O viceversa, trasformale lo straordinario della vita in un banale ordinario. Permettetemi questa frecciatina!
Ho letto con vivo interesse la
lettera del Preposto Generale Padre Saverio Cannistrà, nella quale alcuni punti
sono illuminanti. E li ho inseriti in questo contesto.
Resta il fatto che non ho sempre riscontrato nelle decisioni del Consiglio Provinciale, quanto da lui suggerito.
Cosa è successo? A Legnano l’Ocds
non esiste più. Ho lottato per anni, cercando di tenere unite quelle persone
che erano fortemente motivate a iniziare o proseguire il cammino verso il Carmelo Secolare,
malgrado fossimo stati abbandonati dal Consiglio a Statuto Speciale in prima
istanza, e successivamente dai formatori. Ci è stato comunque affidata la guida
di un Padre Assistente, e fintanto che Padre Claudio Truzzi era con noi a Legnano, il
gruppo è rimasto compatto. In seguito al trasferimento in altro luogo, è stato
nominato un successivo padre, che però ha fatto l’impossibile per deludere i
partecipanti. Come? Con atteggiamenti supponenti, freddo distacco, al punto di
far piangere alcune signore presenti. Aggiungo: indifferenza e incapacità di
ascolto, ovvero, ci veniva impedito di porre domande sull’argomento, di
esprimere un nostro modesto parere, in conclusione, incapace di trasmettere il
vero senso del Carisma Carmelitano.
Obbedienza? Certamente applicabile,
se chi ha l’incarico della formazione dimostra di essere all’altezza del compito, non solo
pontificando dall’alto con un atteggiamento poco fraterno, ma ignorando il
fatto che i membri di ogni Comunità o gruppo sono persone e non burattini.
Non ho avvertito quel tono fraterno e amicale che dovrebbe sussistere, come il Padre Generale consiglia, e per amore
dei miei confratelli (anche di quelli momentaneamente simpatizzanti) mi sono
permessa di esternare il disagio che è subentrato in un gruppo che era unito e
con il quale avevo creato una vera “famiglia”. Si, io che sono nessuno, senza
alcuna carica, senza oneri e onori, ho tenuto unito quelli che ho sempre
considerato miei fratelli e sorelle. Perché è questo che intendo per
Comunità, e che deve avere precedenza su
riunioni, congressi, e quant’altro. Se non si forma una vera “famiglia” di
persone che la avvertono come tale, che si vogliono bene e si rispettano tra
loro, tutto il resto perde valore.
Quindi ho disobbedito, reagendo davanti ad una situazione che si era creata e sempre di più difficile gestione. Il Carmelo, così come è diventato per noi, non rispecchiava l’idea che mi ero fatta. Quell’idea che per anni mi era stata insegnata attraverso i libri di Santa Teresa d’Avila, di Santa Teresina e di tutti i santi Carmelitani. Un preciso carisma disatteso in questi ultimi tempi. Che m'importa se mi metto all'ascolto di conferenze colme di paroloni, nello sfoggio di grande cultura religiosa, se alla base manca la sostanza? La vera fratellanza!
Ora a Legnano non c’è nulla. Devo
ringraziare chi ha fatto del vero mobbing? Grazie di cuore per averci fatto
capire che è più importante il successo piuttosto che l’umiltà, la
gratificazione del comando, piuttosto che il chinarsi sui bisogni dei fratelli.
La cosa che maggiormente mi ha scandalizzato è stata l’assoluta indifferenza da
parte del Parroco riguardo al nostro gruppo. Mai che abbia chiesto cosa fosse
accaduto, il motivo per cui non ci riunivamo più. Normale amministrazione in un
clima sempre più laicizzato.
Certo, chi eravamo noi, per doversi
occupare di queste miserie? Fratelli e sorelle? Ma va! Perché riunirci, se non
c’era un Consiglio, un Padre Assistente? Quale futuro ci aspettava? Ci hanno
proposto di unirci ad altre Comunità, lontane dalla nostra città, laddove
sarebbe stato invece utile una comunità secolare in loco.
Per fortuna ci sono ancora rarissimi
Padri che si sono resi conto di come stanno le cose e che, come possono e a
distanza, ci sono vicini. Padre
Claudio m’invia il testo delle sue conferenze, in modo da poter proseguire il cammino di spiritualità carmelitana. E Padre Nicola m’inoltra altro materiale, che entrambi regolarmente pubblico sul mio blog (questo dove sto scrivendo per la precisione) affinché altri
possano conoscere il vero carisma carmelitano e non quel che è diventato ora. É grazie a loro se sono ancora legata al Carmelo, e mi sento carmelitana al cento
per cento.
Ho a suo tempo presentato le mie
dimissioni dall’ocds, non si sono degnati di inviarmi neppure una risposta,
tanto meno convincermi a desistere da tale proposito. Come dire, e scusate il
termine: “chi se ne frega!”. Di tanto in tanto i miei ex confratelli mi
chiedono se ho novità positive. Mi sento un verme a non avere una risposta da
dare. Che devo dire? Che di noi se ne sono bellamente dimenticati? Quale
immagine carmelitana hanno trasmesso, con questo loro atteggiamento? Non certo
luminosa.
Quando ancora ci riunivamo, il
Presidente del Consiglio Provinciale Secolare ci aveva promesso un incontro. Mai visto!
Di inviarci un formatore? Ma come,
un ristretto numero di persone si permetteva di formulare una simile richiesta?
Allora ricordo che, ad una mia
lettera, il Padre Generale mi rispose che la soluzione sarebbe stata quella di
venirci incontro reciprocamente. Bene, abbiamo pensato che se un formatore ci
fosse stato accordato, gli avremmo rimborsato il viaggio e altre spese vive, pur
di mantenere in vita questo nostro gruppo. Niente da fare. E le nostre pretese
erano davvero misere. Noi ci riunivamo due volte al mese, ogni 15 giorni,
per un incontro della durata di due ore. Sarebbe bastato che il formatore
ci raggiungesse una volta al mese, e il secondo incontro, di natura non tanto
formativa ma piuttosto spirituale, con un Padre assistente. Quindi lo
spostamento di un formatore si risolveva in un solo giorno di poche ore al mese.
Però, perché dilungarmi in questo
discorso, quando non ci sono orecchie disposte ad ascoltare, e soprattutto perché voler riaprire la stalla dopo aver messo in fuga i buoi? Per quanto mi riguarda, me ne
sono uscita con le corna spezzate, ferita nel più profondo. E non ferita nel
mio amor proprio, che proprio non mi appartiene, ma per la profonda delusione
patita dagli effettivi secolari e dai simpatizzanti ben propensi a camminare
nell’Ordine.
Mi rendo perfettamente conto di aver indossato l'armatura di Dom Quixote de la Mancha, che combatte contro i mulini a vento, ma del resto, cosa pretendere da un Ordine della Provincia Lombarda, che vende e svende i suoi conventi ed eremi, perché oramai anche i frati sono ridotti ad un piccolo manipolo di soldati di Dio?
Danila Oppio
Nessun commento:
Posta un commento