2012, lo sciamano maya Quetzasha spiega la profezia
Nel 2012 non ci sarà l’Apocalisse che sarebbe stata prevista dal calendario Maya, ma l’inizio di una nuova evoluzione spirituale dell’umanità
“IL 2012 NON FA PAURA” - Intervistato sul quotidiano Libero da Caterina Maniaci, il maestro Quetzasha ha risposto: “No, nessuna paura per il 2012. Ci vuole riflessione, meditazione e preparazione interiore per quello che avverrà”. Per lo sciamano del resto è impossibile che succedano altre catastrofi, e il motivo è presto detto: “Secondo voi, già non viviamo in un mondo di catastrofi? Le guerre continue, l’odio religioso, il disastro nucleare in Giappone, interi popoli, in Africa, spazzati via dalle carestie e dai genocidi. Ma poi ci sono le catastrofi quotidiane. Perché il primo vero disastro, la prima distruzione è quella della famiglia”.
Cosa succederà il 21 dicembre 2012? A farsi questa domanda non sono certamente in pochi, timorosi e non. In quella fatidica data- dalla quale siamo lontani solamente 14 mesi- i maya avrebbero previsto un radicale cambiamento del pianeta, un cambiamento che letteratura, cinema e televisione hanno spesso immaginato come apocalittico. Ma le famose scritture parlavano davvero di fine del mondo? A cosa si riferiva il popolo precolombiano? Le risposte ha provato a darle Quetzasha, sciamano maya e atzeco, guida spirituale, oltre che abile decifratore di codici contenuti nelle antiche scritture di quei popoli.
Quetzasha spiega che “il calendario maya non è una divinazione”, ma solamente “un’informazione che segna una trasformazione dell’umanità”. E, forse, l’accezione totalmente negativa che è andata assumendo la data incriminata non ha nulla a che vedere con questa trasformazione. Lo sciamano fa infatti notare che “la data del 21 dicembre segna la fine di un ciclo vibratorio che l’umanità ha vissuto e si genera un nuovo movimento. Non un momento di distruzione, ma il mondo si avvierà verso un’evoluzione di tipo spirituale. Che non coincide con la fine fisica dell’universo, ma con una coscienza nuova di come vivere, in sintonia con la terra e con le forze della natura“. Insomma, una trasformazione e non una distruzione.Mi chiederete come mai in un sito cattolico abbia scelto di pubblicare uno stralcio dall'intervista rivolta allo sciamano. Parto dal concetto che, anche in altre fedi, ci sia sempre la ricerca del soprannaturale, della spiritualità e della pace.
In questa epoca, segnata da un forte ateismo, da una caduta etica e morale, dal consumismo, malgrado la crisi economica che sta mettendo in ginocchio il mondo intero, qualcosa deve pur accadere per cambiare il corso dell'umanità.
Penso ad un tuffatore, che quando arriva a toccare il fondo della piscina con la punta dei piedi, si dà una potente spinta per risalire in superficie per respirare. Penso al sub, che si munisce di bombole d'ossigeno compresso, per restare il più a lungo possibile sott'acqua, ma quando l'ossigeno finisce, deve risalire altrimenti rimane a boccheggiare finché sopravviene la morte.
La vita presa alla leggera, senza freni inibitori, senza una morale, senza Dio, dove tutto è ammesso e possibile, se per un certo periodo può sembrare meravigliosa, tutta da bere, poi perde il suo fascino, e diventa il fondo della piscina, o la bombola svuotata dell'ossigeno. Solo allora si comprende che una vita vissuta così è solo chimera, evanescente, spumeggiante come un bicchiere di champagne ma che, quando svaniscono le bollicine, perde il suo sapore. Allora si prende la spinta per risalire in superficie, quando si è toccato il fondo. ORA NOI STIAMO TOCCANDO IL FONDO! Qui non si tratta solo di pensare all'eternità, e quindi impostare la nostra vita in modo buono, per ottenere il Paradiso. Arrivo a dire che, che se il Paradiso non esistesse, dobbiamo fare il possibile affinché il paradiso sia questa stessa esistenza terrena.
Dice bene lo sciamano: il nostro mondo, così pieno di brutture, è davvero poco invitante e solo una riscoperta della spiritualità e della necessaria creazione di una nuova coscienza che vibri in sintonia con la natura e con il prossimo, può modificarlo. Anche Capo Seattle sosteneva la stessa teoria.
Ma noi siamo i figli del consumismo, della tecnologia più ardita, delle centrali nucleari, delle armi chimiche, della biogenetica, e di tante altre invenzioni. Siamo figli del consumismo, che, se preso con il contagocce, è buono, ma se bevuto a garganella, ubriaca. Ottenebra le nostre facoltà interiori, distrugge la parte più nobile di noi, che è l'anima, la quale si lascia sopraffare dalle richieste della nostra parte materiale, che esige priorità assoluta. Quindi finiamo per occuparci del nostro abbigliamento, del nostro aspetto fisico: trucco parrucco e palestra, fitness, centri benessere, e di tutto quanto fa status symbol, come l'auto, la casa, vacanze e quant'altro. Mi chiederete: ma con la crisi economica, chi può oggi permettersi simili optional?
Vi rispondo: pochi, ma i tanti vogliono le cose che hanno i pochi, e accendono mutui, chiedono prestiti, si indebitano pur di stare alla pari con altri che possono permetterselo. E i bambini, i ragazzi, che vogliono il cellulare di ultima generazione - costoso - i vari giochi elettronici, i motorini e le prime auto a 18 anni appena compiuti. Fa nulla se i genitori tirano la cinghia pur di accontentarli!!
No davvero, qualcosa deve assolutamente cambiare: se siamo sulla strada verso la povertà, lo siamo perché abbiamo buttato via tanti soldi per oggetti o attività non necessarie, perché abbiamo passato l'idea che dobbiamo avere sempre di più, per essere sempre di meno!
Ecco perché ora, tutto questo, ci fa desiderare un ritorno alla sobrietà e alla ricerca di una spiritualità che avevamo accantonata e che consola enormemente di più di una oggetto materiale.
Siamo ancora in tempo a camminare verso Chi ci ha insegnato quali sono i veri valori della vita, Cristo ci aspetta a braccia aperte, anche se abbiamo preso le distanze da Lui e dal Padre. Siamo ancora in tempo a migliorare le cose, le nostre e quelle del mondo intero, a fare una veloce inversione di marcia e di pensiero, Possiamo ancora comprendere che la nostra vita spirituale, e quella del nostro prossimo, è la cosa più preziosa che possediamo e che solo quella ci fa sentire davvero amati da Dio.
Chissà che lo sciamano non abbia ragione, e che il prossimo anno porti un cambiamento radicale nelle persone e che tutti si decidano a fare qualcosa affinché l'umanità ritrovi fiducia e amore reciproco!!!
Anche se credo solo in Dio Padre, nel Figlio e nello Spirito Santo, questa volta spero che il maya abbia detto il vero!!! Ce lo auguriamo tutti di cuore! In ogni caso, rivolgiamo il nostro pensiero a Santa Teresa d'Avila, che insegnava:
Nada te turbe, nada te espante, quien a Dios tiene nada le falta. Solo Dios basta. Che tradotta in italiano recita: Niente ti turbi, niente ti spaventi: chi ha Dio niente gli manca. Niente ti turbi, niente ti spaventi: solo Dio basta.
Con Dio, con Gesù, con lo Spirito Santo e con la Beata Vergine noi siamo al sicuro!!!!
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