AFORISMA

Meglio aggiungere vita ai giorni, che non giorni alla vita
(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

Nostra Signora del Carmelo
colei che ci ha donato lo scapolare

domenica 29 aprile 2012

Yolk COME APRIRE UN UOVO SENZA ROMPERLO





Duane Keiser con la sua arte è capace di aprire un uovo senza romperlo: il video che riprende l’impresa fa parte della serie A Painting A Day, che vede l’artista impegnata a postare sull’omonimo blog un video al giorno. Le opere a dimensione cartolina vengono realizzate appoggiandosi a un cavalletto improvvisato ricavato da una vecchia scatola di sigari.

glass of water

Sorridi Dio sta guarendo il tuo cuore


Más de treinta años de experiencia como médico, me permiten afirmar que SOLO DIOS NOS CURA. Él es que llega a nuestro corazón, a nuestra alma, y allí comienza el proceso de sanación, que es primero espiritual y luego se extiende a todos los órganos, tejidos y células de nuestro cuerpo. 
Por eso es que los médicos, si de verdad queremos hacer el bien a nuestros hermanos enfermos, tenemos que enfocar nuestra atención en su interior, en sus dolores espirituales, en las lastimaduras del alma; y con gran amor, paciencia y entrega generosa, tenemos que tratar de sanar esas heridas… Si por gracia de Dios lo conseguimos, la curación física vendrá por añadidura. Felipe de Urca

sabato 28 aprile 2012

venerdì 27 aprile 2012

IL SANTO ROSARIO


Il Santo Rosario è una delle preghiere più belle che si possano fare e in assoluto è quella più gradita alla Madonna.



In particolare la Madonna ha fatto 15 promesse per coloro che recitano con fede il Rosario.


LE PROMESSE DELLA MADONNA PER COLORO CHE RECITANO REGOLARMENTE IL ROSARIO (date ad Albano De La Roche):

1. A tutti quelli che devotamente reciteranno il mio Rosario, io prometto la mia protezione speciale e grandissime grazie.

2. Chi persevererà nella recitazione del mio Rosario riceverà grazie preziosissime.

3. Il Rosario è un'arma potente sarà contro l'inferno; esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.

4. Il Rosario farà fiorire le virtù e le buone opere e otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio; Esso sostituirà nei cuori degli uomini l'amor vano del mondo con l'amore di Dio, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni.

5. Chi confiderà in me recitando il Rosario, non sarà soverchiato dalle avversità.

6. Chi reciterà devotamente il Rosario, meditando i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio, se . peccatore, si convertirà; il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.

7. I veri devoti del mio Rosario, nell'ora della morte, non moriranno senza i Sacramenti.

8. Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e nell'ora della loro morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno dei meriti dei Beati in Paradiso.

9. Ogni giorno Libererò dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.

10. I veri figli del mio Rosario gioiranno di una grande gloria in cielo.

11. Tutto quello che chiederete con il mio Rosario, lo otterrete.

12. Coloro che diffonderanno il mio Rosario saranno soccorsi da me in tutte le loro necessità.

13. Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli durante la vita e nell'ora della morte i santi del cielo.

14. Coloro che recitano fedelmente il mio Rosario sono tutti miei figli amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.

15. La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.


STABAT MATER


   Stabat Mater (Stava la Madre)
E' una preghiera che fa sgorgare il sentimento di amore verso Gesù! Bellissima nella sua tristezza!





La Madre addolorata stava
in lacrime presso la Croce
su cui pendeva il Figlio.

E il suo animo gemente,
contristato e dolente
una spada trafiggeva.

Oh, quanto triste e afflitta
fu la benedetta
Madre dell'Unigenito!

Come si rattristava e si doleva
la pia Madre
vedendo le pene dell'inclito Figlio!

Chi non piangerebbe
al vedere la Madre di Cristo
in tanto supplizio?

Chi non si rattristerebbe
al contemplare la pia Madre
dolente accanto al Figlio ?

