Da vatican insider-
La Stampa
La sorpresa: un
Anno Santo straordinario che inizierà l'8 dicembre 2015 e durerà fino al 20
novembre 2016, festa di Cristo Re. Verrà aperta la Porta Santa
ANDREA
TORNIELLI
CITTÀ DEL VATICANO
«Il messaggio di Gesù è la misericordia. Per me, lo
dico umilmente, è il messaggio più forte del Signore», aveva detto nell'omelia
a braccio nella chiesa parrocchiale di sant'Anna in Vaticano, quattro giorni
dopo essere diventato Papa. «Io credo che questo sia il tempo della
misericordia», ha detto nella conferenza stampa sul volo di ritorno dal suo
primo viaggio internazionale in Brasile, il 29 luglio 2013. «La misericordia
non è solo un atteggiamento pastorale, ma è la stessa sostanza del Vangelo», ha
scritto in una lettera inviata lunedì scorso all'Università cattolica
argentina. Il tema della misericordia è stato centrale in questi primi due anni
di pontificato e oggi, nel secondo anniversario della sua elezione, Francesco
ha annunciato l'indizione di un Anno Santo della Misericordia. È stato il Papa
stesso a comunicarlo, durante la liturgia penitenziale che ha presieduto nella
basilica di San Pietro confessando alcuni fedeli. Questo Giubileo straordinario
inizierà il prossimo 8 dicembre, nel cinquantesimo anniversario della chiusura
del Concilio Ecumenico Vaticano II e durerà fino alla festa di Cristo Re, il 20
novembre 2016.
Ecco le parole con cui Francesco ha annunciato
l'Anno Santo: «Cari fratelli e sorelle, ho pensato spesso a come la Chiesa
possa rendere più evidente la sua missione di essere testimone della
misericordia. È un cammino che inizia con una conversione spirituale. Per
questo ho deciso di indire un Giubileo straordinario che abbia al suo centro la
misericordia di Dio. Sarà un Anno Santo della Misericordia. Lo vogliamo vivere
alla luce della parola del Signore: “Siate misericordiosi come il Padre”.
Questo Anno Santo inizierà nella prossima solennità dell’Immacolata concezione
e si concluderà il 20 novembre del 2016, domenica di Nostro Signore Gesù Cristo
Re dell’universo e volto vivo della misericordia del Padre».
«Affido l’organizzazione di questo Giubileo - ha
aggiunto il Papa - al Pontificio Consiglio per la promozione della Nuova
Evangelizzazione, perché possa animarlo come una nuova tappa del cammino della
Chiesa nella sua missione di portare a ogni persona il Vangelo della
misericordia. Sono convinto che tutta la Chiesa potrà trovare in questo
Giubileo la gioia per riscoprire e rendere feconda la misericordia di Dio, con
la quale tutti siamo chiamati a dare consolazione a ogni uomo e ogni donna del
nostro tempo».
Sul volo di ritorno da Rio de Janeiro, nel luglio
2013, Francesco rispondendo alla domanda di un giornalista aveva detto: «Io
credo che questo sia il tempo della misericordia. Questo cambio di epoca, anche
tanti problemi della Chiesa – come una testimonianza di alcuni preti non buona,
anche problemi di corruzione nella Chiesa – anche il problema del clericalismo,
per fare un esempio, ha lasciato tanti feriti, tanti feriti. E la Chiesa è
madre: deve andare a curare i feriti, con misericordia. Se il Signore non si
stanca di perdonare, noi non abbiamo altra scelta che questa: prima di tutto,
curare i feriti... È mamma, la Chiesa, e deve andare su questa strada
della misericordia. E trovare una misericordia per tutti. Io penso, quando il
Figliol prodigo è tornato a casa, il papà non gli ha detto: “Ma, tu, senti:
accomodati. Cosa hai fatto con i soldi?”. No: ha fatto festa! Poi, forse,
quando il figlio ha voluto parlare, ha parlato. Ma la Chiesa deve fare così.
