Ecco come il Rinnovamento Carismatico ha modificato la preghiera che recitiamo per i nostri defunti.
Eterna gioia dona a loro Signore, splenda ad essi la Luce perpetua, vivano in pace.Amen.In effetti quel "riposo" suona male. C'è da chiedersi: "possibile che la nostra occupazione eterna sia così inutile?".
Approfondendo: il riposo, nella tradizione della Chiesa, è riferito al compimento della storia della salvezza. E' soprattutto il riposo sabbatico che ci permette di interpretare correttamente la preghiera che eleviamo a Dio perché conceda il riposo eterno ai defunti. Il riposo sabbatico, infatti, è presentato dalla Scrittura come un dono di Dio (Es 16,29) perché gli uomini possano sperimentare la libertà dalla fatica, dalla schiavitù e da ogni sopruso di un uomo sull'altro.(Gs 1,13-15).
Il riposo è l'immagine con la quale la Scrittura esprime il raggiungimento della terra promessa dopo il lungo e faticoso esodo dalla schiavitù dell'Egitto.
Ma il contenuto di altri studi fa invece riferimento al "giudizio" che si trova nel Cap. 25 di Matteo.
Si tratta del "giudizio" di quanti non hanno mai conosciuto Dio. Non saranno giudicati in base a parametri religiosi (se hanno creduto o no, se hanno pregato, se, se...) ma in base a parametri umani, perché la novità portata da Gesù è quella di un Dio che si fa uomo, Per un Dio profondamente umano, il rapporto e la relazione non si ha innalzandosi, separandosi dagli altri, ma abbassandosi per servire gli altri.
Più la persona è umana, più incontra il divino che è in lei.
Il Signore dice: "Avevo fame e mi avete dato da mangiare...e quelli rispondono: quando mai Signore ti abbiamo visto e Gesù riprende: ogni volta che avete fatto ciò ad una qualunque delle persone che avete incontrato, l'avete fatto a me.
Questa è la novità portata da Gesù: ciò che determina la riuscita o no nell'esistenza, non è il rapporto con la divinità, con la religione, ma il rapporto con l'umanità; un uomo può essere tanto pio, tanto religioso, tanto devoto ma, come accade a volte, disumano e insensibile alle sofferenze altrui. Ebbene, a costoro che non hanno fatto opere straordinarie, ma hanno semplicemente risposto ai bisogni dell'umanità, Gesù dice: venite benedetti dal Padre mio nel regno preparato per voi fin dalla creazione del mondo.Quanto sopra è parte di un testo rielaborato da G.Z. e non voglio appropriarmi di scritti altrui, però a tutto questo mi sento di aggiungere quanto segue:
La differenza tra l'egoista e l'altruista, tra l'egocentrico e il disinteressato sta nella capacità di amare. L'Amore non ha limiti, non si esaurisce mai, se devoluto al prossimo, mentre se lo si vuole solo per sé, implode. L'altruismo è la forza centrifuga dell'Amore, che lo espande a macchia d'olio!
L'Apocalisse, al cap. 14 dice: Beati d'ora in poi, i morti che da ora innanzi muoiono nel Signore. Si, dice lo Spirito, essi si riposano dalle loro fatiche perché le loro opere li seguono.
L'unica cosa che ci seguirà nell'ingresso della vita definitiva sono queste opere con le quali abbiamo comunicato vita: abbiamo dato da bere, abbiamo dato da mangiare, abbiamo visitato, abbiamo ospitato.
E il capitale con il quale entriamo nella vita definitiva, è il bene concreto che si è fatto agli altri.
Questo riposo non è il "famoso" riposo eterno che sembra quasi una condanna all'ergastolo - riposare per tutta l'eternità, ma significa essere associati all'azione creatrice del Padre.
Allora questo è meraviglioso. Gesù ci dice che i nostri cari, passati attraverso la soglia della morte, non sono lontani da noi, non stanno in un cimitero.
Ora i nostri cari ci amano con l'amore di prima, potenziato e rafforzato da quello di Dio. Ecco perché Gesù dice: Venite benedetti dal Padre mio nel regno preparato per voi: chiamati a collaborare alla creazione che incomincia qui, in questa esistenza terrena e continua poi per sempre.
A Giorgio tanti ringraziamenti per questo testo meditativo!
Al Signore, lode e onore per questo Paradiso che ci attende!