A causa dei peccati del suo popolo
Ella vide Gesù nei tormenti,
sottoposto ai flagelli.

Vide il suo dolce Figlio
che moriva, abbandonato da tutti,
mentre esalava lo spirito.

Oh, Madre, fonte d'amore,
fammi forza nel dolore
perché possa piangere con te.

Fa' che il mio cuore arda
nell'amare Cristo Dio
per fare cosa a lui gradita.



Santa Madre, fai questo:
imprimi le piaghe del tuo Figlio crocifisso
fortemente nel mio cuore.

Del tuo figlio ferito
che si è degnato di patire per me,
dividi con me le pene.

Fammi piangere intensamente con te,
condividendo il dolore del Crocifisso,
finché io vivrò.

Accanto alla Croce desidero stare con te,
in tua compagnia,
nel compianto.

O Vergine gloriosa fra le vergini
non essere aspra con me,
fammi piangere con te.

Fa' che io porti la morte di Cristo,
avere parte alla sua passione
e ricordarmi delle sue piaghe.

Fa' che sia ferito delle sue ferite,
che mi inebri con la Croce
e del sangue del tuo Figlio.

Che io non sia bruciato dalle fiamme,
che io sia, o Vergine, da te difeso
nel giorno del giudizio.

Fa' che io sia protetto dalla Croce,
che io sia fortificato dalla morte di Cristo,
consolato dalla grazia.

E quando il mio corpo morirà
fa' che all'anima sia data
la gloria del Paradiso. Amen.



Jacopone Da Todi  Xlll sec

FRA JEAN THIERRY EBOGO E LA MADONNA


“Il 31 dicembre 1999 fu un giorno speciale per Jean. Quell’anno la famiglia non si era potuta riunire, come si usava, per le feste di fine d’anno. Questo avveniva per una serie di guai che si erano abbattuti sulla famiglia dopo il 23 dicembre. Solo alcune persone, praticamente i più piccoli, erano rimasti nella residenza familiare di Monatelé  sotto la tutela di Jean. Erano le due di mattina, quando udii Jean parlare nella sua camera dove si trovava solo. Avevo l’impressione che stesse parlando con qualcuno, tuttavia ero certo che era solo nella sua camera. Allora io prestai orecchio alla conversazione, ma non potei comprendere nulla perché parlava a bassa voce. Attesi il mattino per chiedergli il motivo e con chi parlava nella sua stanza. Quando glielo chiesi, fu molto sorpreso di sapere che lo avevo udito, ma allo stesso tempo aveva l’aria così contenta, che io non avrei mai accettato, che non mi dicesse che cosa era accaduto. Allora mi chiamò nella camera e mi disse: ‘Piccolo mio, sono molto felice, perché questa è stata la sera migliore della mia vita. Quando tu mi hai sentito, stavo parlando con la Santa Vergine Maria che mi è apparsa ’. Udendo queste parole, ne fui molto sorpreso e ne volevo sapere di più, volevo conoscere di che cosa loro due avevano parlato, ma lui si rifiutò di dirmelo. Non so perché, ma ho voluto rispettare la sua scelta e la sua decisione”.
Testimonianza di suo fratello Maurice