Quando c’è qualcuno… ma, non solo aspettarli: andare a cercarli! Questa è la
misericordia. E io credo che questo sia un kairós: questo tempo è un kairós di misericordia.
Ma questa prima intuizione l’ha avuta Giovanni Paolo II, quando ha incominciato
con Faustina Kowalska, la Divina Misericordia… lui aveva intuito che era una
necessità di questo tempo».
Il kairós, secondo la tradizione biblica, è la
circostanza conveniente, il tempo opportuno per un'iniziativa di Dio da
cogliere nel presente. Con l'annuncio di oggi Francesco vuole favorire la
riscoperta del sacramento della penitenza e della riconciliazione, e ricordare
che «Dio mai si stanca di perdonare, siamo noi che ci stanchiamo di chiedergli
perdono». La bolla di indizione sarà resa nota il mese prossimo, nella Domenica
della Divina Misericordia (12 aprile) istituita da Giovanni Paolo II. Questo
nuovo Anno Santo non rientra dunque in quelli «ordinari» celebrati ogni 25 anni
(l'ultimo fu il grande Giubileo del 2000) ma s'innesta sulla scia di quelli
«straordinari», che la Chiesa indice in momenti particolari. Tra questi va
inserito quello indetto nel 1983 da Papa Wojtyla per celebrare i 1950 anni
dalla redenzione operata da Gesù sulla croce nell'anno 33.
«La strada della Chiesa - aveva detto il Papa
nell'importante omelia dello scorso 15 febbraio davanti ai nuovi (e vecchi)
cardinali - è quella di non condannare eternamente nessuno; di effondere la
misericordia di Dio a tutte le persone che la chiedono con cuore sincero; la
strada della Chiesa è proprio quella di uscire dal proprio recinto per andare a
cercare i lontani nelle “periferie” dell’esistenza; quella di adottare
integralmente la logica di Dio; di seguire il Maestro che disse: “Non sono i
sani che hanno bisogno del medico, ma i malati; io non sono venuto a chiamare i
giusti, ma i peccatori perché si convertano”».
Particolarmente significativa, per comprendere lo
sguardo del Papa su questo tema, è l'omelia che ha pronunciato questo
pomeriggio in San Pietro e che si è conclusa con l'annuncio del Giubileo.
Francesco, commentando il brano evangelico della peccatrice che si prostra
davanti a Gesù per cospargergli i piedi di unguento profumato, ha spiegato la
differenza tra il suo atteggiamento e quello di Simone il fariseo. Nel primo
caso, c'è «l'amore che va oltre la giustizia», mentre «Simone il fariseo, al
contrario, non riesce a trovare la strada dell’amore. Rimane fermo alla soglia
della formalità... Nei suoi pensieri invoca solo la giustizia e facendo così
sbaglia. Il suo giudizio sulla donna lo allontana dalla verità».
«Il richiamo di Gesù spinge ognuno di noi a non
fermarsi mai alla superficie delle cose - ha spiegato il Papa - soprattutto
quando siamo dinanzi a una persona. Siamo chiamati a guardare oltre, a puntare
sul cuore per vedere di quanta generosità ognuno è capace. Nessuno può essere
escluso dalla misericordia di Dio; tutti conoscono la strada per accedervi e la
Chiesa è la casa che tutti accoglie e nessuno rifiuta. Le sue porte permangono
spalancate, perché quanti sono toccati dalla grazia possano trovare la certezza
del perdono. Più è grande il peccato e maggiore dev’essere l’amore che la
Chiesa esprime verso coloro che si convertono».
Dopo l'annuncio dell'Anno santo della Misericordia,
papa Francesco si è recato a un confessionale della basilica di San Pietro e si
è inginocchiato davanti a un penitenziere per confessarsi. Lo stesso gesto aveva
compiuto anche l'anno scorso nella medesima occasione, prima di confessare
alcuni fedeli.
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