AFORISMA

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(Rita Levi Montalcini)

Nostra Signora del Carmelo

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mercoledì 28 luglio 2021

LA STELLA GIALLA DELLA DITTATURA SANITARIA di RENATA RUSCA ZARGAR


La stella gialla della dittatura sanitaria

In questi giorni mi stanno arrivando alcuni messaggi e persino dei filmatini che inneggiano alla “Libertà”, spingono a “respirare aria fresca, uscire, ballare”. unendo agli slogan foto di catene spezzate e di fili spinati a noi ben noti. 

Non solo. Mi si chiede se il prossimo DPCM imporrà un triangolo o una stella gialla per la sicurezza collettiva. Mi si avvisa, inoltre, che i nazisti non hanno iniziato dai campi di sterminio ma dalle restrizioni di alcune libertà.

Purtroppo, queste persone che si sono prese la fatica di insegnarmi la Storia del secolo scorso, hanno, però, la memoria cortissima. 

Non ricordano l’ultimo anno e mezzo della nostra vita.

Solo nel 2020, si sono registrati, in Italia, 100000 morti in più dell’anno precedente (ISTAT). Inoltre, si è trattato di persone decedute da sole, con un tubo in gola, senza un parente a stringergli la mano per accompagnare il passaggio. Un orrore per sé stesse e per chi le amava e non potrà mai farsene una ragione. Abbiamo, poi, già dimenticato i camion che portavano via file interminabili di bare perché non c’era più spazio nei cimiteri? Peggio delle Guerre Mondiali. 

Io penso, però, anche a quelle persone che non sono state ricoverate in ospedale perché non c’era più spazio neppure là: terapie intensive, reparti, Pronto Soccorso, assediati dagli infermi.  

Mi sono chiesta molte volte se, ipoteticamente, ci fossimo ammalati io e mio marito e avessero potuto (come è successo ad altri) portare in terapia intensiva uno solo di noi, chi avrebbero scelto: me o lui? 

Un interrogativo devastante.

Per questo, io non ho dimenticato e credo che dobbiamo grande rispetto agli esseri umani che hanno sofferto così tanto.

Libertà! Tutti vogliamo essere liberi, soprattutto dalla malattia e dalla morte perché, dopo, non ce ne faremmo più nulla della libertà.

Mi viene citata, quindi, la “dittatura sanitaria”!

Nel mondo, nei paesi che ironicamente chiamiamo in via di sviluppo, cioè poveri, non esiste la Sanità Pubblica. Praticamente, tutte le persone sono liberissime di ammalarsi e di morire senza potersi curare se non sono ricchi. 

Io credo che se si offrisse loro la nostra “dittatura sanitaria” e la nostra lunga aspettativa di vita, sarebbero ben contenti di fare cambio con noi. Penso all’India, ad esempio, all’Africa, dove, spesso, gli ospedali pubblici sono strutture in cui noi non andremmo neppure a toglierci un callo e le medicine sono pure a pagamento.

È vero, però, che certi popoli sono meno colpiti da questo virus che è talmente subdolo e orrendo che uccide chi non è più giovane o ha delle patologie (che, normalmente, qui siamo in grado di curare) e, per altri, invece, si presenta asintomatico o paucisintomatico.

Quando sono andata in Togo, con l’Associazione di volontariato “Savona nel cuore dell’Africa”, eravamo alloggiati in un ostello nella brughiera (non un comodo resort), e siamo stati, poi, anche due giorni e una notte in un villaggio dove non c’era acqua né elettricità. Parlando con il figlio del capo villaggio, egli ci aveva spiegato che loro hanno grande rispetto per gli anziani. Abbiamo chiesto, allora, di conoscerne uno e siamo stati condotti a una tomba perché nel villaggio non c’erano anziani (che poi, magari, per loro, come un tempo da noi, anziano significa cinquant’anni o anche meno). 

Ovvio che il Covid colpisca poco e, poi, da quelle parti, quando muore una persona, chi gli farebbe mai un tampone?

Io sostengo che tutti i Paesi, invece di spendere nelle armi, dovrebbero avere la sanità pubblica ma, per ora, non è così.

Dunque, io provo pietà e dolore per chi non si può curare e non penso affatto che sia più libero di me, anzi!!!

Infine, nominare i Campi di concentramento e di sterminio per non fare un vaccino (quando i nostri figli li fanno appena nati, - per fortuna- e anche noi ci siamo salvati da poliomielite, vaiolo, difterite e molto altro), mi sembra una vergogna.

Oppure indossare la stella gialla per non avere un Green Pass perché lede la privacy, cioè tutti sapranno che abbiamo fatto un vaccino, è un’offesa alla Memoria della Shoah.

Mio padre, durante la Seconda Guerra Mondiale è dovuto rimanere nascosto per non essere mandato in campo di concentramento oppure arruolato nelle milizie fasciste. Tanti Italiani sono stati, invece, deportati e tanti sterminati.

Lo sterminio, la stella gialla, il triangolo, sono soggetti che non dovrebbero essere ridicolizzati per qualche proprio fine. Rappresentano milioni di morti.

Tra l’altro, ho notato che, negli assembramenti di protesta, spiccano gruppi e partiti che mai hanno rinnegato la dittatura fascista e mai hanno dichiarato il male che ha fatto a noi e al nostro Paese tale dittatura assassina.

Sono loro che ci renderanno liberi?

Infine, le Big Pharma guadagnano troppo.

È vero.

Il vaccino deve essere libero per tutti. Chi l’ha scoperto ha diritto di essere ampiamente ricompensato ma non deve avere un extra-guadagno. 

Esiste per questo una Petizione da firmare affinché il vaccino sia un bene della società tutta, in tutti i paesi

Petizione · Presidenza del consiglio dei ministri, Governo Italiano: Vaccino Bene Comune · Change.org (in caso, sempre su Change.org, ce ne sono anche altre).

Poi, si può scendere in strada, non per “spezzare le catene” della nostra ricca società, ma per spezzare quelle di chi non ha nulla: i bambini in Africa che non possono essere vaccinati perché le famiglie non hanno denaro, che muoiono di morbillo, di fame e di malaria. Possiamo manifestare contro la mancata speranza di vita delle donne che partoriscono ancora in terra a fianco della loro capanna o contro di noi che portiamo via le ricchezze ai Paesi che abbiamo reso poveri rendendo queste mostruosità possibili.

Per queste cose, sì, sarebbe sacrosanto manifestare e spezzare le catene della nostra crudeltà.

Renata Rusca Zargar


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