Rispettiamo anche noi  questo silenzio, per non sciupare il profumo e la bellezza del gesto materno di Colei che Jean invocava suo dolce aiuto e suo sicuro rifugio ogni giorno, con la recita fedele del Rosario in famiglia e in parrocchia, quando parlava di Lei ai più piccoli del gruppo, donando loro un rosario e trascrivendo per loro, su dei piccoli fogli, la preghiera mariana a lui tanto cara.
Non solo noi abbiamo avuto la consapevolezza che Jean Thierry avesse avuto dalla Vergine Maria, la notizia del suo calvario.
Quindi lui  sapeva da anni, quello che doveva succedere, ed è rimasto ancorato a questa preghiera con sempre più amore.
Quante volte ci chiedeva di recitarlo insieme, per donare a Colei tutte le nostre ansie, preoccupazioni, che con il decorso del suo stato di salute pian piano arrivavano.
Lui ha sempre cercato una figura che poteva darle almeno in parte,  quel sentore di donna e di madre che ha sempre cercato.
Non a caso tutte le mamme che entravano nella sua camera, erano sue madri, ma non tanto per la figura materna che non era vicino a lui in quel momento di bisogno e di sofferenza.
Bisogna, secondo noi, andare oltre.
In tutti questi anni (sei) io ed Anna abbiamo pensato molto al suo continuo cercare una mamma, secondo noi non era la mamma che le mancava, ma la vera Mamma.
Questo, sua madre Marie Thérèse lo sapeva, era lei che essendo devota alla Vergine Maria, ci spronava a pregare sempre di più.
Per tutta la sua se pur breve vita, Jean ha sempre recitato e chiesto che venga recitato il Santo Rosario, ha sempre cercato di unire, tutti quelli che via via incontrava nelle varie vicissitudini della sua vita con la recita di questa preghiera che sin dalle origini ha proprio il potere di unire le genti.
Lui ora ha unito intorno a se tante persone che ogni 5  ed il terzo venerdì del mese recitano questa preghiera, con i suoi testi e le varie testimonianze di persone che hanno avuto la grazia di conoscerlo.
23 Monasteri carmelitani sparsi in Italia , tanti contatti in Italia ed all’estero che hanno chiesto il testo del Santo Rosario per poterlo recitare in casa o con gruppi spontanei nati sulla scia del Gruppo di Legnano.
Questa è la motivazione che ci spinge ad andare avanti,siamo consapevoli che questa è l’unica ancora per essere un po’ più degni davanti al Signore.
Ora che è iniziata la sua Causa di Canonizzazione, manca la firma della Diocesi per ufficializzare e poter essere Servo di Dio, ci viene chiesto da più parti di intensificare questa iniziativa Spirituale,
anche perché vi sono tanti segni che inducono a proseguire su questa strada.
Noi intendiamo usare un solo mezzo di comunicazione, che è l’unico che ha il potere di unire le persone ad avvicinarsi al nostro unico Padre che tutto può e tutto dispone, cioè La Preghiera.
E la Preghiera che Jean Thierry amava di più, è il Santo Rosario.
Anna e Luigi Vigna  

UN PO' DI POESIA



SEGNALI DI INTESA   

“Affare fatto: quando del Signore
la voce non afferri, con la coda
ti dò la strapazzata che t’allerta!”

(Montechiaro 26-4-2012), Padre Nicola Galeno

Troppo bello vedere
 un cavallo di razza, 
come P. Nicola Galeno, 
accanto ad un umile somarello, 
che ricorda tanto quello
 che riscaldò col suo fiato il Bambinello 

giovedì 26 aprile 2012

NEW TROLLS: Concerto Grosso n.1 (1971) Full Album HQ audio - HD

UN PO' DI POESIA


AD UNA MADRE

Santa Teresa di Calcutta con Papa Giovanni Paolo II
Quelle rughe profonde,
quei solchi del tempo antico
di sacrifici voluti
e d'amore
che nel tuo viso
diventano più belli
e ti fanno ornamento
mi appaiono
e scompaiono
come in un sogno
di nostalgia di te
che non ho conosciuto
e non sei più

Gavino Puggioni
L'arcobaleno in giardino

UN PO' DI POESIA


FERMARE LA LUCE

Vorrei
fermare la luce del sole
perché il giorno
sia più caldo

Per i nostri cuori
abituati al freddo
intenso
dei nostri sentimenti

Abituati
al buio dell'amore
verso tanti
troppi bambini

Abituati come siamo
a correre
sempre di fretta
in questa vita ansiosa
veloce
troppo veloce
nei binari
di infelicità
terrena.

