I governi spendono un valore enorme in armamenti, centrali nucleari e quant'altro. Gli allevatori ingrassano gli animali da carne con estrogeni o alimenti che contengono proteine (anche per gli erbivori) perché in questo modo possono macellare in breve tempo vitelli e polli e metterli sul mercato. Gli agricoltori usano pesticidi a iosa, affinché la produzione di ortaggi e frutti sia più abbondante, e anche più invitante. E potrei andare avanti all'infinito. Vero è che il pianeta si sta sovrappopolando, e dobbiamo nutrire sempre più i popoli che vi abitano, ma c'è sempre una soluzione ad ogni problema.
Le centrali atomiche potrebbero essere sostituite da fonti di energia rinnovabile, ecologica e soprattutto priva di pericoli: pannelli solari, impianti eolici e, se non disboschiamo per cementificare, si potrebbe tornare alla vecchia e amata legna da ardere.
Eliminando una dieta ricca di proteine della carne, si torni ad allevare con intelligenza, senza forzature, farebbe molto meglio alla salute!
Non è necessario appagare i nostri occhi con frutta e verdura sempre più grossa, esteticamente perfetta, solo perché invoglia i nostri appetiti. Anche una mela piccola, non perfettamente rotonda e colorata, ha un sapore gradevole al palato, e un giusto apporto di vitamine! E con la coltivazione biologica, evitiamo di ingerire antiparassitari, concimi chimici e quant'altro piuttosto nocivo.
Ci sono centri di ricerca che chiedono aiuti ai singoli, attraverso campagne di raccolta fondi. Questi finanziamenti spettano ai governi che, anziché sostenere fabbriche di guerra, potrebbero incrementare la ricerca per combattere il cancro e malattie cardiache o virali.
Mi direte che sono discorsi ovvi, che forse non soddisfano i fabbisogni di tutta l'umanità, ma io sono persuasa che se si puntasse nella direzione suggerita qui sopra, si otterrebbe un buon risultato.
Gli indiani d'america avevano ragione nel considerare la terra una Madre generosa, da rispettare. Gli Amish non hanno mai accettato il progresso, inteso come lo intendiamo noi. vivono ancora in modo primitivo, senza auto e luce elettrica, praticando agricoltura biologica.
Sia chiaro, li cito solo per le loro scelte di vita, non per quelle ideologiche o di religione. Però è un bel modo di vivere, un modo il più possibile naturale. Ovviamente c'è sempre il rovescio della medaglia, perché non accettando il progresso, non accettano le cure mediche moderne, che invece io sostengo.
Per questo insisto col dire che la ricerca medica è importante. E lo dico proprio a quelle persone che predicano il libero pensiero, non soggetto a religioni di alcun tipo. Lo dico a quelli che sostengono che la scienza è l'unica via per dare risposte concrete all'uomo, e che Dio non c'entra nulla con quanto avviene nell'universo. Ebbene, se l'uomo fosse padrone assoluto della propria esistenza, e non dovesse ringraziare un Creatore per avergliela donata, con tutto il contesto che gli sta attorno (terra, sole, acqua,aria, vegetazione, ecc.), perché mai è portato a distruggere, piuttosto che a creare? Perché, se è così intelligente e capace, non ha ancora trovato la cura per il cancro o per l'hiv e aids? Forse perché non interessa? O perché indirizza le proprie risorse economiche verso altri speculazioni? Perché, se è così onnipotente e autonomo, non ha capito che il nostro Pianeta non va sfruttato e colpito a morte? Perché non pensa ai suoi successori, lasciando loro una Terra vivibile? Se l'uomo fosse Dio, vorrebbe solo il bene su questo mondo, invece fa di tutto per distruggere ogni cosa. Ma l'uomo non pensa per tutti, come invece Dio fa, pensa solo per il proprio tornaconto, per sé stesso! Quelli che vengono dopo, si arrangino! Quelli che mi stanno attorno, si arrangino! Quando ho fatto il bene mio, ho risolto ogni cosa! Ma Dio non pensa per uno, vede tutto nella sua interezza.
Quando cade una goccia su una foglia trema tutto il ramo.
Cosa significa? Che ogni nostra azione si ripercuote sull'intero universo. Tutto è concomitante, collegato, incatenato. Quindi ognuno di noi, prima di agire e prendere decisioni per sé, deve pensare se quell'azione o quella decisione possa danneggiare un altro essere umano, o il sistema ecologico che ci circonda.
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