Conosci il tuo Gesù?
1 – INTRODUZIONE
Chi conosce Gesù?
I
giornali, la cultura laica, si occupano delle istituzioni (Vaticano, interventi
del Papa, vescovi...) che poggiano sulla fede, ma essi ignorano proprio la…
fede! La cultura dei credenti, da parte sua, sembra preferire le variazioni
ascetiche, le meditazioni su Gesù, i libri di devozione, ma così, spesso, non
ne affronta il formidabile problema storico. «Che sia proprio il Cristo, all'interno e all'esterno della
cristianità, lo sconosciuto che fa del cristianesimo stesso un “noto
sconosciuto”?», si chiese Hans Kung.
Sembra
che nessuno si occupi del problema di Gesù. Ma non è vero.
«In
realtà, da molti secoli il dibattito su Gesù ha prodotto e produce migliaia di
volumi. Nel solo secolo scorso, a lui sono
stati dedicati circa 62 mila volumi. Ma è stata “riserva di caccia” –
gelosamente sorve-gliata – di specialisti che si sono affrontati confutandosi a
vicenda in un'interminabile disputa fra dotti.
“Campo
riservato”: così molti ignorano che a proposito di Gesù tutte le ipotesi sono
state fatte, tutte le obiezioni confutate, ribadite, ri-confutate
all'infinito....
E la
conseguenza è che “il grande pubblico ne ha tratto la convinzione che il
problema di Gesù sia questione di sapienti e teologi, di sopra della sua
competenza. La difficoltà di crearsi un'opinione perso-nale ha fatto sì che
ciascuno distogliesse il pensiero dal problema: – L'incredulo per conservare il
suo dubbio sulla storicità del Gesù dei vangeli.– Il credente per “vivere di
fede”.
Il silenzio è tornato quindi a regnare su
questo problema fondamentale» (Jean Guitton).
FOTO
di GESù
è
sempre stato un sogno di tutti quello di avere delle fotografie di Gesù, delle
registrazioni delle sue parole, con la sottintesa convinzione che, in tal modo, lo potremmo conoscere veramente.
Ma noi possedia-mo soltanto alcuni testi
composti dai suoi discepoli, che sono come delle “pitture” o dei “mosaici” su
di lui.
Per quanto possa apparire strano, questo fatto,
invece di essere un limite, è un vantaggio,
perché se non aves-simo che delle fotografie di Gesù, la nostra conoscenza di
lui sarebbe vera, ma certamente assai limitata.
Facciamo
un esempio:
Supponiamo che io veda in casa vostra una fotografia
che ritrae un uomo che guarda una donna. è
una fo-to: dunque so che quell'attimo è accaduto veramente (salvo che non vi
siano stati fotomontaggi...): ma che cosa posso dire di più? Nulla! Ma voi
intervenite a spiegarmela: «è la foto del fidanzamento di Guy. Guarda che faccia
gli è venuta in questa foto! ...». Mentre voi parlate, la foto si anima: in quei visi
scopro una vita di attese, di speranze: l'immagino in quel giorno ... Tutto ciò
accade perché voi siete stati testimoni della loro gioia e, come testimoni,
mi spiegate la foto. Da sola, essa non poteva dirmi nulla di loro. Grazie alla
vostra testimonianza, i due volti diventano presenti e posso amarli.
Con i Vangeli abbiamo proprio questa fortuna.
Crediamo di trovarvi delle fotografie di Gesù e invece abbia-mo molto di più:
coloro che lo hanno conosciuto, i suoi discepoli, ci hanno come scoperto a poco
a poco, e ci dicono chi erano: il suo mistero, il cambiamento che egli ha
prodotto nelle loro vite. Un “reportage” in diretta su Gesù, invece, non ci
direbbe molte cose su di lui e ne presenterebbe soltanto gli aspetti esteriori.
La
testimonianza dei discepoli, invece, ce lo mostra dall'interno.
•• «Sì, ... ma se avessimo una registrazione
delle sue parole, sapremmo esattamente ciò che egli ha vo-luto dire!...». Ne
siamo proprio certi? è capitato a
tutti di fare quest'esperienza: un amico ci dice una frase che noi
registriamo meccanicamente, senza troppa attenzione. Soltanto dopo alcuni mesi
esclamiamo: “Ah! Ecco ciò che m'intendeva dire...!”. E se ora voi riportate la
frase in questione, non vi preoccupate troppo di riprodurla esattamente come fu pronunciata, ma cercate, piuttosto, di
ripeterla interpretandola, sottolineando “ciò che lui voleva dire”; quel
“voleva dire” che avete scoperto molto tempo dopo. La frase che oggi ripetete
non sarà forse esatta, ma sarà certamente vera, perché esprimerà ciò che
realmente intendeva esprimere.