Gavino Puggioni
Le nuvole non hanno lacrime

EMOZIONI


EMOZIONI


Reese Witherspoon, protagonista di "Come l'acqua per gli elefanti"

Ho guadato un torrente       
Cavalcando una giumenta
Attraverso sentieri montani
E pascoli erbosi.

Batticuore

Ho navigato nel deserto
Di Palmyra, sul dorso
D’un imponente dromedario
In tempo di pace, in Siria

Commozione

Ho respirato l’immenso
E constatato quanto piccoli
E insignificanti noi siamo
Nella vastità del creato

Turbamento

E pretendiamo di governare
La Terra, dove soltanto
Madre Natura è padrona.
E la violentiamo.

Vergogna

Danila Oppio
Inedita

martedì 24 aprile 2012

C'è ancora chi non lo conosce?


INCANTO - haiku




Avevo scritto
Di un mondo grigio
Sbagliavo.

Sono spettacolari i giardini a Fuji Kawachi



UN FLOREALE OMAGGIO AI PADRI CLAUDIO TRUZZI E NICOLA GALENO, CHE HANNO PORTATO LA LORO OPERA MISSIONARIA IN GIAPPONE PER LUNGO TEMPO!
QUESTA GALLERIA DI GLICINI OFFRE UNO SPETTACOLO DELLA NATURA DAVVERO GRANDIOSO E, UNITO ALLA MAESTRIA NIPPONICA, CHE DI FIORI E IKEBANA CONOSCE OGNI SEGRETO, FA ESCLAMARE OGNI VOLTA: DIO E' SUPERBO NELLA SUA MAGNIFICENZA!

APRI IL CUORE


alla dolcezza e
dai bui sepolcri
emerge l’aprile
sulla collina intatta.
Ritrovi
il campanile
tra gli olivi
dall’organo
una toccata e fuga.
.

LA PIETA'

Pubblicata su Athena Millennium il 07/04/2012

Forte e immacolata
era la mia esistenza
di marmorea pietra
indifferente ai venti 
e alle tempeste
Ma  fui straziata
un giorno
da  ignoti artigli
che mi strapparono
il cuore
per condurlo intatto 
nelle grandi mani di un artista
che mi diede forma di madre
adagiando sul mio grembo
la morte
 del mio unico figlio
affinchè lo vegliassi
in eterno
Ed io 
il capo
chinai.
Giovanna Giordani

GRAZIE A PADRE EMILE ZAMBO MBOGO!
Stamattina ho ricevuto dal Camerun quanto sotto riportato, e poiché sta scritto che va diffuso, ecco che molto volentieri mi appresto a farlo. Il carissimo Padre Emile, Priore presso la Missione Carmelitana in Africa, spesso mi chiede notizie della salute di mio marito che, dopo un delicato intervento al cuore, ora si sta rimettendo. Lui non l'ha dimenticato, come io non dimentico il mio figlio spirituale, P. Emile, e prego per la sua opera di evangelizzazione, affinché molti giungano a Cristo, al Suo Amore, e che tra questi, nascano vere vocazioni religiose. Che Dio ti benedica,  Emile!



