Il Crocifisso di Guido Reni |
Ricordo bambino
le ginocchia sui lastroni
ruvidi d’anni di passi,
raccolto a mani giunte
a guardare un dolore
che né spine né chiodi
potevano provocare.
C’era tutta la sofferenza
di un mondo di ombre
schiacciate dalla forza del male
e sempre mi chiedevo
perché mai l’avesse fatto
perché parlare di vita nuova
senza poi esser ascoltato.
Lui capiva
vedeva la pena che provavo
e anche questa raccoglieva.
Gli anni son passati
la risposta non è arrivata.
Eppure se vado
a cercar quella croce
se ancora ne provo la pena
se scorgo le lacrime amare
di chi non ha pranzo né cena
se l’ultimo respiro
può essere meglio della vita
m’accorgo che il suo dolore
è la nostra speranza
che la smorfia del suo viso
è il suo messaggio d’amore.
Renzo Montagnoli
A volte quella croce sull'alto monte,
RispondiEliminaincute paura,si pensa quando accadrà a noi,
e se avremo la forza di essere "innalzati" e abracciare il mondo a braccia tese.
Siamo così fragili e deboli, solo uomini che cercano la loro strada sul sentiero della vita.
Aspettiamo quel fatidico giorno per rinascre anime nuove.
"poesieinsmalto"
Belle e veritiere parole, cara Annamaria! Un abbraccio immenso
RispondiEliminaE' una bellissima poesia, dedicata
RispondiEliminaGavino