Il
mio Gesù? Lo ricordo come fosse ieri, quand’era piccolo, mentre lo stringevo al
petto, questo dono di Dio alla Sua umile ancella! Com’era buono, ubbidiente,
disponibile ad ascoltarmi, quando gli leggevo le Sacre Scritture! E come
aiutava volentieri Giuseppe, nel suo laboratorio di falegnameria! Non mancava
di andarmi a prendere l’acqua al pozzo, per evitarmi la fatica di portare
secchi pesanti! A parte quella volta, che mi ha tanto spaventato quando non lo
abbiamo visto con noi, tornando da Gerusalemme. Lo abbiamo poi ritrovato al Tempio, in mezzo ai dottori.
Certo, mi pareva forse un po’ troppo giovane, per occuparsi delle cose del
Padre suo, però aveva compiuto i 12 anni, e per la nostra legge si era fatto
adulto. Noi mamme non vorremmo mai pensare che i nostri bimbi diventino uomini,
ma Gesù è cresciuto in sapienza e grazia, nell’ubbidienza a Dio e a noi.
Ora
proprio non riesco a comprendere perché il mio Emmanuel sia stato tanto odiato!
Gesù ha tramutato l’acqua in vino, per quegli sposi al loro pranzo. Me ne ero
accorta, che non c’era più vino, e quando l’ho detto a Gesù, lui mi ha
dolcemente rimproverato, dicendomi che non era ancora giunto il suo tempo, ma
poi ha accolto la mia supplica.
Ha molti amici, discepoli che l’hanno seguito nelle sue predicazioni in tanti
luoghi della Galilea, perfino lungo il lago di Tiberiade. In questi giorni, pur
avendo compiuto incessantemente molti miracoli, ridando la vista ai ciechi,
guarendo paralitici e lebbrosi, risuscitando i morti, nessuno gli sta vicino e
lo difende. Quando piangeva gravato da molte pene, nel Getsemani, anche i suoi
amici più fidati non sono stati capaci di restare svegli a consolarlo e pregare
con lui. Pietro l’ha rinnegato per ben tre volte, eppure so bene quanto lo
abbia amato e perdonato, tanto da affidargli la sua Chiesa! Non si separava mai
da tutti loro, con me erano la sua famiglia.
Mi
tornano alla mente tanti ricordi, per esempio quel che disse Simeone, quel
giorno che portai mio Figlio al tempio: “Egli
è qui per la rovina e la resurrezione di molti in Israele, di contraddizione
perché siano svelati i pensieri di molti cuori. E anche a te una spada
trafiggerà l’anima”.
Quest’ultima
frase di Simeone mi fece emettere un gemito, perché sapevo, comprendevo che se
Gesù era venuto sulla terra per la Salvezza dell’umanità, avrebbe dovuto
compiere un sacrificio. Ma non potevo sapere, quasi trentatre anni prima, come
sarebbe morto mio figlio. Ero però sicura che alla fine lo avrei perduto.
Perché se lo Spirito Santo parlava a un uomo come Simeone, giusto e timorato di
Dio, questo significava che aveva avuto pietà di me, e non riuscendo a dirmi
nel cuore la verità, me la fece dire per mezzo di Simeone: “ E anche a te una
spada trafiggerà l’anima”. Non solo a me, anche a me! Questo era il segnale,
che mio Figlio sarebbe stato colpito di spada al cuore, ma prima ancora a
soffrirne sarebbe stata la sua anima ferita. Per questo avvertii da subito che
un dardo infuocato mi penetrava nel cuore. Anche a me…significava che prima di
tutto sarebbe stato mio figlio a esserne trafitto. Povero figlio mio, cosa gli
stanno facendo di così tremendo! Fosse stato un assassino, un ladro, un
farabutto, come madre avrei in ogni caso sofferto nel vederlo perseguitato,
oltraggiato e condannato, ma se lo sarebbe meritato. Mio figlio però è la bontà
personificata, ha distribuito grazie, ha perdonato. Ha solo amato e tanto. Mi
chiedo: è una colpa tanto grande amare? Una colpa offrire la guarigione del
corpo e dell’anima?
A
ben pensarci, fin da quando era piccino, qualcuno l’ha odiato tanto, da volerlo
uccidere. Non c’è riuscito con mio figlio, poiché siamo fuggiti, ma ha ucciso
un grande numero d’innocenti. Per quale ragione? Erode temeva che mio figlio
diventasse Re di Giudea? Ma come avrebbe potuto, il figlio di gente modesta
quale siamo noi, sostituirsi a un re terreno? Il Suo Regno non è di questo
mondo, e l’ha ben detto chiaro in tutte le sue predicazioni. Lui, che è figlio
di Dio Padre, ha solo voluto indicare la natura del Regno, che è spirituale e
non in concorrenza con i potenti di questa Terra. Non l’hanno capito! L’hanno
perfino accusato di agire per conto del demonio! Ma come potrebbe il demonio
volere il bene delle creature, quando appartiene al regno del male? Il Bene
viene solo da Dio, non dal suo antagonista! Il mio Gesù rappresenta il bene nel
suo assoluto, poiché è Figlio di Dio e tutt’uno con il Padre.
Così,
dopo tanto predicare di bene e di giustizia, di amore e di pace, moltiplicando
pani e pesci per la folla che aveva fame, ora si trova solo con qualche amico
che ancora gli è fedele. Dove sono tutti gli altri, quelli che hanno visto la
sua bontà, che hanno mangiato di quel pane e di quei pesci? Erano a migliaia, e
si sono dileguati! Siamo qui sotto la croce a piangere, impotenti contro la
malvagità delle creature, tre donne e il piccolo Giovanni, che lui amava tanto.
Perfino i discepoli si sono allontanati scuotendo il capo e mettendo in dubbio
tutto quando Gesù aveva loro insegnato!(Emmaus). Si ricrederanno, ma intanto
Gesù è rimasto solo, nessuno è stato disposto a difenderlo!
Ed
io, nel vederlo così, il suo corpo devastato dai colpi del flagello, e poi
inchiodato sulla croce dalla quale vorrei strapparlo, e non posso, sono
sopraffatta dal dolore, un dolore tanto più atroce, quando perché ingiusto per
lui e per me.
Il
mio cuore è lacerato in mille briciole, ho pianto tutte le mie lacrime, a
nessuna madre auguro tanto dolore! Ma ho accettato il suo destino perché come
dal salmo 22,16 si apprende: “Poiché cani
mi hanno circondato: uno stuolo di malfattori mi ha attorniato, mi hanno forato
le mani e i piedi”, tutto questo doveva accadere perché si potessero
compiere le profezie.
(Adempimento:(Luca, 23,33 E quando giunsero al luogo,
detto del Teschio, là crocifissero lui e i malfattori, l’uno a destra, e
l’altro a sinistra”).
Non
posso oppormi al volere del Padre, così come non si è opposto mio Figlio. Il
Messia avrebbe dovuto sopportare tutto questo, fino alla fine, come olocausto
per ottenere dal Padre la salvezza dell’umanità. E ogni schiaffo, frustata,
sputo, insulto e alla fine, quel colpo di spada al costato, ricevuti da Gesù,
li ho sentiti nella mia stessa carne. Anche oggi l’umanità continua a ferire
mio Figlio, e indirettamente anche me. Non ha ancora compreso che Lui è solo
Amore, e ciò che ha predicato, ogni sua azione e soprattutto il suo sacrificio,
è stato per il bene di ogni uomo della Storia?
Danila Oppio
pubblicato sul bollettino Parrocchiale Quaresima 2014 del Santuario Santa Teresa del Bambino Gesù
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