CAMMINA CON NOI

Il simbolo di Gesù come pastore buono produce oggi in qualche cristiano un certo fastidio. Non vogliamo essere trattati come pecore di un gregge. Non abbiamo bisogno di nessuno che governi e controlli la nostra vita. Vogliamo essere rispettati. Non abbiamo bisogno di nessun pastore.
Non sentivano così i primi cristiani. La figura di Gesù buon pastore divenne molto presto l’immagine più amata di Gesù. Già nelle catacombe di Roma lo si rappresenta carico sulle spalle della pecorella smarrita. Nessuno pensa a Gesù come a un pastore autoritario che vigila e controlla i suoi seguaci, ma come a un pastore buono che si cura di loro.
Il buon pastore si preoccupa delle sue pecore. È il suo primo tratto. Non le abbandona mai. Non le dimentica. Ha ogni riguardo per loro. È sempre attento alle più deboli o malate. Non è come il pastore mercenario che, quando vede qualche pericolo, fugge per salvare la sua vita abbandonando il gregge. Non gli importa delle pecore.
Gesù aveva lasciato un ricordo incancellabile. I racconti evangelici lo descrivono preoccupato degli infermi, degli emarginati, dei piccoli, dei più indifesi e dimenticati, dei più smarriti. Non sembra preoccuparsi di se stesso. Lo si vede sempre che pensa agli altri. Gli importano soprattutto i più derelitti.
Ma c’è qualcosa di più. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. È il secondo tratto. Fino a cinque volte l’evangelo di Giovanni ripete queste parole. L’amore di Gesù per la gente non ha limiti. Ama gli altri più di se stesso. Ama tutti con l’amore del buon pastore che non fugge di fronte al pericolo, ma dà la sua vita per salvare il gregge.
Per questo l’immagine di Gesù buon pastore divenne molto presto un messaggio di consolazione e fiducia per i suoi seguaci. I cristiani impararono a rivolgersi a Gesù con parole prese dal salmo 22: “Il Signore è il mio pastore, non manco di nulla… se dovessi camminare in una valle oscura, non temerei alcun male, perché tu sei con me… felicità e grazia mi saranno compagne tutti i giorni della mia vita”.
Noi cristiani viviamo frequentemente una relazione abbastanza povera con Gesù. Abbiamo bisogno di conoscere un’esperienza più viva e profonda. Non crediamo che egli ha cura di noi. Ci dimentichiamo che possiamo ricorrere a lui quando ci sentiamo stanchi e senza forze o smarriti e disorientati.
Una Chiesa formata da cristiani che si rapportano con un Gesù mal conosciuto, confessato solo in  modo dottrinale, un Gesù lontano la cui voce non si ode bene nelle comunità… corre il rischio di dimenticare il suo Pastore. Ma chi avrà cura della Chiesa se non è il suo Pastore?       
                                              
José Antonio Pagola

Rete evangelizzatrice BUONE NOTIZIE
Fa’  conoscere il Buon Pastore
Diffondilo.
29 aprile 2012
IV Pasqua (B)
Gv 10, 11-18

domenica 22 aprile 2012

sabato 21 aprile 2012

DALL'ALTO



Inchiodai gli occhi
Su Rigel e Betelgeuse
Con  chiodi
Arrugginiti
Divelti
Dall’antica porta
Del tuo cuore

Da lassù, forse
Potrò osservare
Il tuo stanco passo
Percorrere
labirintiche
Siepi e irti rovi

Invalicabili barriere
Che le nostre vite
Inesorabili
separarono

Danila Oppio
Inedita

Ismael Lo - Nafanta

Oltre la memoria


Non so dove cercarti sconosciuto amore:
nei rovi che pungono il nostro passo
o nelle lacrime di chi ricerca ancora.
Non so dove perdermi per poterti ritrovare,
nasce in me l'antico desiderio di ritrovarti
oltre la memoria e l'oblio....
"poesieinsmalto"
Annamaria Gatti

venerdì 20 aprile 2012

COSI' E' LA SERA

Cosi' è la sera 



quando l'alba ancora è lontana. 



Cosi' sei tu, antico amore, 



rimani in me 



come consunto cavaliere, 



Stupisce la notte con ali di nebbia, 



mentre il giorno intona il suo canto. 


Annamaria Gatti
(da Poesie in smalto)

BALLESTRERO: Interprete dei cambiamenti dell'Ordine


Ricevo regolarmente, dall'Ordine Secolare della Provincia Campana, il loro bollettino mensile, realizzato a cura di Stefania De Bonis  CRESCERE IN FRATERNITA' da questo ho estrapolato un articolo che tratta del Cardinale Ballestrero, Padre Carmelitano.