Anche questo è un vantaggio che ci offrono i
Vangeli. Essi non sono stati scritti nel mezzo degli avveni-menti, riportando
parole dal senso enigmatico. Sono la testimonianza dei discepoli che, dopo
alcuni anni, ci dicono ciò che essi hanno compreso del mistero di Gesù,
secondo quanto la loro vita ha permesso di scoprirvi di significato.
Mosaici
– In altre parole, non abbiamo delle foto di Gesù, ma dei dipinti
o dei mosaici. Abbiamo le parole e gli atti di Gesù interpretati
da testimoni autentici.
E la vita di Gesù rimane aperta. Se Egli ci avesse lasciato un insieme di regole,
di frasi dettate, non avremmo dovuto fare altro che riprodurle; saremmo stati
condannati alla ripetizione. Ma poiché i discepoli hanno com-preso Gesù alla
luce della loro vita, ciò significa che la vita delle nostre comunità, oggi,
resta il luogo a partire dal quale possiamo meglio comprendere Gesù. A
condizione, tuttavia, di rispettare queste testimonianze.
Se
avessimo quattro mosaici che rappresentano in modo diverso la stessa scena, non
ci verrebbe mai in mente di dire: «Questi mosaici sono talmente belli che
nulla di essi deve andare perduto; li demolirò e, a partire da questo enorme
mucchio di sassolini, farò un solo mosaico che li raccolga tutti e quattro ...». Ne verrebbe fuori una mostruosità!
I
quattro Vangeli sono diversi fra loro; bisogna dunque studiare ciascuno per
quello che è, rinunciando a sognare di
demolirli per poter costruire una presunta vita di Gesù, ovvero i “quattro
Vangeli in uno solo”. Se li si compara, è per meglio osservare i
particolari e le accentuazioni proprie di ciascuno di essi, per meglio scoprire
i tratti del volto di Gesù che hanno impressionato questo o quell'Evangelista.
Sovrapposizioni
in trasparenza – Quando si deve
presentare uno schema complicato [un disegno industri-ale, l'anatomia del corpo
umano...] si usa talvolta il procedimento delle sovrapposizioni in
trasparenza. Su un primo disegno di base (lo scheletro umano, per esempio)
si sovrappongono altri disegni, fatti sulla medesima scala, su carta
trasparente (sistema muscolare, sistema nervoso ...); ogni disegno può dunque
essere guardato separatamente, ma si può anche guardare l'insieme.
In qualche modo succede lo stesso per i Vangeli.
Sul volto di Gesù di Nazareth, di cui hanno conservato il ricordo, i
discepoli sovrappongono i tratti del Risorto che hanno iniziato a
scoprire dopo Pasqua: il volto glorioso del Signore vivente nelle loro
comunità.
Quando
si leggono i Vangeli in modo un po' troppo ingenuo, tutto appare chiaro: Gesù
si presenta “Figlio di Dio”; il centurione, Pietro, lo proclamano; ci si
meraviglia che i Giudei non lo abbiano rico-nosciuto ... Tutto è chiaro per
noi, perché guardiamo i disegni nell'insieme!
Ma per i
suoi contemporanei, Gesù fu soprattutto un problema e un appello.
è necessaria la fede, la luce
della Pasqua, l'illuminazione dello Spirito, per percepire qualcosa del suo
mistero. Chi non tiene – o non ha tenuto conto di questo – si è costruito
un volto di Gesù parziale, o del tutto falsato.
•• TESTI non-cristiani su GESù
Conosciamo Gesù dai Vangeli. I testi profani che ce ne
parlano sono pochi. In ciò non c'è nulla che debba meravigliarci: allora non
c'erano giornalisti e “reporters”, e la morte di un ebreo in un angolo oscuro
dell'impero non era cosa che potesse far notizia. Gli scrittori profani,
iniziano ad interessarsi di Gesù soltanto quando il movimento da Lui suscitato
assume una certa ampiezza e rischia di porre in pericolo l'impero stesso.
