Confesso di essere venuto alla sua conoscenza soltanto leggendo le
Fondazioni della nostra S. Madre Teresa, ma con la superficialità di un novizio
appena sedicenne. Nei quasi due anni di Teologia al Teresianum (64-66) seguii
con interesse alcune conversazioni su di lui da parte del P. Ildefonso Moriones.
Naturalmente gli stimoli aumentarono quando mi procurò una delle prime edizioni
spagnole della “PEREGRINAZIONE DI ANASTASIO”, che lessi tutta d’un fiato. Mi
avvinceva la scorrevolezza dello stile e la molteplicità dei temi affrontati:
si apriva per me uno squarcio di storia teresiana delle origini del tutto
sconosciuto. Una cosa comunque mi sembrava strana: la cortina di silenzio su di
lui calata dalla storiografia ufficiale, benché fosse il confratello
inoppugnabilmente più citato dalla nostra S. Madre Teresa. Com’era possibile
che lei vedesse storto? Mi feci pertanto l’idea che lui fosse il vero
incompreso della nostra storia e che andasse perciò riabilitato. Volli allargare
le mie conoscenze leggendo anche quanto riportato dal P. Silverio nella sua
monumentale storia degli Scalzi: Zelo per la propagazione della Fede, Josefina,
Modo di governare i conventi ed altro. Mi riproponevo di fare qualcosa un
domani, che venne sempre rimandato dallo stringente lavoro parrocchiale e
dall’animazione missionaria nella mia Provincia lombarda. Poi ci fu il ritorno
in Giappone e lì lo studio di quella lingua altamente impegnativa divenne
preponderante.
Si può dire che la brace non si era spenta del tutto, se bastò una
fugace notizia su quanto i nostri confratelli del Nicaragua stavano preparando
in vista del quarto Centenario della sua morte (1614-2014) con inizio delle
celebrazioni nel prossimo settembre 2013. Soltanto che mi trovavo disarmato:
con i tanti trasferimenti effettuati tra Italia e Giappone non sapevo più in
quale scatolone fosse rimasta quell’edizione tascabile della Peregrinazione di
Anastasio. Scrissi telematicamente a quei confratelli di fornirmi del materiale
e così tradussi per loro in italiano un prontuario di semplici preghiere basate
su espressioni del caro confratello. O meglio: ne curai la correzione in lingua
italiana, eliminando tutti gli spagnolismi. Trovai miracolosamente nella
piccola Biblioteca conventuale di Montechiaro la sua riedizione a cura del caro
P. Juan Luìs Astigarraga, che ai miei tempi era organista e direttore del Coro
del Teresianum.
Dalla sua Navarra l’ex Padre Generale mi stimolò a far
conoscere in Italia l’illustre confratello e s’incaricò di farmi pervenire una
copia di quel documentatissimo lavoro, tutta per me. Mi ci buttai dentro a
capofitto e così verso la fine di maggio potevo mettere la parola fine alla
prima stesura di questa traduzione, che però attende un faticoso lavoro di
revisione sotto tanti punti di vista. Nel frattempo però volli curare anche la
messa in scena di alcune pagine di storia del caro Padre mediante la stesura di
schizzi colorati e relative letture poetiche. L’intento era quello di
stuzzicare la curiosità soprattutto dei laici amici del Carmelo. Quando ad un
caro confratello spagnolo chiesi “Quanti secondo te hanno letto l’intera
Peregrinazione di Anastasio in spagnolo?”, sentii questa sconfortante risposta:
“Credo proprio che tu sia uno dei pochi!”.Voglio sperare che si riferisse
soltanto all’Italia... Tra l’altro posso dire di avere studiato lo spagnolo
direttamente sugli scritti del caro Confratello.
In musica ci sono delle Sinfonie ed Opere “incompiute” dall’autore
perché arrivò prima la morte. Voglio augurarmi che non avvenga altrettanto per
me.
P. Nicola Galeno della Madonna del Carmine
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