democrazia, proprio come i loro fratelli e sorelle in tutta la regione. Ma il regime ha risposto con immane brutalità e violenza: uccidendo, torturando e mettendo sotto assedio intere città. La comunità internazionale non è intervenuta, lasciando che preoccupazioni geopolitiche ostacolassero il nostro dovere di proteggere i civili. Così, nella disperazione di mettere in salvo le loro famiglie e di lottare contro la repressione, alcuni hanno imbracciato le armi. Ora siamo di fronte a un vero e proprio conflitto armato, e se il mondo continuerà a non fare niente si trasformerà in una guerra fra fazioni che potrebbe durare per generazioni e diventare terreno fertile per attacchi terroristici che per ora popolano solo i nostri incubi peggiori.
A fronte delle decine di bambini giustiziati a sangue freddo dall’esercito e dalle loro milizie, è arrivato il momento di agire seriamente. Assad, i suoi miliziani, il suo esercito sanguinario, devono essere portati davanti alla giustizia e il popolo siriano deve essere protetto. Niente di tutto quello che ha fatto finora la comunità internazionale è riuscito ad allentare la morsa di potere sanguinario di Assad. I pochi osservatori dell’ONU presenti sul campo erano impotenti davanti agli omicidi di Al Houla: sono serviti soltanto per contare i giovani corpi. Ma se mandassimo ora centinaia di osservatori in ognuna delle 14 regioni della Siria, gli assassini di Assad ci penserebbero due volte.
Il mondo si è girato dall’altra parte con Srebrenica e con il Ruanda. Se tutti noi oggi rispondiamo a questo appello, potremo fare in modo che la tragica morte di questi bambini sia un punto di svolta per tutti noi per dire MAI PIÙ! Ma se ci gireremo di nuovo dall’altra parte, anche i nostri leader saranno legittimati a farlo. Uniamo le nostre voci da ogni angolo del pianeta e facciamo in modo che sia impossibile per i nostri leader ignorare il nostro grido. Come segno di rispetto per questi poveri bambini e per le loro famiglie, clicca per unirti all’appello globale per chiedere una forte presenza dell’ONU sul posto!
http://www.avaaz.org/it/syria_
La comunità di Avaaz è al fianco del popolo siriano da 15 mesi ormai, denunciando il regime siriano, chiedendo sanzioni, sostenendo le comunità in tutto il paese con aiuti umanitari, e fornendo equipaggiamento ai cittadini reporter per far conoscere al mondo la violenza in corso. Facciamo sì che il massacro di Al Houla sia il momento decisivo per il cambiamento e battiamoci affinché i nostri governi non si girino più dall’altra parte.
Con profonda tristezza e determinazione,
Alice e tutto il team di Avaaz
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