* Ecco
i testi principali:
• Nel 112 d.
C: Plinio il Giovane,
proconsole dell'Asia Minore, scrive all'imperatore Traiano suo amico, per
esporgli il proprio comportamento verso i cristiani che stanno moltiplicandosi
a tal punto da svuotare i templi pagani: egli non li ricerca, ma quando sono
denunciati, il punisce a morte se persistono nella loro fede:
«Certi assicurano
che avevano smesso di essere cristiani. Essi affermano che la loro colpa e il
loro errore si erano limitati a riunirsi abitualmente in un giorno fissato,
prima del levar del sole, per cantare insieme, alternativamente, un inno a
Cristo come a un dio, e ad impegnarsi con giuramento non a commettere questo o
quel crimine, bensì a non commettere né ruberia, né brigantaggio, né adulterio,
a non mancare alla parola data, a non negare un deposito quando viene
reclamato. Essi, inoltre, avevano il costume di separarsi e poi riunirsi di
nuovo a prendere cibo, ma un cibo del tutto ordinario e innocente... Molti di
ogni età, ceto sociale e di ambo i sessi, corrono e correranno ancora tale
pericolo. Non soltanto per le città, ma anche nei villaggi e nelle campagne si
è ampiamente diffuso il contagio di questa superstizione, che si può ancora
arrestare e correggere. Non ho trovato altro che una superstizione assurda...».
• Verso il
115, lo storico romano Tacito nei suoi Annali –
la storia di Roma degli anni
14-68 d.C., – utiliz-zando fra l'altro le “Storie” di Plinio il Vecchio, un
testimone oculare della caduta di Gerusalemme, descrive le persecuzioni di
Nerone contro i cristiani, dopo l'incendio di Roma del 64.
«Nerone, volendo far tacere questa diceria [di essere l'autore dell'incendio], diede la
colpa ad altri e punì con raffinati supplizi coloro che la gente chiamava
“cristiani” e che, a causa delle loro
scelleratezze, erano odiati da tutti. Questo nome deriva loro da “Cristo” che,
sotto il principato di Tiberio, il procuratore Ponzio Pilato aveva consegnato
al supplizio. Momentaneamente repressa, questa detestabile superstizione appariva
di nuovo, non soltanto in Giudea, dove il male era sorto, ma anche a Roma, dove
affluisce tutto ciò che c'è di più squallido e vergognoso nel mondo e vi trova
numerosa clientela...».
• In qualità di segretario privato sotto l'imperatore
Traiano (98-117) e poi Adriano (117-138), Svetonio aveva libero
accesso agli archivi imperiali. Verso il 120 egli compose una biografia dei 12
Cesari. In quella di Claudio (41-54 d.C.) scrive che questi: «espulse da
Roma i giudei, che s'agitavano in continuazione sotto l'impulso di “Chresto”». [Cristiani e giudei sono dunque confusi e
Cristo viene preso per un agitatore presente fra loro. Si può accostare questo
testo ad Atti 18,2.]
Nella
sua Vita di Nerone, troviamo un altra breve allusione:
«Si
consegnarono al supplizio i cristiani, gente dedita ad una superstizione
nuova e dannosa».
• Flavio
Giuseppe è uno storico ebreo che si era battuto prima contro i romani,
ma poi era passato al loro servizio. Morì a Roma verso il 98, dopo aver scritto
diverse opere per presentare il giudaismo ai romani. In un passo delle
“Antichità giudaiche” parla di Gesù. Il testo ci è pervenuto sotto forme
differenti e chiaramente mani cristiane han-no modificato il testo originale.
Le versione che qui diamo ha qualche possibilità di essere più antiche delle
altre; la si trova nella “Storia universale”, composta in arabo nel X secolo da
Agapios, vescovo di Ierapoli.
«In quell'epoca ci fu un uomo
sapiente, chiamato Gesù, il cui comportamento era buono; le sue virtù furono
riconosciute. Molti giudei e gente di altre nazioni divennero suoi discepoli.
Pilato lo condannò a essere crocifisso ed a morire. Ma coloro che erano
diventati suoi discepoli predicarono la sua dottrina. Essi raccontarono che
egli era apparso loro tre giorni dopo la sua crocifissione ed era vivo.