 Anastasio Ballestrero interprete dei cambiamenti del Terz’Ordine

Dal Concilio un volto nuovo e una nuova identità

Una delle figure più prestigiose del Carmelo teresiano dei nostri giorni è senza dubbio quella del cardinale Anastasio Ballestrero, carmelitano scalzo, che qualcuno di noi ha avuto la fortuna di conoscere.
Morto il 21 giugno del 1998, è stato uno dei padri conciliari e ha accompagnato la crescita del Carmelo secolare attraverso le novità del Concilio Vaticano II.
Non ha mai smesso di sottolineare la realtà ecclesiale dell’Ordine secolare, “una realtà di santità, dove non soltanto l’aspetto della vita interiore, ma anche l’aspetto della vita apostolica ha anche la sua grande importanza e anche un particolare rapporto con i consigli evangelici” (Ballestrero, Partecipi di uno stesso carisma, ocd).
Uno degli aspetti che più colpì Ballestrero fu che durante il Concilio fu ribadita l’importanza del carisma dei fondatori. Per lui fu la conferma di quanto valore avesse nella Chiesa il carisma teresiano e quanto co-
noscerlo e approfondirlo fosse un imperativo per tutti i componenti dell’Ordine, compresi i laici.
Il Terz’Ordine (come era definito prima l’Ordine Secolare) “è un’associazione laicale, che ha come carat- teristica, quella di radicarsi nella spiritualità e nell’esperienza cristiana di una determinata famiglia religiosa”, “non è una realtà a sé stante, ma è una realtà di comunione con la famiglia religiosa”. E la vita religiosa è una realtà di comunione con la Chiesa.
E’ bene tener sempre presente l’aspetto ecclesiale di cui sono intrisi i documenti dell’OCDS, anche i più recenti, per non sentirci una piccola monade che basta a se stessa, ma parte, anzi “figli della Chiesa”.

Non finirò mai di ringraziare Stefania per l'attenzione rivoltami, sia nel farmi partecipe della loro Comunità attraverso il Bollettino, sia per il ricordo costante nelle varie occasioni di Festività.


QUEI DUE ALBERI


Quei due alberi

Ammiravo…
Quei due alberi
Spogliati di tutto
Braccia lunghissime
Raggiungevano il cielo
Mai abbracciati
Mai allacciati
Mai legati
In eterno
Stretti
Costretti
Vicini
RIna Brundu
Edita su Aphorism

AVVISO AI NAVIGANTI!

Dai link dei siti amici, sulla destra della home page, potrete constatare che, oltre ai siti religiosi, ho aggiunto siti poetici o letterari. Inoltre potete trovare Rosebud, che è un sito di giornalismo online. L'ho fatto poiché ritengo che siano siti di grande interesse, sia letterario che poetico, e anche perché qualcosa di mio - poesie o articoli giornalistici - sono pubblicati in quelle sedi. 
Oppure, molto più semplicemente, come per tutti gli altri, ritengo siano da visitare.
Buona navigazione!
Veleggiando verso la spiritualità, poesia, letteratura e altri calmi e profondi oceani.


giovedì 19 aprile 2012

PERSEVERAR


«Meu Bom Jesus,
animado pelas promessas que me fizeste,
vou expor-Vos as minhas necessidades
e apresentar-Vos o meu pedido.
Enviai ao meu coração o Vosso Espírito
e pedirá em mim;
Ele ensinar-me-á o que hei-de-pedir,
como e quando devo pedir.
Mais ainda, Ele dar-me-á forças
para perseverar na oração até ter alcançado o que queria pedir.
Lembrai-Vos da vossa promessa d
e que nos enviaríeis o Vosso Espírito
para sugerir-nos e ensinar-nos a fazer tudo o que Vós nos mandais».
B. Francisco Palau, Luta da alma com Deus, IV,19

IMPARARE UNA NUOVA LINGUA PER VEDERE IL MONDO CON OCCHI NUOVI


Imparàr na' nova linguà. Imparàr a bberè o' munno cu uocchi diversì.

