PARAFRASI DI
PENSIERI DI GIANNETTA BOSCHI (1869-1903)
Giovanna Francesca Luigia Boschi,
familiarmente detta Giannetta, nasce a Lugo (RA)
il 22.02.1869. I suoi genitori persone
stimate e religiosissime hanno 10
figli oltre a Giannetta, quartogenita; uno dei figli Angelo (*) diverrà
sacerdote e sarà suo direttore spirituale nell’ultima parte della vita; in
famiglia anche tre sorelle divengono suore e un fratello seminarista muore
prematuramente.
La prima Comunione
che Giannetta riceve a 10 anni (21 Giugno 1879)
segna un profondo cambiamento nel carattere piuttosto vivace, irascibile e
capriccioso della bambina che da quel momento cercherà sempre di dominare
divenendo silenziosa, rispettosa, affabile con tutti, dedita ai lavori di casa
e all’assistenza dei bisognosi.
Scrive nel suo Diario :“ dalla mia prima Comunione
alla quale mi preparai con tanta ansia e spasimo , giorno e notte quell’Ostia
nel Sacramento fu il mio particolare tormento. Gesù in quel tempo mi elevava
nella santa Comunione facendomi passare davanti tutta la sua vita crocifissa
punto per punto.
A 15 anni una
mattina nel riceverlo così mi disse: Sponsabo te mihi in fide (Ti sposerò nella fede, Hos.2,20) e
ciò con tanta mia sorpresa e stupore. Così altre volte pure mi venne ripetuto”
. “In quel giorno solenne [della prima Comunione] domandai al Signore di
servirlo e amarlo nello stato di vita che mi sarebbe stato di maggior
sacrificio, per rendermi vera vittima”.
Devotissima al Sacro
Cuore di Gesù (che famigliarmente chiama “il mio
Cuoricino” ), che divulga in molti modi e all’Adorazione perpetua, Giannetta desidera per tutta la vita poter
diventare monaca di Clausura nelle Adoratrici Perpetue
del Sacro Cuore di Lugo ma molti impedimenti oltre a una salute
cagionevole lo impediranno.
Tale rinuncia rientra nella particolarità
della sua chiamata ad essere “oblazione totale”, che conferma
definitivamente il 17.3.1896
consacrandosi durante la S. Messa quale “vittima e con voto perpetuo al Cuore adorabile di
Gesù”.
Giannetta vive una vita in continua unione
con il Signore che le si mostra in visioni
intellettuali, parlandole al cuore, suggerendole come pregare. Le
sofferenze fisiche accompagnano tutta la sua vita, vessata
dal demonio che spesso la colpisce con violenza o la istiga al peccato.
Nella sua missione di vittima Giannetta fa particolare riferimento al Sangue Preziosissimo delle Sante Piaghe di Gesù nelle
quale tutta si immerge.
Dopo vari presagi e visioni il 2 agosto, giorno del perdono d’Assisi dell’anno Santo 1990 avviene lo sposalizio
mistico con Gesù che le si rivela
nell’eucarestia come Cuore fiammeggiante coronato dalla croce , ferito da una
freccia collegato a 7 catene che lo tenevano sospeso: sono i 7 voti con cui Gesù la vuole legata con maggiore amore
e perfezione al suo Cuore Ferito: povertà, castità,
obbedienza, voto di vittima, voto della
maggior perfezione, di clausura, e adorazione.
Giannetta muore il 5.8.1903, dopo aver intensamente pregato per l’anima
del Papa Leone XIII recentemente trapassato e per il
nuovo futuro Papa Pio X. (Marta Montanari Titonel)
……………………………….
(*) Don Angelo Boschi, Giannetta Boschi. La vittima
universale- 1869-1903. Memorie biografiche scritte da un suo direttore
spirituale, Faenza, Società
Tipografica Faentina, 1927
……………………………………
A questo punto mi pare doverosa una
precisazione. Quelle che seguono sono LIRICHE, che inquadrano diversi momenti ed
atteggiamenti di Giannetta. I lettori troveranno il testo originale in una
sezione a parte. Voglio sperare che i più volenterosi si sentano invogliati a
portare avanti una loro ricerca personale! Questa volta le immagini sono
costituite da scorci di Chiese di Lugo (RA), la città romagnola che ha visto la
maggior parte della sua esistenza.
………………………………..