Forse era il messia del quale i profeti
avevano annunciato i prodigi».
Sinteticamente, gli
autori pagani ci propongono queste notizie essenziali su Gesù Cristo e sui
cristiani:
- Il nome dei cristiani risale a Cristo.
- Cristo è vissuto in Palestina.
- Cristo fu condannato a morte, sotto Tiberio, dal
procuratore Ponzio Pilato.
- Cristo fu crocifisso.
- I cristiani sono diffusi non soltanto a Roma, ma anche
nel suo impero.
- I cristiani sono
nettamente distinti dagli ebrei: costituiscono un gruppo a parte.
- I
cristiani si radunano in giorni stabiliti.
SENTENZE
SU DIO E GESù
* – O Dio esiste
o Dio non esiste. Per quale di queste due ipotesi scommettete?
– Per nessuna
delle due. La risposta giusta è non scommettere affatto.
– Vi sbagliate. Puntare è necessario, non è affatto facoltativo. Anche
voi siete incastrato. Pascal
* «Apprendano almeno
qual'è la fede che rifiutano, prima di rifiutarla. Se questa religione si
vantasse d'avere una chiara visione di Dio e di possederla scopertamente
e senza veli, sarebbe effettivamente un modo di com batterla il dire che non
si vede niente nel mondo che ce la mostri con evidenza. Ma il
cristianesimo dice il contrario: che
gli uomini sono nelle tenebre e nella forzata lontananza da Dio, che Egli è
nascosto alla loro co noscenza; che è proprio questo il nome che Egli si dà
nelle Scritture: Dio nascosto, Deus absconditus...» Pasc
* «E cominciando da Mosè e da tutti i Profeti (Gesù)
spiegava loro in tutte le Scritture quanto lo riguardava (Luca 24, 25-27). Riconosciamo che, purtroppo, le pagine profetiche
della Rivelazione sono spesso trascurate dalle chiese, divenendo in tal modo il
pane quotidiano di sètte più o meno cristiane». Ermanno Rostan
* «Mi è stato più
utile il lungo dubbio di Tommaso, che
la fede immediata della Maddalena». S. Gregorio M.
* «Quando si tratta di fatti, di storia, di esistenza e
di testimonianze, i postulati che abusivamente sono definiti
"scientifici" valgono quanto i postulati teologici. Bisogna
respingere gli uni e gli altri, non perché siano "scientifici" o
"teologici", ma perché sono dei postulati, cioè delle
convinzioni aprioristiche. Non si metteranno mai abbastanza in guardia le
intelligenze dall'uso truffaldino della parola “scienza” e dei suoi derivati,
così come è stato praticato oltraggiosamente a partire dal XVIII secolo. Non
c'è oscurantismo, fanatismo, truffa o semplicemente idiozia (dal rimedio contro
i calli al razzismo nazista) che non abbia sventolato in qualche modo la
bandiera della “scienza”». R.L. Bruckberger
* «Gli storici
del Tremila, venuti in possesso di una breve biografia di Napoleone, salvata
per caso dalla cata-strofe atomica, se seguiranno lo stesso metodo usato per
Gesù, dimostreranno che l'epopea napoleonica non è altro che un mito. Una
leggenda, nella quale gli uomini del lontano XIX secolo hanno incarnato l'idea
preesistente di "Grande Condottiero". La spedizione nel deserto e tra
le nevi, la nascita e la morte in un'isola, il nome stesso, il tradimento, la
caduta, la resurrezione, la ricaduta definitiva sotto i colpi dell'invidia e
della reazione, l'esilio in mezzo all'oceano. Da tutto questo appare evidente
che Napoleone non è mai esistito. Si tratta del mito eterno dell'Imperatore;
forse è l'idea stessa della Francia, cui qualche oscuro gruppo d'invasati da
fede patriottica ha fornito nome, esistenza, imprese fittizi all'inizio
dell'Ottocento" – diranno infiniti esperti: i successori, cioè, di quegli
studiosi che applicano questo metodo al problema di Gesù di Nazareth». J.Guitton
• «La continua e violenta polemica anti-ecclesiastica
che percorre i secoli dell'età moderna, si è sempre arrestata e ha taciuto
riverente al ricordo della persona di Gesù, sentendo che l'offesa a lui sarebbe
stata offesa a se medesima, alle ragioni del suo ideale, al cuore del suo
cuore. A differenza di qualsiasi fatto o personaggio glorioso della storia e
della poesia, attorno alla figura di Gesù nessuno ha mai osato celiare». Benedetto Croce
*********************
A – non è più vero niente?
