Colgo l'occasione di questi giorni in cui si ricordano i defunti, per pubblicare una poesia dell'amico poeta, letterato e critico letterario ROBERTO VITTORIO DI PIETRO.
La sua innata ironia, risalta in maniera chiara in questa sua composizione poetica che ho tratto dalla sua nuovissima silloge ORFEO, ORA PUOI...poiché madama morte (o la Livella, secondo Totò) non guarda in faccia nessuno, a qualunque religione appartenga.
LA GRANDE IMPUNITA
È venerdì - e guardatela! Le importa?
Si beffa delle nenie del muezzino.
Lei mangia anche di giorno al Ramadàn.
"È sabato! Jaràbbi, presto! Fermala!
Miete... affastella..." - E... che? D'inverno il grano
non cresce mai, neppure in Terra Santa.
Domenica è! Oh vergogna: sull'altare
corteggia un chierichetto! E lui che intona
il Kyrie, celebrando il Suo riposo.
Né a nord, né a sud, né a oriente, né a occidente,
legge non teme, lei . Lei non si cura
di Allàh, di Gèova, Schiva, Manitù...
E un buon castigo? "A quella?! Uhhh... - il volgo dice -
finché s'è vivi noi, manco a morire!"
s'intende (hhm, pare...) con Domineddio.
Squisitamente alta e beffarda
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