Learn a new language. Learn how to see the world through different eyes.

Aprende un idioma extranjero para disfrutar de noticias de todo el mundo

Un regard nouveau sur le monde avec une langue étrangère.

Uma lingua nova para conhecer um mondo novo.

Entdecken Sie die Welt durch eine neue Sprache.

Du kan opdage verden gennem et fremmed sprog.

Menemukan dunia melalui bahasa yang asing 

Se manca a volte il dialogo nel mondo, spesso dipende dalla mancata conoscenza di una lingua straniera, direi meglio, di diverse lingue straniere. Spesso, anche se si conoscono, è in modo scolastico e con un ridotto numero di vocaboli, così non si riesce ad esprimere correttamente il proprio pensiero e trasmetterlo all'interlocutore. 
Molti vocaboli si scrivono in modo identico - pensiamo alla nostra lingua: ancora - dono -  mora - passo - ecc. omonimi tra loro ma dal diverso significato. Lo stesso si rileva in molte lingue straniere...se usiamo male il linguaggio, rischiamo di pensare una cosa e dirne un'altra. 
Sarebbe interessante che nelle scuole, fin dalle primarie, insegnassero la conversazione in lingua, non solo le regole grammaticali e la costruzione delle frasi, e che adibito a questo compito fosse un insegnante di lingua madre oppure anche italiano ma che abbia una profonda conoscenza della lingua che insegna, per aver vissuto nel paese estero dove viene parlata!


martedì 17 aprile 2012

IL LIBRI SPARITI DALLA BIBLIOTECA DI GIOVAN BATTISTA VICO




MA A CHI AFFIDIAMO LE NOSTRE OPERE D’ARTE?


