"Il Vangelo è vita, è liberazione, è il gusto ed il rischio della vita!".Partendo dal concetto di utopia di Eduardo Galeano, don Andrea Gallo ci spiega: "Quando sei convinto che a 300 metri ci sia quello che vuoi raggiungere, li percorri e ti rendi conto che l'utopia è 300 metri più in là. Per questo ti dici: "allora è veramente irrealizzabile". Invece no, perché c'è un aspetto positivo: che si sta camminando, e l'utopia si realizza strada facendo".
Nel portare da oltre cinquant'anni il messaggio di Gesù, sempre sulla strada, sul marciapiede, sempre in mezzo agli ultimi, don Gallo ha messo insieme i suoi personalissimi vangeli. Il primo è il messaggio che tutti, credenti e non credenti, possono cercare la verità costruendo un'unica grande famiglia umana. Il secondo è la Pace, la giustizia verso i più poveri, i senza dignità, non come frutto della carità-elemosina, ma del riscatto storico e della giustizia. Il terzo è appunto l'utopia, perché Gesù è nell'orizzonte della speranza del Regno. Il quarto è la sobrietà, primo passo verso la solidarietà: il quinto, la Costituzione della Repubblica Italiana, che è democratica, laica, antifascista, "e non è un optional, l'antifascismo, per nessun cittadino". L'ultimo, è il "vangelo" lasciatoci da Fabrizio De André ed Ernesto Balducci, i quali ci dicono che "l'unica strada possibile è incatenarsi nella vita dei poveri e degli esclusi, non per essere travolti ed abbassati, ma per vivere insieme al loro la liberazione reale". Con la stessa energia che lo porta a girare di notte per i carrugi di Genova per aiutare chi soffre, con la stessa generosità che lo vede conferenziere in giro per l'Italia, don Gallo consegna alla parola scritta la sua personale utopia, che è poi la stessa del Vangelo: cambiare il nostro quotidiano e, di conseguenza, cambiare il mondo.
Don Andrea Gallo (Genova, 1928) viene ordinato sacerdote nel 1959. Ha fondato e guida la Comunità di San Benedetto al Porto di Genova, offrendo asilo a persone in difficoltà.
Quanto sopra, non l'ho scritto io, si tratta della presentazione in contro-copertina del suo ultimo lavoro librario: "il Vangelo di un utopista". L'ho riportato solo per invogliarvi a leggerlo, ne vale la pena!
Se tutti i sacerdoti fossero tanti don Lorenzo Milani, Primo Mazzolari, Zeno Santini, Oscar Romero, Giovanni Fornasini, tanto per citarne alcuni, il mondo davvero potrebbe cambiare e prendere il volto di Cristo.
Non aggiungo altro, posso solo dire che questo libretto mi è stato regalato da uno dei miei figli, dallo spirito libero che non ama appartenere né alla Chiesa né a qualsivoglia associazione laica.
E' con stupore, quindi, che ho aperto il libro ed ho cominciato a leggerlo, e già dalle prime pagine - conoscevo don Andrea di fama, ma non la sua ideologia - mi sono trovata a condividere ogni sua parola, e ripensando a certi miei articoli che ho pubblicato su questo blog, mi sono meravigliata di come certe miei pensieri collimassero perfettamente con quelli di don Gallo. Nel contempo, mi si è aperta una porta: forse mio figlio ha abbandonato la Chiesa perché non ha mai incontrato don Gallo, altrimenti si sarebbe innamorato di Gesù.
"E tu, allora, che non lo conoscevi affatto, come mai ti sei comunque innamorata di Cristo?".
Rispondo con sincerità: non a tutti arriva lo stesso messaggio nel medesimo modo: c'è chi lo interpreta a modo suo, chi lo rifiuta, perché posto in modo categorico, o il messaggio era troppo debole e non è stato udito dall'anima. Per mia fortuna, ho potuto apprendere la Buona Novella e la reale figura storica, umana e divina di Cristo, attraverso molti strumenti che si sono assemblati in un'orchestra perfettamente accordata. Un Padre spiega bene certi passi evangelici, e mi fa conoscere il Signore attraverso una certa angolatura, un altro Padre, missionario, agisce come Gesù agiva durante la sua vita pubblica: facendo del bene ai meno fortunati; un altro ancora insegna a pregare con l'orazione-dialogo a due, tra l'anima e lo Spirito Santo, e via di seguito. Ognuno suona lo strumento da cui è capace di ricavarne un ottimo suono, ed insieme mi fanno ascoltare l'angelica musica di Dio, che il Figlio ha tradotto sulla Terra. Ma ci sono uomini di Chiesa, che da soli suonano un concerto!!! Del resto io penso che il Signore è libero di elargire i suoi doni a chi meglio crede: come i danari, a chi dà 10, a chi 5, a chi uno solo, ma quello vale più di tutti gli altri messi insieme!!
Non cerco mai la perfezione del prossimo, neanche la pretendo da un sacerdote, guardo invece a quanto di buono c'è nel suo animo, e quanto quel buono lo condivida con i fratelli. Questo solo conta!!
Il resto sono solo inutili bla-bla, che invece di far avvicinare la gente al Signore, rischiano di farla allontanare.
Non posso però non usare la misericordia che Dio mi chiede di avere verso i fratelli, così come Lui l'ha tanto effusa su di me: da tutti i sacerdoti che ho incontrato, o religiosi, ho potuto attingere qualche insegnamento utile per migliorarmi.
Non vi scandalizzate se vedete questo sacerdote con l'eterno sigaro in bocca, e con un cappello molto "laico": lui è così, non si deve mai fermarsi all'apparenza, ma guardare la sostanza!!!
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