Ciclo su Giannetta Boschi riparatrice (1869-1903)
Una mattina le
suore Adoratrici Perpetue di Lugo si vedono passare dalla grata un bigliettino…
(Lugo,
Chiesa del Suffragio)
PIETÀ, PERDONO E
RAVVEDIMENTO
(Parafrasi di pag. 48)
Stese Giannetta uno strano biglietto
per quelle Adoratrici tanto care,
che in occasione dei loro esercizi
spirituali la
sanno aggregare.
“Gli scandali io vengo a riparare
di questa miserella. Come ardì
Il nido profanar delle colombe
amate dal Signor con una vita
contraria alle
fragranti lor virtù?
Fu giusto che venisse lei respinta.
Vogliate per lei sempre riparare:
pietà, perdono chiedo e compunzione!”.
Anima santa ed umile, ti credi
di falli immaginari ricoperta
e mai ti stancheresti d’espiarli!
Il Signore sa a
lungo aspettare, ma quando decide di parlare lascia parole che avvampano il
cuore…
(Lugo, Chiesa di S. Giacomo)
“TUTTO SI DEPONE SULL’ALTARE”
(Parafrasi di pag. 48)
(Parafrasi di pag. 48)
Stamane nel lasciar quella
“Prigione”
del santo Tabernacolo ho avvertito
la brama irrefrenabile di farmi
vera claustrale, benché sottomessa
in ogni evento ai voleri divini.
Da tempo il mio Gesù si nascondeva.
Non resistendo più al lungo silenzio
ed al restar celato fra le nubi
densissime, che avvolgon il mio cor,
così mi parla: “Tutto si depone
sovra l’altare. Là sacrificare
tu devi tutto. Nulla resterà
nell’alma: spogliazione più completa.
Solamente così potrai giovare
a chi facesti oggetto dell’offerta.
Nel mio divin Cuore troverai
compensazioni alle tue privazioni.
Sognavi una tua cella in Monastero.
In questo Cor più pace troverai!”.
Un giorno
Giannetta ebbe l’impressione che queste parole di Gesù fossero state riprese da
un testo di S. Giovanni della Croce…
Lugo, Chiesa del Carmine)
“DESIDERARE E NON GUSTARE”
(Parafrasi di pag. 49 e 50)
Un giorno nel sentirmi fortemente
spinta da vocazione dissi al Cristo:
“Quanta la gioia e la felicità
dell’alma religiosa per le grazie
e i beni ricevuta che le gusta!
Davvero sarà grande in questo stato
e incomparabilmente cara a voi!
Non m’aspettavo siffatta risposta…
“L’alma, che tutto sa sacrificare
completamente immolando se stessa,
priva di gioie e di soddisfazioni,
sempre penando per la vocazione
sentita e mai alfin realizzata:
è questa l’alma più cara al mio Cuore!
Desiderar e non gustare sanno
render più meritorio il sacrificio!”.
Anche Giannetta
stentò a capire che le tante difficoltà frapposte alla sua vocazione claustrale
erano opera del Signore e non delle creature…
(Lugo, Santuario della Madonna del Molino)
VOCAZIONE SUPERIORE
(Parafrasi di pag. 49 e 50)
Ci furon alme, che chiamate al
chiostro
davvero si sentivano ed eppure
restarvi non poterono per cause
indipendenti dalla volontà.
Ottime le qualità, forse pure
In misura maggior rispetto ad
altre
ammesse in Monastero. Cosa
dire?
Furon difficoltà che suscitate
venivan dal medesimo Signore,
che aveva in mente mire
differenti.
Piangon le poverelle. Quanti
giorni
debbono consumar nella
tristezza!
Consultan sempre nuovi
direttori
di spirito, ritentano la prova
altrove, rimanendo ancor
deluse…
Si debbono convincer finalmente
di darsi pace. Apprendan da
Giannetta
il sacrificio della vocazione,
che poi risulta sempre
superiore
proprio perché voluto dal
Signore
per l’indiscusso profitto di
tante.