Duemila intellettuali, tra cui Ennio Di Nolfo, Dario Fo, Carlo Ginzubrg, Dacia Maraini, Stefano Rodotà, Gioacchino Lanza Tomasi, Lamberto Maffei (Presidente dell’Accademia dei Lincei) Stefano Parise (Presidente dell’Associazione Italiana Biblioteche) e una lista di nomi illustri, si sono mobilitati per firmare un appello al Ministro Lorenzo Ornghi, chiedendogli  come fosse possibile che una biblioteca importante come quella dei Gerolamini  sia stata affidata ad un uomo che non ha i benché minimi titoli accademici e scientifici, nonché nessuna competenza professionale per rivestire il ruolo di curatore della Biblioteca napoletana di Giovan Battista Vico.
Il fatto: Tomaso Montanari, docente di Storia dell’arte moderna alla “Federico II” di Napoli ha denunciato di aver visitato la Biblioteca in oggetto, che contiene oltre 150 mila manoscritti e volumi antichi, e di averla trovata in condizioni penose: disordine, polvere, pile di preziosi volumi accatastate a terra, degrado. Ora la biblioteca è chiusa per riordino, ma pare che accadano cose strane, dicono le persone che abitano vicine al convento: auto che escono cariche, di notte, dai cortili della biblioteca.
Sono sorte quindi perplessità sul nuovo direttore, il “professor” Marino Massimo De Caro: “E’ incredibile che uno sei santuari della cultura italiana sia diretto da qualcuno che non ne ha il titolo per farlo.
Non mi dilungo ad elencare tutte le cariche che questo sedicente professore e nobiluomo abbia rivestito nel suo iter professionale, ma ci si chiede: tra le possibili scelte non c’erano altri dal profilo assolutamente cristallino cui affidare una biblioteca di libri preziosi già molto saccheggiata nei decenni?
Per questioni varie, il professore viene denunciato, ma già il giorno dopo il direttore spiega al Corriere del Mezzogiorno di avere tutte le carte in regola:”Laureato a Siena, ha insegnato Storia e tecnica dell’editoria nel master  di specializzazione dell’Università di Verona, è stato consulente del Cardinale Majia, bibliotecario del Vaticano, pubblicato un  libro su Galilei, direttore della Biblioteca del Duomo di Orvieto, il padrino di battesimo del nonno è stato Benedetto Croce, la famiglia che tramandava il titolo di Principi di Lampedusa, si è unita a quella del famoso Tomasi”.
Perbacco! Esclamerebbe Totò che si vantava di essere Sua Altezza Imperiale Antonio Porfirogenito della stirpe Costantiniana dei Focas Angelo Flavio Ducas Commeno di Bisanzio, principe di Cilicia, di Macedonia, di Dardania, di Tessaglia, del Ponto, di Moldava, di Illiria, del Peloponneso, Duca di Cipro e di Epiro, Conte e Duca di Drivasto e di Durazzo, De Curtis.
Il vero principe Gioacchino Lanza Tomasi smentisce immediatamente sul quotidiano partenopeo: “Falso, le affermazioni del bibliotecario sulla discendenza dai principi di Lampedusa sono un’impostura. Il titolo di principe di Lampedusa è stato concesso da Carlo II di Spagna a Ferdinando Tomasi nel 1667. I Caro non hanno quindi non hanno nessuna parentela con noi e consiglierei al priore dei Girolamini di vigilare invece di appoggiarsi su una documentazione falsata”.
Appurato che De Caro non è un nobile, sarà comunque professore, ovvero titolare di una laurea. Peccato che, malgrado il ministero lo chiami “dottore”, il nostro De Caro non si sia mai laureato all’Università di Siena, dove si iscrisse alla facoltà di Giurisprudenza, e lo stesso cervellone centrale dell’Università di Verona non conservi traccia del passaggio dell’illustre “docente”.
Prima ancora che uscissero queste notizie, un numero sempre crescente di intellettuali avevano iniziato a firmare un appello per chiedere al Ministro Ornaghi come fosse possibile che una biblioteca di rilievo come quella dei Gerolamini,sia stata affidata a un uomo che non ha i titoli scientifici e la minima competenza professionale per rivestire quel ruolo.
Il “dottor Principe professor”Marino Massimo De Caro si presenta alla Procura della Repubblica, volendo denunciare che si è accorto che nella sua biblioteca sono spariti 1.500 libri….toh, ma va?
Di falsi dottori, professori, nobili, l’Italia ne è piena, ma affidare un incarico tanto delicato senza valutare le reali capacità del prescelto al ruolo, mi pare una disattenzione grave, da parte delle persone incaricate alla nomina del curatore.
Fa ancora più male, perché l’Italia non è un paese del terzo mondo, e quella biblioteca potrebbe diventare meta di studiosi, studenti, turisti o semplicemente amatori. E quanti erano a conoscenza di questa gemma a Napoli? Tipico della cultura italiana! Un vecchio frate forse, e se lo conosci, ti aprirebbe la porta di una biblioteca ai più ignota.
A Tehapinosinowa, al confine tra la Virgiorgia e il New Yorkshire costruirebbero un museo di 4.000 mq per conservare l’ultima defecazione di Jefferson.
Abbiamo opere d’arte di immenso valore artistico e patrimoniale, le stiamo lasciando perire miseramente. Meglio le feci di Jefferson o i nostri libri antichi?  Tanto che li buttiamo?  Farenheit 451 dello scrittore Ray Bradbury insegna, così come i libri messi all’indice  in passato, distrutti nel fuoco.
L’incuria, la manomissione e quant’altro non si discosta molto da tutto questo, considerato in che mani affidiamo le nostre ricchezze culturali!
Ciò che mi stupisce…è che ci stupiamo ancora quando apprendiamo di questi misfatti!  

Danila Oppio


BENVENUTO|

Il Paradiso non può attendere: dobbiamo già cercare il nostro Cielo qui sulla terra! Questo blog tratterà di argomenti spirituali e testimonianze, con uno sguardo rivolto al Carmelo ed ai suoi Santi