Discutendo con un
frate sono sentito dire:
·
che, nella Bibbia, molti libri sono romanzi
come I Promessi Sposi;
·
che nel Vangelo, gli indemoniati sono solo
“epilettici", ecc.;
·
che le apparizioni di Gesù, della Madonna e
dei Santi sono... un'altra cosa;
1° domanda: «Nella Bibbia molti libri sono
romanzi come I Promessi Sposi?». Rispondo
distinguendo:
a) dal punto di vista
dei “generi letterari” la cosa è possibile anche nella Bibbia, nell'AT e nel
NT.
b) ma
dobbiamo prima dimostrare che si tratta di quel genere letterario
(cosa non sempre facile).
Tuttavia
anche dopo aver dimostrato che si tratta di quel genere letterario, resta
sempre vero che il contenuto, cioè la verità annunciata è
ispirata, com’è ispirata tutta la Bibbia in vista della Salvezza dell'uomo e
del Regno di Dio. Perciò anche se quel libro “storicamente” non farà testo [come
il libro di Giobbe, o di Tobia o di Ester, di Giuditta, di Rut, ecc.) non
cesserà di fare testo dal punto di vista del messaggio spirituale e
teologico. Tuttavia stiamo tranquilli che nessuno ci proibirà di ritenere
storiche per sé anche quelle cose, basta che sappia qual’è stato il
cammino fatto dalla esegesi e dagli studi biblici, e che esistono diverse
interpretazioni accettate od avallate anche dai magistero.
2° domanda:
nel Vangelo gli indemoniati sono solo “epilettici" ecc.
(= isterici, psicastenici,...).
Anche qui per rispondere
bisogna distinguere:
a)
che allora fosse possibile – come anche oggi –
confondere le cose, è certamente vero; che i termini usati per indicare i
fenomeni fossero ambigui è anche possibile;
b)
ma che tutti
gli esorcismi di Gesù o che tutte le liberazioni d’indemoniati operate da Gesù
si debbano soltanto ritenere guarigioni di epilettici e simili, questo è
da dimostrarsi. [Tuttavia sarebbero sempre grandi cose]. [Il caso
dell'indemoniato di Gerasa è certamente quello più misterioso]. Con tutto
questo, però, non possiamo privare il Vangelo d’una serissima componente
storica... soltanto per il fatto che contiene alcune cose non facilmente
spiegabili e comprensibili.
3° domanda: le apparizioni di Gesù, della
Madonna, dei Santi sono... un'altra cosa!
Risposta: è importante distinguere.
a)
Le apparizioni
di Gesù Risorto dopo la Pasqua per quei famosi 40 giorni di cui ci parla Luca,
sono da ritenersi fisiche, con relativa visione oculare. In
questo modo gli apostoli sono testimoni oculari del Cristo Risorto. A questa
categoria molti autori fanno risalire anche la visione di s. Paolo sulla via di
Damasco; visione cui è legata la sua strepitosa conversione e tutto il suo zelo
apostolico. Paolo è così un vero testimone del Cristo Risorto e quindi un
apostolo a tutti i diritti.
b)
Tutte le
altre apparizioni di Gesù, di Maria SS. o di Santi, sono piuttosto da ritenersi
visioni immaginarie o simili. Si tratta qui di fenomeni mistici. Con
questo non si vuol affermare che non siano reali. Non si tratta di semplici
immaginazioni o autosuggestioni; ma la visione non comporta necessariamente
la presenza fisica e locale dell'oggetto contemplato. Il veggente quindi
non raggiunge l'oggetto attraverso i suoi sensi esterni (ad esempio, la vista),
ma soltanto attraverso i sensi interni (ad esempio, quella immaginativa). Il
valore di queste cose le può decidere soltanto l'autorità suprema della Chiesa;
ma di fatto non lo fa, perché è difficile, e non è affatto necessario per la
nostra salvezza.
4° domanda: Dio
è morto per i nostri peccati, quindi sa bene che noi siamo fragili e ci perdona
sempre. La mia risposta, fondata sul Vangelo è: ... se noi ne siamo
pentiti e chiediamo perdono, decisi a cambiare vita.
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