(Santuario
del Molino: Madonna col Bambino)
PIETÀ, PERDONO E RAVVEDIMENTO
“Giannetta volle attribuire alle proprie
colpe la sua uscita dal Monastero del S. Cuore e ben lo espresse in uno scritto
vergato da lei in una occasione ignota e che dice cosi: “Io vengo a riparare gli scandali della
misera che sì indegnamente venne in questo santo loco a profanarlo tanto con la
sua pessima vita, scandalizzando ancora le colombe amate di questo nido, e
giusto fu respingerla da questo caro ricovero, acciò non appestasse i fragranti
fiori di virtù di voi colombe amate. Oh! sempre riparate per questa ingrata. Ed
essa sempre chiede pietà, perdono e ravvedimento. "
Forse Giannetta scrisse queste righe in occasione di esercizi
spirituali delle monache, ai quali veniva ammessa sempre come aggregata
all'Istituto, perché, a dir vero, le monache l'amavano assai, l'apprezzavano
come un'anima santa e sempre la considerarono come loro consorella. Ella senza
dubbio considerò quegli esercizi un'espiazione di falli immaginari commessi
in religione, che per solito si attribuiscono le anime veramente umili e sante”.
(Pagina 48)
…………………………………………
(Chiesa di S.
Giacomo: Cristo morto)
“TUTTO SI
DEPONE SULL’ALTARE”
“Gesù
poi le fece conoscere più tardi che il sacrificio della sua vocazione era ne'
suoi disegni, come lo manifesta Giannetta in un suo scritto del 1902 che qui
riporto: " Stamane giorno di giovedì, nel partire da quella S. Prigione
(il Tabernacolo) ho sentito tutto il desiderio della mia vocazione. Benché
fosse forte la violenza dell'inclinazione prodotta dal desiderio infrenabile di
raggiungere i beni della religione, pure mi sono sottomessa in ogni evento ai
divini voleri.
Gesù che mi stava nascosto, non resistendo
più al suo prolungato silenzio, né più restando fra oscurissime nubi in cui si
teneva occulto all'anima, tosto così mi ha detto : — Tutto si depone
all'altare... Su di esso tutto si sacrifica... Nulla vi resta per l'anima tua
se non che un sacrificio ed uno spoglio completo. Sacrifica i beni della
Religione e tutto vada per quelle anime per cui interamente ti sei offerta. Nel
mio Cuore troverai acquisti che ricompenseranno le tue privazioni. Sacrifica i
beni, le gioie e la pace di essa, anche quella cella a cui aspiravi, e in luogo
di essa altra tu avrai ben più solitaria in questo mio Cuore, dove solo troverai
albergo, pace e riposo...
Tutto passerà nel tuo cuore per via di
sacrificio ed anche per le anime religiose resterai in una continua
immolazione, sacrificando i tuoi desideri e i beni tutti della Religione
stessa, acciò per mezzo di queste tue pene ottenga ad altre anime la vocazione
e consegua popolare questi sacri recinti, aumentando così fra le pungenti spine
i fiori del giardino celeste. Sì anche per questa classe tu sei, e devi essere
all'altare per quelle ancora già chiamate e poste nel mio giardino, ma non
corrispondenti, per quelle che l'orrore al sacrificio arresta nel cammino
spirituale o che si lasciano vincere nei combattimenti dagli ostacoli o dalle
pene. "(Pagine 48 e 49)
……………………………………………….
(Chiesa di S.
Giacomo: S. Rita e S. Giuseppe)
“DESIDERARE E
NON GUSTARE”
(Chiesa
del Carmine: Madonna col Bambino)
“ Ed io vorrei su questo punto chiamare l'attenzione di alcune le quali da Dio chiamate al Chiostro non
hanno potuto rimanervi per cause indipendenti dalla loro volontà. Queste anime,
che pure erano dotate di ottime qualità e forse in misura maggiore a tante
altre ammesse nella Religione, trovarono difficoltà che le impedirono
conseguire il loro intento, difficoltà che non possono supporsi se non
suscitate da Dio che non le destinava a tal fine. Esse piangono, passano giorni
tristi, consultano ad ogni momento nuovi direttori di spirito, ritentano la
prova in altri conventi, rimanendo sempre deluse nelle loro aspirazioni. Si
diano pace una buona volta e apprendano dal sacrificio della vocazione di
Giannetta Boschi che vi è una vocazione superiore a tutte le vocazioni, ed è il
sacrificio della propria vocazione, sacrificio che alle volte Iddio esige da
qualche anima a vantaggio di molte altre, e che avanti a Lui è assai più
meritorio che il compimento dei più santi desideri di vita religiosa”. ( Pagine
49 e 50)
…………………………….
(Milano 6-12-2019), Padre Nicola Galeno
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